Logan mentre cercava di metterla in macchina, si accorse che perdeva sangue dalla schiena. Gli avrebbe sicuramente sporcato l’ auto.
“Clary prendi un telo dal portabagagli” le chiese quasi gentilmente. Ary glielo porse, e aiutò suo fratello ad adagiare Andrea sui sedili posteriori. Logan partì. Era ancora furioso con quell’ imbecille di Luke, come cazzo si era permesso. Ma poi guardò dallo specchietto Andrea che dormiva beata e la rabbia gli passò. Quella ragazza era acqua e fuoco, poteva farlo incazzare o anche calmarlo, era incredibile.
Arrivarono a casa, e la riprese in braccio, Andrea al contatto con Logan si svegliò. “Siamo arrivati bella addormentata.” Le sussurrò all’ orecchio. Poi si rivolse alla sorella.
“Vai a prendere delle garze e del disinfettante, e portali in camera mia.” Alla bionda si gelò il sangue, se l’avesse medicata avrebbe visto le sue cicatrici, e le avrebbe fatto domande a cui non voleva rispondere. “Ce la faccio da sola a medicarmi.” Disse sicura trattenendo un gemito di dolore, che a Logan non sfuggi . “Certo certo, non puoi, hai bisogno di una mano.” Quanto era cocciuta quella ragazza.
“Allora mi aiuterà Clary” . Prima o poi avrebbe dovuto finire di raccontarle il suo passato. La rossa prese la parola. “Non posso Rea, non so farlo, rischierei di procurarti ancora più dolore” disse dispiaciuta . Andrea annuì. La condusse in stanza.
Le pareti erano grigie, come le lenzuola dell’ enorme letto in mogano, c’era una scrivania e un armadio enorme, due poltrone in pelle nera vicino alla finestra. Niente poster , niente oggetti personali, niente di niente. “Scommetto che non l’hai arredata tu.” Si lasciò sfuggire Rea.“Indovinato, come ha fatto a capirlo?”Chiese curioso Logan. “Non c’ è niente che ti rappresenti, non c’ è niente fuori dalle righe, non c’è proprio niente, potrebbe essere di chiunque questa stanza, e tu di certo non sei chiunque.” Rispose. Logan sorrise. “Nemmeno due giorni, e riesci a capirmi in questo modo, devo preoccuparmi?”
“No.”Logan la fece sedere sul letto. Clary entrò e portò ciò che le aveva chiesto il fratello e anche una camicia scozzese e dei jeans . “Ora puoi andare” la liquidò con un gesto della mano. Ma Clary non si mosse.
“Non posso medicarla , ma di certo posso assistere mentre tu lo fai.” Gli disse fissandola
. “Esci da questa stanza subito.” Disse duro Logan. Clary sussultò. “Va Clary, non preoccuparti.” La rassicurò Andrea. Ary uscì.
“Va in bagno” Le ordinò Logan.“Prima di medicarti lavati la faccia sei piena di sangue.” Andrea obbedì.
Il bagno era molto grande, un enorme vasca, dove sarebbero state benissimo due persone e più, una doccia in vetro e gli altri servizi. Si sciacquò il viso e osservò il suo riflesso nello specchio. Aveva un livido sulla masciella, dove quel bastardo di Luke l’ aveva colpita. Uscì e trovò dietro la porta Logan che la aspettava a braccia incrociate sul petto muscoloso che si intravedeva dalla maglietta nera attillata. “Spogliati” disse solo Logan.
“Come scusa?” chiese indignata Andrea. “Ho detto di spogliarti.” Ripeté glaciale il ragazzo.
“No.” Rispose secca. “Come credi che ti possa medicare se sei vestita? “ rispose ironico ma con un pizzico di rabbia Logan.
Lei sapeva che aveva ragione, ma non voleva mostrare il suo corpo pieno di cicatrici, specialmente a lui. Logan stava perdendo la pazienza, se quella ragazzina non si fosse mossa, avrebbe lasciato uscire il demone che era in lui. E lo fece.
Le si avvicinò minaccioso e le tirò uno schiaffo in pieno volto, tanto forte da farle girare la testa da un lato. Poi la prese per le spalle stritolandola,incurante del dolore che le avrebbe provocato.
“Ora tu ti spogli , se non vuoi lo farò io, e non sarò molto delicato, ok? ” le disse incazzato nero. Andrea strinse i denti. Se fosse stato qualcun altro , lo avrebbe già scaraventato a terra, ma non riusciva a muoversi.
Per la prima volta, dopo tanto tempo, aveva paura ed era stata picchiata. Quegli occhi verdi , diventati scuri come la notte, le ricordavano il demone del suo passato, erano gli stessi occhi. Non poteva ricadere nella disperazione, non poteva mostrarsi debole, ma non ci riusciva. Annuì e lui la lasciò. Si calmò visibilmente e i sui occhi ritornarono al loro colore naturale, verde smeraldo.
Andrea si tolse la felpa imbrattata di sangue, e la lasciò cadere a terra. Sotto indossava una leggera maglietta bianca a maniche corte. Le braccia erano ricoperte di bracciali, ma non c’erano segni di ferite, solo qualche livido. “Anche la maglia” continuò lui con tono calmo. Titubante se la tolse. Indossava un semplice reggiseno sportivo nero a spalla larga, senza pizzi e merletti o cose varie. “Ti direi anche di toglierti il reggiseno, ma non credo sia il caso.” Disse indugiando sui suoi seni piccoli coperti perfettamente, e per lui maledettamente dal reggiseno. Poi abbassò lo sguardo sul suo ventre piatto e notò molti lividi, quel bastardo le aveva fatto davvero male, pensò tra sé . Le controllò le braccia e le spalle. Sulle clavicole aveva delle cicatrice,sembravano bruciature di sigaretta. Non le chiese niente , fece finta di non averle viste. “Mettiti sul letto e dammi le spalle, devo medicarti la schiena, perdi sangue da lì”. Fece come aveva detto.
“Posso alzare la fascia del reggiseno? C’ è molto sangue.” Chiese insicuro il ragazzo. Rea era confusa, prima la comandava a bacchetta, e ora faceva l’insicuro, era davvero strano. Lui stava ancora aspettando la sua risposta, lei annui. Dopo aver tolto il sangue secco ,Logan era incredulo, c’erano delle lunghe cicatrici lineari, che si erano riaperte. Si notavano appena poiché la pelle di lei era molto chiara. Questa volta non poteva far finta di niente. Mentre le disinfettava le chiese “Come te le sei procurate queste cicatrici? E non dirmi che te le ha fatte Luke, sono più vecchie, forse di qualche anno, o di più.”.
Andrea si irrigidì, non poteva mentirgli, se ne sarebbe accorto, e non voleva farlo arrabbiare di nuovo e l’ avrebbe picchiata di nuovo..
“Chi è stato a farti queste?Rispondi.”
“Mio padre.” Era una mezza verità, ma non era una bugia. Logan non parlò. Finì di medicarla e le fasciò il busto. “Togliti i jeans e indossa gli abiti che Clary ti ha portato, e mettiti a letto.”
“No, chissà quante ragazze ci hanno dormito, vado in camera di Clary.” Fece per andarsene, ma lui la bloccò.
“Non ci ha mai dormito nessuna, sei la prima, ora fa come ti ho detto. “ disse categorico .
“Ary me l’ aveva accennato.” Pensò lei ad alta voce, poi se ne pentì. “Vedo che ti ha parlato di me, che altro ti ha detto?” chiese curioso. “Niente, come ha detto tu devo riposarmi , fuori.” Disse autoritaria. “Mi stai cacciando dalla mia stessa camera, non si fa” le dette un buffetto sulla guancia ed uscì. Quel ragazzo era lunatico e schizzofrenico. Prima le tira uno schiaffo, poi è interessato alle sue cicatrici, e infine fa il giocoso? Ne era dannatamente spaventata e un po' intrigata.
Prima di andare a letto, decise di farsi una doccia. Era sporca, e si sentiva a disagio in quella stanza. Prese in prestito il suo bagnoschiuma e si lavò.Dopo quella doccia tonificante, si fece una crocchia con i capelli ancora un po’ umidi. Cercò di indossare gli abiti di Ary, ma non le entravano. Nonostante indossasse l’ intimo, mise uno degli accappatoi che si trovavano in bagno.
“LOGAN!” urlò per farsi sentire da lui. Si precipitò subito da lei. La fissò con gli occhi pieni di malizia. “Se volevi fare sesso , bastava chiedere.”. Andrea alzò gli occhi al cielo .
“Hai dei vestiti da prestarmi? Quelli di Clary non mi entrano.” Lui scoppiò a ridere. Si era decisamente lunatico.
“Certo” aprì l’ armadio ed estrasse una maglia e dei pantaloncini da basket .
“Ecco a te spilungona.”
“Ehm … grazie.” Gli disse lei.”Ora puoi andare”.Lo spinse fuori e chiuse la porta. Si cambiò e si mise sotto le lenzuola che profumavano di muschio e lavanda, profumavano di lui.
questo capitolo lo dedico ad una mia amica ... lei capira' ;-)
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Black#Wattys2015
Teen FictionIl nero rappresenta il limite assoluto oltre il quale non c'è più nulla. È il "no" contrapposto al "si" . Il nero è la fine. Il nero quindi esprime negazione per la vita futura con conseguente rifiuto a lottare, negazione per la realtà in cui si viv...