1.Ancora un biscotto, solo un altro biscotto

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«A cosa dobbiamo la tua presenza qui?».

Mi voltai un po' stranita a fissare Grace, seduta accanto a me, con la testa impacchettata nella carta stagnola come se fosse un uovo di pasqua.

Sul mio viso doveva esserci un grosso punto interrogativo perché lei si affrettò ad aggiungere: «Da quando sei innamorata ti si vede davvero poco, specialmente qui al salone».

Attraverso lo specchio incrociai gli occhi di Kisha che, con le sue mani esperte, mi stava acconciando i capelli. Lei non disse niente, ma era evidente che fosse d'accordo con Grace.

Mi sentii un po' in colpa, devo ammetterlo. Perché una parte di me era consapevole di essersi eclissata completamente negli ultimi tempi. Troppo presa da Gregor, Emma e il nostro nuovo rapporto. 

Forse mi ci ero concentrata così tanto da dimenticarmi del resto. Ma a mia discolpa potevo dire che non è affatto facile riuscire a tenere banco di tutto. Lavoro, vita privata, amore e amici.

Ma questo non mi giustificava nel tutto, per questo decisi di scusarmi immediatamente: «Avete ragione ragazze, sono una pessima amica».

E non provai neanche a nasconderlo. «Ma mi farò perdonare», aggiunsi guardandole entrambe.

«Stasera?», mi chiese Grave, fiduciosa. Ma quando vide il mio volto cambiare espressione capì che l'avrei delusa.

E credetemi, una parte di me avrebbe tanto voluto tanto accontentarle, ma non potevo. 

Mi morsi il labbro mentre cercavo di spiegare: «Oggi io e Gregor facciamo sei mesi che stiamo insieme, e in più festeggiamo anche il suo compleanno. Non posso proprio dargli buca perché credo che abbia organizzato qualcosa di speciale».

Avrei voluto preparare io la nostra ricorrenza - anche perché il festeggiato di solito non prepara la cena - ma lui aveva insistito tanto e sapevo che ci teneva. 

Per questo mi misi in volto l'espressione più carina che avevo nel repertorio, facendo perfino gli occhi dolci, sperando di riuscire ad impietosire le mie migliore amiche. 

«Ecco perché sei venuta a farti i capelli», mi accusò Kisha, intuitiva come sempre. 

«Non solo per questo... Vi ho anche portato i biscotti», affermai con fierezza, indicando il vassoio quasi vuoto e agguantando con estrema velocità un dolce al cioccolato. 

«Sì, e poi te li sei mangiati quasi tutti tu», mi rimproverò Grace, guardandomi trangugiare l'ennesimo pasticcino.

Con la bocca piena tentai di bofonchiare qualcosa ma dalla mia espressione si capiva che avrei voluto dissentire. Forse ne avevo mangiato uno o due di troppo. Ma in fondo, non li avevo contati.

Cercai un po' di supporto nell'anziana signora in attesa di farsi lavare i capelli o nella giovane parrucchiera che stava controllando le ciocche di Grace, ma entrambe annuirono in pieno accordo con la mia amica. 

Ok, forse ne avevo mangiati davvero troppi. «Non è colpa mia, ho molta fame».

«E si vede tesoro».

La frecciatina di Grace arrivò dritta al cuore. O ai fianchi, dipende da come la si vede. 

Insicura, o forse solo un po' perplessa, abbassai lo sguardo per fissare il mio corpo, cercando i segni di qualche cambiamento. 

Non sono mai stata una ragazza molto attenta alla linea, come quelle che si pesano ogni settimana per monitorare il proprio corpo. Ma forse avrei dovuto farlo visto che non mi rendevo effettivamente conto di essere ingrassata o meno.

Provaci ancora AliceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora