17. Siamo un po' tutti sentimentali

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Dopo la parentesi "Rebecca", non avevamo più parlato del suo passato.

Sapevo che presto avremmo dovuto tornare sui fatti. Ma per il momento mi stava bene così.

A piccole dosi.

Così mi concentrai sul lavoro, visto che anche io avevo delle scadenze.

Ci tenevo particolarmente a quel matrimonio, tanto da essermi portata il lavoro a casa.

Ed ero seduta in cucina, sfogliando le pagine di quell'album che mi era stato dato in prestito.

Quando Gregor entrò mi trovò in lacrime. E che cosa fa Gregor quando vede una donna piangere? Va in tilt, ovviamente.

«Che succede?», mi chiese e quando mi voltai lo vidi spaventato e circospetto.

Neanche fossi una bomba in procinto di scoppiare. Ma invece di ridere alla sua reazione, asciugai le poche lacrime che mi avevano bagnato il volto e cercai di darmi un contegno.

«Oh niente», iniziai a dire mentre lui si avvicinava e osservava ciò che avevo in mano.

«È questo album», cercai di spiegarmi ma una parte di me si sentiva anche un po' stupida.

E il fatto che lui continuasse a guardarmi come se avessi tre teste mi confermava che forse sarei dovuta restare zitta.

Ma in fondo Gregor aveva già capito che non ci stavo tanto con la testa. Eppure era rimasto con me.

Perciò perché non avrei dovuto condividere tali sentimenti con lui?

«Sto organizzando un matrimonio diverso dagli altri», ammisi, ricordandomi in quel momento che non avevo avuto occasione di parlargli dei miei nuovi clienti.

«Hai bisogno di una location e di una band?», scherzò lui mentre andava a prendere in frigorifero una bottiglia di vino che avevamo aperto il giorno prima.

Gli sorrisi, giusto per fargli capire che apprezzavo il suo umorismo.

«Si tratta di una coppia che sta insieme da una vita... Letteralmente», continuai mentre lui versava il vino sia per se stesso che per me.

Forse pensava che stessi per affrontare un discorso che necessitava di un aiuto alcolico, comunque accettai volentieri la sua offerta.

«Ma non si sono mai sposati», una parte di me trovava quella scelta un po' strana.

Perché sposarsi proprio ora? Dopo anni e anni di vita insieme? Era ben ovvio che la loro relazione funzionava bene anche senza quel pezzo di carta.

Ma poi alla fine ero giunta ad unica domanda. Perché no? In fondo era un bel modo per concludere e suggellare la propria storia d'amore.

«Lei ha raccolto tutta la loro vita all'interno di questo album», lo voltai per potergli permettere di osservare meglio mente continuavo: «Non solo foto, anche biglietti, inviti, lettere, carte dei cioccolatini... Qualsiasi cosa».

Sfogliai velocemente la raccolta per tornare indietro ad un punto preciso e tirai fuori da un taschino nascosto un fazzoletto di carta, di quelli che di solito prendi in quantità esagerata al fast food, prima di andare al tavolo con il cibo appena ordinato.

Bianco, semplice, di bassa qualità e con il marchio del locale dal quale veniva sbiadito dagli anni. La tasca dove era conservato probabilmente lo aveva mantenuto abbastanza, perché era sorprendente che non si fosse strappato e deteriorato poi più di tanto. 

«Guarda qui», con delicatezza alzai il tovagliolo per farglielo vedere bene ma nonostante Gregor si avvicinò, e strinse gli occhi, fu costretto ad ammettere: «Non vedo nulla».

Provaci ancora AliceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora