3. Tutti vogliono essere speciali ma alla fine aspirano alla semplicità

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«So che, essendo la mia quinta volta, non dovrei aspettarmi nulla... Ma io amo la perfezione».

Mi ero distratta, per l'ennesima volta, di fronte alla classica cliente perfezionista.

Quella che desidera programmare tutto, nei minimi dettagli, che cambia spesso idea su ogni cosa, perché tutto deve essere perfetto.

La cliente che ha raccolto negli anni, fascicoli e fascicoli di foto di abiti da sposa, location, colori adatti e cose simili.

Colei che all'apparenza sembra facile da gestire ma che alla fine racchiude in sé più insidie di altri.

In quel momento ne avevo una proprio seduta di fronte. Parlava ormai da un paio di ore e io non ero al massimo della mia forma.

Ma alcune parole che aveva detto avevano attirato la mia attenzione: «Quinta volta?».

Pensavo di aver capito male ma lei sorrise quasi fiera mentre affermava: «Sì, il mio quinto matrimonio».

Non riuscii a non sembrare sorpresa.

«Naturalmente non li ho uccisi...», ci scherzò su, riservandomi una di quelle risate stridule che quasi mi fece saltare dalla sedia.

Beh, io un pensierino lo avevo fatto ma non mi azzardai a dirlo. Era pur sempre una cliente e non volevo offenderla.

«Possiamo dire che sono una romantica...», e rise ancora. Voleva fare la simpatica ma più passava il tempo e più mi lasciava perplessa.

Perché le spose strambe vengono tutte da me? Quanto vorrei un semplice matrimonio, di quelli vecchio stampo, senza sorprese o colpi di testa.

E invece mi toccava sentire la tizia, al suo quinto matrimonio, che voleva raggiungere l'altare in elicottero. Che pretende le statue di ghiaccio raffiguranti la Venere di Milo a decorare la sala e un menù di dieci portate di piatti provenienti da dieci paesi diversi.

Mi segnai tutto, mentre mi rassicurava che non aveva problemi di soldi, sperando o pregando, che non cambiasse idea cento volte.

Speranza inutile, ma neanche dovrei dirvelo visto che in un'ora, l'unica cosa veramente sicura di quel matrimonio fu la data.

Quando se ne andò, avevo un terribile mal di testa che mi fece venire voglia di annullare tutti i miei prossimi appuntamenti e tornarmene a casa.

«Questo sarà un altro matrimonio infernale», mi lasciai andare a una considerazione, tra me e me, mettendomi le mani nei capelli.

«Non sarà forse che invece stai invecchiando», la voce di Holly, squillante e sarcastica, mi fece voltare, lentamente, nella sua direzione per riservare uno dei miei sguardi da killer.

O almeno ci provai, ma lo sapete anche voi che non sono in grado di spaventare neanche un cucciolo di foca.

«Perchè non lo organizzi tu il matrimonio?», le proposizioni più per sfida che per altro.

Non ci avevo neanche pensato su, ma davanti allo sguardo sbalordito di Holly mi convinsi che forse sarebbe stata un'ottima idea.

E subito mi girai su il morale, al solo pensiero che avrei potuto liberarmi di un problema: «Ma sì, vediamo come te la cavi da sola...».

Dal tono di voce volevo sembrare tranquilla ma in realtà sapevo che sarebbe stata una grande opportunità per la mia assistente.

Tanto che aggiunsi: «Sarà una sorta di prova... E se poi riuscirai a superarla, magari potrei darti più spazio all'interno dell'impresa, e perché no, potresti perfino diventare mia socia».

Provaci ancora AliceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora