7. Maledetto sguardo da "cane bastonato"

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Era passata più di una settimana dalla nostra chiacchierata sulle rive del lago Michigan e non avevamo più parlato della faccenda "bambino".

Credevo che si sarebbe creata una certa tensione tra di noi ma in realtà, sorprendentemente, non fu così.

Tutto tornò alla normalità, più o meno, e questo perché avevo accettato la sua richiesta di avere un po' di tempo per prendere una decisione. Non era una scelta facile.

E avevamo tacitamente pattuito di non dire niente a nessuno, in fondo non avevo ancora fatto nulla perciò non c'era un granché da dire. 

Non volevo pressarlo, anche se fremevo dalla voglia di sapere che cosa stava pensando in certi momenti. Come una sera, quando completamente soli, avevamo deciso di passare la serata sdraiati sul divano a guardare la televisione e a farci le coccole. 

In un primo momento avevamo discusso sul programma da vedere. Io puntavo su America's got talent mentre Gregor parlava di un certo documentario su come si costruisce una diga. 

Alla fine optammo per uno dei pochi show televisivi che sapevamo piacevano ad entrambi: The next great baker. 

E mentre Buddy Valastro stava per prendere la decisione più importante di tutto il programma, che avrebbe fatto finire in finale - o forse no- una delle mie coppie preferite, e la tensione quasi si tagliava con un coltello, non resistetti. 

Mi voltai a fissarlo, come spesso mi era accaduto in quei giorni, e mi chiesi se dietro a quell'aria tranquilla e rilassata non si celasse un uomo in preda ai dilemmi. 

Non riuscivo a capirlo, perché Gregor era come un muro invalicabile. 

Sospiro e quando si rese conto che lo stavo fissando come un'idiota, si voltò anche lui a guardarmi. Non mi chiese nulla, anche se avrebbe potuto.

Invece aprì un discorso che non mi ero aspettata. 

«Hai per caso notato qualcosa di strano in Emma?».

Non risposti ma mi limitai a fare spallucce, ancora pensando al nostro futuro. Ormai era un pallino fisso nella mia testa che non voleva proprio andarsene e lasciarmi in pace. 

«E' da questo weekend che mi sembra un po' fuori dal mondo... Da quando è tornata da casa dei nonni. Non vorrei fosse successo qualcosa con loro...», lasciò la frase a metà, titubante se continuare. 

Camminava sempre sulle uova quando si trattava dei suoi suoceri e potevo capirlo. Eccome se potevo. 

Ma nonostante fossi anche io leggermente fuori dal mondo, avevo anche un sesto senso abbastanza sviluppato, tanto che mi permisi di dire la mia: «Io credo che invece sia dovuto al campo estivo scientifico, che ha iniziato questo lunedì».

Lui mi guardò perplesso: «Non è possibile, è stata lei ad insistere per andarci. Mi ha assillato per tre mesi e ora che è finita la scuola e può finalmente andarci, non penso che sia triste per questo».

«Magari non è per il campo estivo in sé, ma per qualcosa che è successo lì», optai, senza però addentrarmi troppo nei particolari. 

Era una ragazzina, qualsiasi cosa poteva turbarla. Ma quando Gregor continuò a fissarmi, come un cuccioli bastonato in cerca di un pezzo di pane, mi convinsi che forse dovevo dargli una mano.

«Forse si tratta di un ragazzo», azzardai, ipotizzando soltanto. Per quanto io ed Emma avessimo un bellissimo rapporto, lei ancora non era venuta da me a parlare. Perciò non potevo sapere che cosa passasse per la testolina di quella bambina. 

Provaci ancora AliceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora