Alice.
Se qualcuno si stesse chiedendo se mi fossi pentita di aver invitato anche Paul al nostro pic nic, la risposta è sì.
Mio malgrado però, mi resi conto che forse non sarebbe stata una buona idea non quando Jo se ne fu andato da casa di Kisha, ma solo dopo aver parlato con lo stesso Paul.
E lui era così esaltato all'idea di passare il giorno dell'indipendenza con noi, che quando iniziai a ripensarci non avevo il coraggio di rattristarlo ritirando il mio invito.
Così mi apprestai a passare quella che, ne ero certa, sarebbe diventata la giornata più imbarazzante di tutta la mia vita.
Mi concentrai con tutta me stessa sulla parte di cibo che avevo promesso di portare, ovvero il dessert, e fui grata a Kisha e suo marito che avevano deciso di passare la giornata fuori città.
Almeno avevo tutta la cucina a mia disposizione, anche se un po' mi dispiaceva non averli al mio fianco, ad aiutarmi a smorzare l'imbarazzo che si sarebbe creato nell'incontrare Gregor.
Anche Grace mi aveva dato buca, poiché si era già organizzata a passare la giornata, e il weekend che seguiva, con il suo nuovo ragazzo che ancora non ci aveva presentato.
Kisha aveva espresso la preoccupazione che potesse essere sinonimo di qualcosa di veramente grave, ma io le avevo ricordato che nessuno poteva essere peggio del suo suo ultimo ragazzo.
Così ero sola ad affrontare sguardi imbarazzanti, guance rosse e parole non dette, sperando in un aiuto almeno dagli altri partecipanti del pic nic.
Quella mattina ero piuttosto nervosa mentre caricavo la macchina con tutti i dolci che avevo preparato - senza ammettere di aver esagerato - per andare a prendere Paul.
Lui non fece molto caso al mio stato d'animo, forse perché era troppo eccitato per notare che stringevo il volante così forte che le nocche erano diventate bianche.
E quando arrivammo ad Independent Park, la mia agitazione era cresciuta al punto che sudavo e mi tremavano le mani. Feci perfino fatica a prendere le borse piene di dolci che avevo portato con me e Paul mi diede una mano.
Nel parco si erano riversate famiglie, numerose o meno, provenienti da ogni parte della città. Tutti con i loro cestini, o pronti a grigliare la carne. I loro bambini avevano portato frisbee o palloni per giocare e i cani correvano liberi nel prato.
Sembrava una festa del vicinato, ma molto più grande e caotica, e forse proprio per questo piacque molto a Paul.
Jo e gli altri avevano trovato un bel posto libero, soleggiato ma allo stesso tempo con l'opportunità di godere dell'ombra che creava un grosso albero lì vicino.
Riconobbi subito da lontano Gregor, anche se non era nella sua solita divisa giacca e cravatta, che aveva abbandonato in favore di una polo a maniche corte scura e di un paio di pantaloni casual chiari.
Mi dava le spalle, seduto a terra sulla coperta rosa - che probabilmente avevano preso dall'armadio di Emma - e stava aiutando la figlia e sistemare le cose che avevano portato.
Ringrazia tutti i miei santi in paradiso che non mi avesse visto per primo, perché probabilmente si sarebbe letto nel mio volto tutta l'ansia e l'imbarazzo che provavo in quel momento.
Cosa che fu mascherata bene dall'abbraccio, quasi soffocante, di Holly, fin troppo felice di vedermi considerato che eravamo state insieme il giorno prima.
O forse era contenta per qualcosa che al momento mi sfuggita e che decisi che non sarebbe stato importante, almeno non quel giorno. Perché dovevo usare tutte le mie forze - che in realtà erano ben poche - per non far capire a Gregor che stavo soffrendo.
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Provaci ancora Alice
ChickLitSequel di I disastri di Alice Sono passati sei mesi e la vita di Alice sembra procedere nella direzione giusta. Finalmente è tutto tornato alla normalità, è tutto come ha sempre desiderato. Un lavoro pieno di soddisfazioni, amici sempre pronti a cor...