30. Seguire sempre i buoni consigli

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La conversazione, o meglio la discussione, con Rebecca mi aveva turbato e non poco. 

Sentimenti contrastanti animavano la mia mente, già normalmente piena di pensieri disturbanti e paure nascoste. 

E cosa si fa quando la mente va completamente in tilt tanto da non riuscire neanche a fare due più due? Se ne parla con le migliori amiche. 

Per questo le avevo chiamate, con la scusa di offrire loro una cena, e le avevo fatto riunire in un piccolo locale etnico vicino casa mia. 

Uno di quei posti dove fanno un po' di tutto. Un po' di indiano, un po' di egiziano, un po' di questo e un po' di quello.

Con un forte e caratteristico odore d'incenso, luci soffuse e calde e mobilio dai colori scuri, tendenti alle tonalità del rosse e dell'arancione. 

«Scommetto che non siamo qui solo per mangiare gratis», esordì Grace, una volta sedute al tavolo, rompendo definitivamente il ghiaccio. 

Come al solito non si smentiva mai. 

Il cameriere di aveva appena abbandonato, con la promessa di tornare in pochi minuti per chiedere l'ordinazione, e lei già andava al nocciolo della questione. 

«Non potrei semplicemente voler offrire un pasto alle mie migliori amiche?», le risposi fingendomi offesa, ma entrambe mi fissarono come se stessi scherzando. 

«E va bene, non siamo qui solo per mangiare», mi arresi subito, tanto ormai era evidente che le ragazze mi conoscessero meglio di chiunque altro. 

Quindi, tra una portata e l'altra, decisi di raccontare loro tutto quello che era successo, dilungandomi nei dettagli e cercando di renderle partecipe anche delle emozioni che avevo provato. 

Volevo renderle partecipi di tutto, così da avere un quadro generale il più completo possibile. Non risparmiai nulla. 

E loro restarono in silenzio per la maggior parte del tempo. Buone ascoltatrici dall'aria per niente annoiata. O almeno così apparvero ai miei occhi. 

«Voi cosa ne pensate?», conclusi alla fine, ma prima ancora di lasciarle parlare, la mia insicurezza m'impose di mettere le mani davanti.

«Lo so, lo so... Non sono stata molto educata e probabilmente ho esagerato, di questo me ne pento», ed era vero. Negli ultimi giorni non avevo fatto altro che pensare a quel dibattito e a ciò che avrei potuto dire per rendere le cose in un altro modo. 

Di certo potevo fare di meglio. 

«Ero furiosa e anche un po' stanca. In fondo mi sembra di essere sempre stata rispettosa nei suoi confronti e di non essermi mai impicciata per tutto ciò che la riguarda. Sbaglio a pretendere lo stesso trattamento anche da lei?».

Non sapevo neanche perché mi ponessi quelle domande, ma la verità era che non mi piaceva ciò che Rebecca aveva detto, né come lo aveva detto. 

Le mie amiche mi guardarono per qualche istante senza dire niente, come se stessero elaborando tutto, soprattutto le ultime cose dette da me. E infine Grace aprì bocca: «Lei ti vede una minaccia, vuole riprendersi Gregor perciò scordati qualsiasi forma di rispetto da parte sua».

Un taglio netto, senza possibilità di speranze. Un po' troppo poco ottimistico per i miei gusti. Io cercavo una soluzione, non una conferma al problema.

Perciò volsi il mio sguardo, quasi supplichevole, su Kisha che invece affermò: «Non fare il suo stesso sbaglio, non scendere al suo livello».

Non che le sue parole furono più di aiuto, rispetto a quelle di Grace, anzi, a dirla tutta, ero ancora meno convinta. 

Provaci ancora AliceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora