Mi ero decisa a parlare con Gregor. Non solo per raccontargli ciò che era successo con Rebecca, ma anche per chiarirmi le idee.
Non è che avessi dei dubbi, anzi, tutt'altro, ma sono sempre stata abituata a dare un nome alle cose, soprattutto alle mie relazioni.
In amore sono sempre stata decisa, forse anche troppo. Ma spesso i miei partners non erano d'accordo con me.
Ciò mi aveva portato a tante rotture e ad un quasi matrimonio finito con il tradimento.
Era ora di cambiare rotta. Rallentare un po', magari, anche se il mio cuore mi diceva di accelerare.
Di questo volevo parlare con Gregor. Di cosa provasse lui e come saremmo dovuti andare avanti.
Perché fino a quel momento avevano semplicemente seguito l'onda degli eventi. E non dico che non sia stato fantastico, ma ad un certo punto non basta più.
Ero nervosa, molto nervosa. E perciò, non potendo avere il controllo sulle mie emozioni, e su ciò che avrebbe detto Gregor, tentai di programmare la serata nei minimi dettagli.
Prima di tutto scelsi un giorno in cui sapevo che avremmo avuto casa tutta per noi.
Jo aveva il turno, Vince una cena con alcuni suoi amici per annunciargli che presto sarebbe partito ed Emma era dai nonni.
L'intimità, perciò, era assicurata.
Mi ero persa un giorno libero, delegando tutto ad Holly e avevo passato la mattinata a pulire casa.
Più rilassata dalla faccende domestiche, ero poi uscita a fare la spesa e comprato tutto l'occorrente.
La mia intenzione era quella di preparare il sushi, che di solito era prerogativa solo di Gregor.
Primo perché era uno dei suoi cibi preferiti - speravo così di rendere l'atmosfera più dolce- e secondo perché volevo mettermi alla prova.
Lo so. Non fu una bella idea provare a cucinare qualcosa che non ho mai fatto in un giorno così.
Ma dopo un po' di difficoltà iniziale, qualche insulto a divinità a cui non credo e l'esplosione di una ciotola di riso cotto, riuscì a concludere la mia cena giapponese fatta in casa.
Per sicurezza avevo perfino assaggiato qualcosa, nel dubbio ed ero abbastanza soddisfatta.
Avevo perfino fatto i dolci, i mochi giapponesi con il gelato. Quelli erano proprio buoni, tanto che rischiai di finirli prima del ritorno di Gregor.
Che fu più puntuale di un orologio svizzero - ma che lo dico a fare- e rientrò in casa proprio quando ebbi appena finito di risistemare.
Il riso era finito ovunque, perfino all'interno della credenza che, giuro, era chiusa.
Non appena entrò in cucina, non fece neanche in tempo a capire cosa stesse succedendo che io, con un sorriso a trentadue e un tono di voce allegro, affermai: «Sorpresa».
Lo vidi dalla sua faccia che era perplesso ma decise di stare al gioco.
Prese posto al tavolo che avevo apparecchiato per una cena romantica, con fiori e candele, guardandosi intorno sorpreso.
Lo ero anche io, ma in modo positivo.
In tutta la mia vita ero sempre stata quella che aspetta che sia il partner a fare il passo. A volte dandogli una leggera spinta per farlo andare dove volevo io, ma lo avevo mai fatto di persona.
E solo in quel momento mi resi conto di quando ciò contasse.
Perché se ero pronta a fare qualcosa che non avevo mai fatto, significava che Gregor era davvero importante.
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Provaci ancora Alice
ChickLitSequel di I disastri di Alice Sono passati sei mesi e la vita di Alice sembra procedere nella direzione giusta. Finalmente è tutto tornato alla normalità, è tutto come ha sempre desiderato. Un lavoro pieno di soddisfazioni, amici sempre pronti a cor...