Capitolo 6

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Il sole splende alto nel cielo. L'aria pura del bosco mi invade i polmoni e mi accarezza i capelli con delicatezza. Serro gli occhi mentre le mie mani stringono il rotolo contenente le tecniche proibite.

Ci siamo. Finalmente sono pronta a scoprire in cosa consiste la seconda tecnica custodita qui dentro.

Scorro la pergamena fino ad arrivare al punto in cui mi sono interrotta qualche giorno fa. Una decorazione con motivi a spirale divide le immagini esplicative della prima tecnica e il nome della seconda.

«Tecnica del sigillo numero 2».

Trattengo il respiro e poi continuo a leggere.

«...Tecnica proibita a causa dei rischi ad essa collegati: cecità permanente, perdita dei limitatori delle porte del chakra, follia...»

Scuoto la testa. Sembra meno potente della precedente a prima vista.

Seguono delle immagini rappresentative delle mosse da eseguire per evocarla con successo. La sequenza è molto simile a quella della prima tecnica. Chiudo gli occhi per visualizzarla nella mia mente e poi mi concentro sulla nota a lato.

«Il primo ninja ad averla usata di cui si hanno notizie è Hinemasu Koi.»

Di nuovo lui. Ora so chi è, ma sono tornata al punto di partenza dato che sui rotoli che ho consultato non c'erano informazioni sul suo clan e sul suo villaggio di appartenenza. Sembra quasi che ogni cosa a riguardo sia stata rimossa volontariamente. Sarei curiosa di sapere se Orochimaru ha qualche notizia in più su di lui e sui suoi discendenti.

Un fruscio tra i cespugli mi spinge a nascondere il rotolo proibito e ad afferrare il kunai.

Questa volta percepisco una presenza umana. Sarà meglio stare all'erta.

«Eppure sono sicuro di aver avvertito il suo chakra... Dev'essere qui.» sussurra una voce poco distante.

Mi abbasso e mi nascondo il meglio che posso dietro al tronco di un ciliegio ancora in fiore. Chiunque sia, è vicino. Molto vicino.

«La sento... Ma non capisco dove sia.»

Avvicino le mani al cuore e compongo i simboli necessari a produrre la mia barriera.

«Orochimaru aveva ragione quando mi ha detto che è brava a nascondersi.»

Inarco un sopracciglio. Non riconosco la voce, ma a giudicare dalle sue parole deve trattarsi della spia che stavo cercando. Afferro uno shuriken e mi concentro sul rumore provocato dalle sue scarpe sui rami. Quando sono certa di averlo localizzato sollevo il braccio e lancio la mia arma in quella direzione.

«Aaaaah! Ma cos'è stato? Perché non riesco a muovermi?»

Ammicco compiaciuta. Beccato in pieno.

«Ehi, si può sapere chi sei? Avanti, vieni subito a liberarmi!» si lamenta nuovamente la stessa voce.

Avvicino le mani al cuore e con uno scatto mi trovo a penzolare a testa in giù sul ramo più vicino alla mia vittima, che si rivela essere un ragazzo dai lunghi capelli grigi con dei riflessi azzurrini.

I suoi occhi neri mi fissano truci dietro agli occhiali tondi e la sua espressione assomiglia a quella di un cane in vista di uno sconosciuto.

«E tu chi diavolo sei?» mi domanda furioso. «Scusami, ma potresti lasciarmi andare? Se non si era capito starei cercando una persona.»

Il suo braccio libero si appresta a indicare lo shuriken che si è conficcato poco sopra la sua spalla in modo da imprigionare la maglietta contro il tronco.

Ricordi ‣ Kakashi HatakeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora