Capitolo 44

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La sera del giorno dopo Kabuto si presenta in casa mia con le braccia incrociate e uno sguardo penetrante. Io ammicco e lo saluto con un cenno amichevole della mano.

«Ciao, Kabuto.»

«Buonasera, Akira. Spero che in questi giorni tu ci abbia riflettuto.» risponde con un sorrisetto. «Cos'hai deciso, alla fine?»

«Sentitevi liberi di distruggere tutti i rotoli che possedete. Non voglio nulla da voi. È questa la mia decisione.» rispondo secca.

Kabuto si sistema gli occhiali e si mette a ridere.

«Perdona la domanda, ma da dove ti viene fuori tutto questo coraggio? Potresti curarti e salvare i tuoi amici! Vuoi farli soffrire ancora per molto?»

«Kakashi e Sasuke staranno bene.» mormoro convinta. «Di' a Orochimaru che non ho intenzione di cambiare idea.»

Kabuto sbuffa e mi si avvicina.

«Sarebbe davvero importante per noi, Akira. Non dimenticare che tu sei sempre la benvenuta al villaggio del Suono.» ripete con più dolcezza.

«Sai dove trovarci. Sta a te decidere.» conclude vedendo che non mostro il minimo cenno di cedimento.

«Lo so. Porta i miei saluti al mio maestro.»

«Tch. Sarà fatto.» commenta tra i denti.

Lo vedo scomparire poco dopo in una pioggia di polvere. Lascio andare il respiro e mi stendo a letto senza nemmeno cambiarmi. Sono così stanca che potrei svenire da un momento all'altro.

Il mese successivo trascorre lento e monotono. Kakashi e Sasuke non mostrano segni di miglioramento, ma se non altro i loro corpi sono perfettamente in salute. Gai ha insistito perché mi prendessi cura di Rock Lee, così i miei pomeriggi sono diventati un concentrato di discorsi filosofici sulla forza e di esercizi di riabilitazione. Da quando quel ragazzo si è battuto con Gaara non riesce più a muovere una gamba e il braccio corrispondente è parzialmente immobilizzato, una condizione piuttosto debilitante per un ninja che basa la sua forza sul combattimento corpo a corpo.

Kurenai e Asuma hanno ripreso senza troppi problemi i propri ruoli da insegnanti e lo stesso vale per Iruka. Gli unici a non esserci reinseriti, in poche parole, siamo io e Gai. Forse non è ancora arrivato il nostro momento.

Gai sospira annoiato e si mette a guardare il soffitto.

«Vuoi fargli la guardia per tutta la mattina?» mi domanda accennando a Kakashi con gli occhi.

«Hai qualcosa di meglio da proporre?» replico posando l'ennesimo libro a terra.

Ormai la pila ne conta ben trentasette. Tra poco avrò terminato l'intera riserva di Kakashi.

«Mmh... Fammici pensare... Beh, no.» risponde spiacente.

«Allora aspetteremo.» concludo con severità.

«Vuoi un libro da leggere?» propongo indicandogli quello che ho appena finito.

«No, grazie. Non leggo quella roba. È troppo... Come dire...»

«Pornografica? Solo un po'. Con il tempo ci si abitua.» lo interrompo con un sorrisetto malizioso.

La faccia di Gai si tinge di rosso ciliegia.

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