Capitolo 38

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Busso un paio di volte alla porta e sospiro impaziente. Scommetto che quel guastafeste di Naruto sta dormendo, mentre Jiraiya si sarà perso chissà dove a sfogare i suoi innumerevoli vizi.

«Sì, sì, arrivo subito.» esclama a un certo punto la voce annoiata del biondo.

Il portoncino si apre di fronte a me, rivelando un ragazzino dai capelli scompigliati e gli occhi assonnati. Immaginavo che l'avrei trovato in uno stato simile.

«Oh, signorina Akira, che ci fa lei qui?» chiede sorpreso.

Abbasso lo sguardo.

«Ti dispiacerebbe farmi entrare?» insisto con uno sguardo deciso.

«Ma certo, venga pure.» si affretta a replicare.

Una volta all'interno richiudo la porta a chiave dietro di me e prendo un respiro profondo. Lascio cadere lo zaino sul pavimento e indosso nuovamente tutti gli accessori che mi potrebbero servire in uno scontro diretto con Itachi.

«Sono qui perché devo rivedere un vecchio amico.» spiego.

«Un vecchio amico?» domanda confuso Naruto. «Sta parlando del maestro Jiraiya? Beh, è uscito ieri sera e non l'ho più visto.»

«No, purtroppo. La persona che sto cercando non è esattamente simpatica e gradevole come Jiraiya.»

Naruto chiude gli occhi e si mette a sedere a gambe incrociate sul materasso.

«Chi sarebbe questa persona?»

«Itachi. Itachi Uchiha.» rispondo poco dopo.

Lui spalanca la bocca per lo stupore.

«Cosa? Ho sentito bene? Uchiha? Lo stesso clan di Sasuke?»

«Già. Ma ora dimmi, come stanno andando gli allenamenti?»

«Il maestro Jiraiya non mi allena praticamente mai. Uffa!» replica intrecciando le braccia.

«Ah, già, dimenticavo. Per prime vengono sempre le donne.»

Naruto si mette ad annuire seccato.

«Sì, è davvero insopportabile.»

La nostra conversazione è interrotta da due colpi decisi sulla porta. Io e Naruto ci scambiamo uno sguardo denso di emozioni.

«Vado io. Aspettami qui.» gli impartisco presentandomi sulla soglia al suo posto.

Al di là dell'apertura mi attendono un paio di occhi rossi che conosco piuttosto bene. Serro la mandibola ed esco in corridoio con il volto nascosto fra i capelli.

«Sapevo che saresti arrivato.» commento senza un'intonazione ben precisa nella voce.

Itachi sospira e mi posa una mano sulla spalla per spostarmi.

«Non sono qui per farti la ramanzina. Come ho già detto in passato, arriverà un giorno in cui potrai finalmente venire con me. Ma quel giorno non è ancora giunto. Sono qui per prendere il ragazzo della volpe.» dice calmo.

«Non voglio impedirti di prendere Naruto, sono qui per vendicare un amico. Parlo di Kakashi Hatake.» esclamo con rabbia.

«È davvero incredibile, Akira. Quando l'ho incontrato, Kakashi mi ha detto che avevi smesso di provare quel genere di odio. Allora mentiva. Non sei cambiata. In te c'è ancora lo spirito di una vendicatrice.» mi punzecchia con una rapida occhiata amichevole.

«Sei come me.» conclude lasciandomi andare la spalla.

«Forse non sono stata chiara. Io ti toglierò quel sorrisetto dalla faccia.» ribatto estraendo il kunai e puntandoglielo alla gola.

«Kisame, puoi occuparti di Akira?» domanda Itachi al ninja che è rimasto in disparte fino a questo istante.

Io scuoto la testa e gli sfioro il mento con la punta del mio pugnale.

«Sono qui per uccidere te. So che sei stato tu a usare la luna insanguinata su Kakashi.»

Itachi mi afferra il polso e mi fa gettare via il kunai.

«Vuoi che la usi anche su di te?» domanda guardandomi dall'alto.

Stringo i denti e mi libero dalla sua presa. Compongo i simboli necessari a formare il mio scudo in un lampo e poi lo fisso intensamente.

«Puoi provarci. Ma non ti assicuro che avrà l'effetto che desideri.» lo provoco con un sorrisetto di superiorità.

Itachi ammicca e fa cenno a Kisame di avvicinarsi.

«Fa' quello che devi.» gli impartisce con un tono autoritario.

Il ninja dalla carnagione azzurrina sfodera la grossa spada che porta legata alla schiena e la rivolge verso di me. Inizio a tremare e le mie gambe barcollano.

«Vedi, Akira, la spada di Kisame è in grado di prosciugare il chakra. E senza di esso non hai alcuna possibilità di contrastarmi. Kakashi mi ha detto del tuo sharingan. Deve aver fatto molto male.» spiega posandomi una mano sotto il mento.

Aggrotto la fronte e scuoto la testa per liberarmi dal coprifronte, il quale finisce a terra con un boato metallico.

«Guarda tu stesso.» lo esorto con malizia.

Inclino il capo di lato in modo che i capelli scoprano l'occhio ferito.

«È grigio come l'acqua.» commenta lasciandomi cadere contro la parete. «E ora vediamo di terminare la missione.»

Kisame mi sposta a lato con la forza e poi apre la porta della stanza in cui alloggia Naruto.

«Chi siete voi? Dov'è la signorina Akira?» chiede Naruto balzando sul posto.

«Scappa, Naruto.» gli dico sottovoce.

Lui spalanca gli occhi e punta l'indice tremante verso di me.

«L-lei, signorina...»

«Avanti, vieni con noi.» gli ordina Itachi.

«No, Naruto non andrà da nessuna parte.» interviene una voce familiare.

Spalanco gli occhi.

«Avevo detto a Gai e agli altri di tenerti sott'occhio.» mormoro con una smorfia.

Il ragazzino dai capelli neri si presenta al mio fianco con uno scatto e mi aiuta a reggermi in piedi.

«Non potevo lasciare che la mia insegnante preferita ci lasciasse le penne per mano di mio fratello.» replica con un pizzico d'ironia che sembra infastidire particolarmente Itachi.

«E adesso che sono qui pareggiamo i conti.» aggiunge rivolgendosi verso l'altro Uchiha.

Naruto inarca un sopracciglio.

«Voi due siete fratelli?» domanda stranito.

«Che c'è? Forse la cosa ti lascia perplesso, Naruto?» risponde Sasuke.

«Non esagerare.» gli dico posandogli una mano tra i capelli. «Ricordi quello che ti ho detto, vero?»

«Sì. Non si preoccupi per me. Posso cavarmela.»

Spazio autrice

Non so come ringraziarvi per le 100 visualizzazioni del capitolo 1!!

Credo che pubblicherò un altro capitolo nel pomeriggio quindi preparatevi XD

Votate e commentate *^*

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