Capitolo 31

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Dopo aver dato fondo a tutti i sentimenti negativi una sensazione di calore e di pace mi pervade. Mi poso una mano sul cuore e scoppio in una leggera risata.

Non sarò mai un vero ninja. Tutto per via di quella dannatissima regola. Ci ho provato, ma ho fallito anche questa volta. La verità è che non ci riesco, non posso separare anima e corpo.

Poso una mano in corrispondenza del segno maledetto e prendo un respiro profondo. Kakashi non è riuscito a sigillarlo in tempo. Forse è proprio questo il mio destino – rimanere sospesa a metà tra bene e male, tra gioia e rabbia.

Mi alzo a sedere e lascio scivolare le gambe giù dal materasso. Forse la vista non si è ancora ripristinata, ma sento che d'ora in poi non sarò più cieca allo stesso modo. Ho commesso un errore gravissimo e nulla potrà cancellare ciò che è stato. L'unica cosa che posso fare è andare avanti, puntare al futuro.

«Kakashi.» esclamo sottovoce.

«Mh?» risponde subito con il solito tono annoiato.

«Non avevi detto che saresti stato fuori?» domando colpita.

«Mmh, sì, ma alla fine non ce l'ho fatta. Dovevo sapere come ti sentivi, quello che sentivi.»

Stringo le mani tra le coperte e abbasso il capo.

«Sono una frana, vero?» mormoro tra i denti.

«Io direi più una tormenta. Frana mi sembra un po' troppo riduttivo.» replica.

Lo sento camminare verso di me e poi fermarsi.

«Non ha più importanza. È tutto finito, Akira. Ora sei qui.»

«È davvero qui che dovrei essere, secondo te? Dopo quello che ho fatto a Konoha?» chiedo increspando il labbro superiore.

«Eri solo confusa. È del tutto comprensibile. Non è mai facile interpretare le proprie emozioni quando c'è in gioco un trauma del passato.»

«Davvero lo credi? Io ormai ho iniziato a dubitarne. Sapevo quello che facevo. Il fatto è che non riuscivo a fermarmi. Io volevo davvero fare quelle cose.»

«No, Akira, so che non lo volevi. Orochimaru ti ha messo in testa idee che non ti appartengono. Tuo padre e tuo fratello hanno perso la vita perché hanno voltato le spalle al nostro villaggio. Ma tu, anche quella volta, ti sei sempre fermata prima di provocare danni irreparabili. Ed è stato così anche tre giorni fa. Per quanto il Volo dell'aquila abbia danneggiato gli edifici di Konoha non è riuscito a distruggerla. Una parte di te sapeva la verità e aspettava solamente che ti svegliassi.»

Respiro a fondo e poi inclino la testa a lato.

«Oh, quasi dimenticavo. Giusto per alleggerire un po' la tensione ti ho riportato il libro che mi avevi prestato, eccolo qui. Ti va di leggere un po' assieme?» propone con rinnovato entusiasmo.

«Sul serio leggeresti per me? Non ho vinto nessuna scommessa, questa volta.» commento.

«Perché no. Riprendiamo da dove ci siamo interrotti?»

«Vuoi dirmi che non sei andato avanti?»

«Ho riletto i capitoli precedenti. Dovevo aspettarti.»

Un paio di giorni dopo Kakashi mi accompagna alla tomba di mio fratello.

Si sono appena conclusi i funerali del Terzo Hokage e sembra quasi che Konoha non si sia ancora risvegliata dalla tristezza. Le vesti nere degli abitanti sono il riflesso delle loro anime.

Kakashi mi posa una mano sulla spalla, poi lo sento sorridere.

«Aspetta un secondo.» mi chiede con dolcezza.

Mi slaccia la fascia con il coprifronte per poi farla scivolare più in basso.

«In questo modo copriremo i brutti ricordi. Mmh, devo dire che ha proprio un certo stile in questa posizione. Mi chiedo chi sia stato il genio che ha iniziato la moda...» commenta con un pizzico di soddisfazione.

Gli tiro una leggera gomitata al fianco.

«Sii più modesto.»

«Seriamente, Akira. Ti dona.» insiste con il suo sorrisetto.

«Già.» replico poco convinta. «Comunque sia, è funzionale.»

«Non credi che sia arrivato il momento di rendergli giustizia?» mi chiede poi riferendosi alla tomba di mio fratello.

Annuisco ed estraggo il kunai. Mi inginocchio davanti alla lastra di marmo che reca il suo nome e traccio un taglio orizzontale sopra l'iscrizione che recita "Uchiha".

Keika Uchiha. Suonava bene. Ma non è così che si chiamava.

Stringo le dita intorno all'impugnatura e incido il nome del nostro vero clan. Mi rialzo e osservo la correzione con un sorriso triste.

Keika Koi. Ora ci siamo.

«Ho incontrato Jiraiya.»

Sollevo un sopracciglio. «Quando?»

«Mentre stavi riposando. Mi ha detto che stava seguendo Orochimaru da molto tempo. Sapeva già del tuo coinvolgimento, ma non ha voluto fare niente per fermarti. Credeva fosse giusto così.»

Annuisco colpita. Allora quella volta che ci siamo incontrati al ruscello ha fatto finta di niente. È proprio tipico di lui.

«Però ci sono anche cose che non sai. Orochimaru faceva parte di un'organizzazione di nome Alba. All'interno potrebbe esserci anche Itachi.»

Spalanco gli occhi – l'unico occhio – e nascondo nuovamente il mio pugnale nella tasca sulla mia gamba.

«Itachi Uchiha...» ripeto.

«Se le mie previsioni sono corrette arriverà presto a Konoha. Nel frattempo, vorrei che allenassi Sasuke.»

«Certo. Cosa vuoi che gli insegni?»

«Deve imparare a difendersi. Dello sharingan mi occuperò io.»

«Sì, ho capito.»

A quel punto mi cinge le spalle con un braccio e avvicina il viso al mio con dolcezza.

«Che si mangia per pranzo?» chiede.

«Cosa vuoi che ti offra?» replico con un sospiro.

«Mmh, ottima domanda. Che ne dici di un po' di ramen?»

«Vuoi mangiare al ristorante?» domando sorpresa.

«Io in realtà pensavo di più a un pranzo romantico.»

Mi poso una mano sul viso ricordando il passo del libro che abbiamo letto qualche giorno fa.

«Leggi troppi romanzi erotici.» commento.

«Anche tu, santerellina.» mi prende in giro pizzicandomi la guancia. «Allora? Lo farai?»

«Dovrai portarmi a fare la spesa.»

«Ma certo, mia principessa. Lo farò molto volentieri. Che stiamo aspettando?»

Spazio autrice

Ehilà, qui a Porto sono le 7:30, spero che non mi uccidiate se aggiorno così presto!

Comunque tornerò a casa per venerdì sera :3

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