Capitolo 50

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Dopo un lungo silenzio mi scrollo dalla presa della guardia e mi massaggio l'articolazione dolorante. Mi domando perché vogliano tenermi qui a tutti i costi ora che Orochimaru ha già rinforzato il suo segno.

«Perché lo fai?»

«Perché il tuo chakra è la miglior cura che esista per il maestro.» replica Kabuto alzando le spalle.

«Menti. Il mio chakra non è una cura. È solo una specie di antidolorifico.» spiego schioccandomi il collo.

«Ora lasciatemi andare. Sono venuta qui solamente per prendere in prestito un vecchio libro.» aggiungo con uni sguardo truce.

Kabuto e la guardia si scambiano una rapida occhiata d'intesa.

«D'accordo, potrei lasciarti fare quello per cui sei venuta qui, ma a una condizione.» propone.

«Sentiamo.»

«Devi insegnarmi la tecnica del Lampo gemello

A sentire quel nome sento le pupille restringersi. Non mi pare di aver mai detto a nessuno di conoscere quella tecnica. Possibile che lo sia venuto a sapere tramite Kakashi?

«Tu come...?»

«Hai capito bene. Insegnami quella tecnica.» ripete con più decisione.

«Chi ti ha detto di quella tecnica?» sibilo.

«Quel tuo vecchio amico, oh, come si chiamava? Jiraiya forse?»

«Jiraiya...» ripeto stringendo il pugno. «Te l'ha detto Jiraiya. Bell'amico che mi ritrovo.»

«Già, davvero un ottimo amico.» dice.

Chiudo gli occhi per riflettere con più chiarezza. Oltre ad essere uno scudo perfetto di energia libera, il Lampo gemello è l'unica tecnica in grado di annientare completamente i Mille Falchi. Se lo insegno a Kabuto, lui lo userà di sicuro contro Sasuke o, nel peggiore dei casi, contro me e Kakashi. Sarebbe come consegnargli l'arma più letale mai esistita.

Se invece non lo faccio Tsunade non potrà operare Rock Lee. Rimarrò chiusa qui dentro, sotto chissà quale sedativo inventato da Kabuto. Verrò usata solamente come un oggetto, come antidolorifico per Orochimaru. E chissà quali esperimenti potrebbero fare quei due sul mio corpo. Il pensiero di diventare un'arma contro il mio stesso villaggio mi perfora da parte a parte.

Ho deciso.

«Usciamo di qui. Ti darò tre giorni, d'accordo? In tre giorni dovrai padroneggiare la tecnica, altrimenti prenderò il libro e me ne andrò ugualmente. Sono stata chiara?»

Kabuto ammicca compiaciuto.

«Ottima scelta. Ero certo che avresti fatto la cosa migliore.» risponde. «Cosa stiamo aspettando? Non vedo l'ora di cominciare.»

Respiro affannosamente e mi lascio cadere a terra. Kabuto è molto astuto e veloce, ma la sua debolezza sta nel controllo dei fori d'uscita del chakra. Non riesce ancora a coordinarli l'uno con l'altro e imparare come fare richiede molto tempo ed esercizio.

Come se non bastasse inizio ad essere davvero stanca e il sole cocente non fa che peggiorare la situazione. Con il chakra costantemente ridotto per aiutare Orochimaru a contenere la sofferenza e lo sharingan fuori uso lo sforzo fisico a cui mi devo sottoporre è immane.

Mi rialzo e scuoto la testa. Le sagome iniziano ad apparire sfocate. Il segno ha iniziato a pulsare.

«Dobbiamo fare una pausa.» gli dico asciugandomi il sudore.

Ricordi ‣ Kakashi HatakeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora