Capitolo 1

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La stanza che Orochimaru ha scelto per il nostro incontro è piccola e buia. È situata nell'ala meno frequentata del palazzo antico del villaggio ed è totalmente priva di sbocchi sul mondo esterno, se non si conta l'unica porta da cui sono entrata. L'aria è secca, pesante, le pergamene accatastate sulle mensole sono ricoperte da uno spesso strato di polvere grigia. Sull'antica scrivania in legno di ciliegio è stata posta una lanterna tradizionale, la cui luce fioca evidenzia le profonde crepe che attraversano i muri e il soffitto.

Mi soffermo ad esaminare un vecchio archivio i cui ripiani si sono curvati verso il basso in una specie di U per sostenere l'eccessivo peso dei rotoli. Alcuni di essi recano titoli familiari, come ad esempio «tecniche di controllo del chakra» e «tecniche di difesa superiore», altri invece sono decorati con dei caratteri sconosciuti dal gusto occidentale.

Afferro uno di questi e lo avvicino alla luce per esaminarlo con più cura. Sono consapevole che all'interno potrebbe celarsi un sortilegio in grado di ferire chiunque voglia leggerne il contenuto senza le dovute precauzioni, tuttavia la curiosità di svelarne i segreti fa palpitare il mio cuore.

Prendo un respiro profondo. Poso la pergamena perfettamente sigillata con un laccio verde sulla scrivania e con le mani compongo una sequenza di mosse che mi consentirà di creare una barriera protettiva temporanea intorno al mio corpo.

«Tecnica dello scudo di cristallo.» sussurro in modo che nessuno all'interno dell'edificio possa sentirmi.

Rimango immobile per qualche secondo, poi allungo le mani in avanti. Quando sto per sciogliere l'intreccio della benda verde avverto uno scricchiolio alle mie spalle. Serro gli occhi e mi affretto ad infilare il rotolo nella tasca a lato della mia gamba sinistra.

Giro la testa a lato e fisso l'uomo che ha appena scostato la porta dalla cornice.

«Maestro.» esclamo con voce piana.

«È molto che aspetti?»

«Non direi.»

«Ti sei procurata le informazioni che ti avevo richiesto?»

Volto nuovamente la testa per nascondere il sorrisetto beffardo di soddisfazione che si è appena formato sulle mie labbra.

«Sì, e sono anche venuta a conoscenza di dettagli che si potrebbero rivelare utili in futuro.»

«Sono tutt'orecchi.»

«Il nome del ragazzino è Sasuke Uchiha.»

Orochimaru richiude finalmente la porta e si posiziona di fronte a me, con il volto pallido illuminato dalla luce giallastra della lanterna. I suoi occhi giallastri sembrano brillare più intensamente.

«Sasuke Uchiha...» ripete con la sua voce.

«Esatto. Come ben saprai è l'ultimo discendente del suo clan.» affermo pettinandomi una ciocca dietro l'orecchio.

«Sì, l'avevo sentito dire.»

«Allora avrai anche sentito dire che fa parte della squadra di un vecchio amico.»

«Vecchio... Amico? Io non ho amici, tanto meno vecchi amici.»

«Ti dice niente il nome Kakashi Hatake?»

«Ma certo. Il tuo ex-compagno di squadra. Il copiatore

«Sì, lui.» replico a voce bassa.

Sul suo volto compare un sorriso compiaciuto.

«La situazione è migliore persino di quanto avessi sperato.» commenta con un ghigno.

Le sue pupille allungate si riducono a fenditure nelle iridi.

«Mi basterà soltanto una parola e io...»

«...Hai il mio consenso. Fa' tutto quello che credi necessario. Ci rivedremo prima della terza prova dell'esame di selezione dei chunin di quest'anno.» conclude a posto mio.

«D'accordo.»

Annuisco e mi dirigo verso l'uscita.

«Aspetta. Un'ultima cosa.» mi trattiene giusto prima che possa afferrare la maniglia.

Gli scaglio una rapida occhiata. Orochimaru sembra essere perfettamente immobile. Mi domando quali altre richieste vorrà farmi prima di lasciarmi andare.

«Voglio assicurarmi che tornerai da me.» spiega.

«Sai che non c'è nulla di più forte della mia parola. Rispetterò i patti a costo della vita.» replico con una punta di arroganza.

Lo sento sorridere con un sospiro.

«Non ne dubito, ma che io mi fidi di te non significa che mi fidi anche degli altri. Farò in modo che a nessuno venga in mente di ostacolarti.»

Il suo collo inizia a deformarsi e ad allungarsi verso di me come il corpo di un serpente. Assottiglio gli occhi per prepararmi al suo attacco, ma quando meno me lo aspetto avverto un dolore pungente alla base del collo, seguito da un rivolo di sangue che mi scorre fino alla spalla. Poso una mano in quella zona e chiudo gli occhi cercando di abituarmi alla sensazione.

«Il mio segno. Ci legherà fino alla fine.»

Sollevo il labbro superiore. I miei occhi si tingono di rabbia e il sinistro inizia a bruciare come se lo avessi appena aperto sott'acqua. In futuro questo segno non farà altro che mettermi nei guai.

Orochimaru ridacchia sottovoce mentre osserva la mia espressione seccata. Sembra affascinato da ciò che vede.

«Il tuo sharingan è davvero maestoso. Nessun altro a questo mondo può vantare una simile forza.»

Sospiro. «Non era necessario marchiarmi. Sai che nessuno può fermarmi per nessuna ragione al mondo.»

«Tieni a mente le mie parole. Una garanzia fisica è sempre più forte di una semplice parola.»

Digrigno i denti ma alla fine lascio che la mia frustrazione scivoli via assieme al segno del mio unico sharingan. È inutile arrabbiarsi con lui.

Esco dalla porta e le mie mani si apprestano a comporre le mosse necessarie a trasportarmi in quella che una volta era la mia casa.

Spazio autrice:

Ciao a tutti e benvenuti in questa nuova storia!

Questo è il primo capitolo, come vi sembra? Fatemelo sapere :3

Ricordi ‣ Kakashi HatakeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora