21. Burattinaio. || ✓

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Prima di farvi leggere il capitolo,
vorrei chiedervi di mettere una stellina alla fine, almeno per sapere se la storia vi stia piacendo o meno..
Grazie a chi lo farà, buona lettura!

Sussulto presa in contro piede.
Mi giro lentamente verso quello, che pensavo fosse il mio braccio destro.
«Nulla!» rispondo secca.

«Nulla?» aggrotta le sopracciglia, in un modo quasi incazzato.

«Stavo cercando il nostro vecchio piano, per portare al termine almeno quello e ho trovato questo -gli mostro il foglio, con tutti i miei dati- cos'è?» chiedo senza giri di parole.

Evita il mio sguardo. «Come vedi, sono dati, Iris.»

«Guardami negli occhi e dimmi questa fottuta verità. Che cosa ci fanno dei miei dati, nel tuo cazzo di cassetto? Eh Jerry?» dico ferma, con gli occhi iniettati di sangue.

Finalmente, mi guarda negli occhi. Non trapela nessuna emozione, come al solito. «Sono dei dati che ho ricevuto dai Superiori ancor prima che ci conoscessimo.»

Strappo il foglio in mille pezzi, sotto il suo sguardo allibito. Sorrido, beffarda. «Bugiardo!» dico soltanto.

Esco dalla sua camera e mi rintano nella mia, con la consapevolezza che sta volta, il nostro rapporto è morto davvero.
Non era la prima volta che io e Jerry litigavamo, ci sono stati momenti che ci puntavamo anche coltelli alla gola.
Ma alla fine, abbiamo sempre trovato un modo di fare pace, con la verità.

«Che casino..» sussurro al nulla.

Mi giro nel letto, non trovando pace.
Ho un peso allo stomaco e no, non è affatto "l'ansia" che il piano vada distrutto, ma è come se non potessi più fidarmi di Jerry.
L'unica persona a cui avevo dato la mia merdosa vita, mi ha pugnalato alle spalle.
Mi ha uccisa.
E magari, sarà niente adesso.. sarò esagerata e paranoica, ma li ho visti i tremolii delle labbra. Il tic all'occhio.
Ogni qualvolta che gli capitano "sintomi" del genere, so per certo che dica solo balle.

Stufa di non prendere sonno, con uno sbuffo, mi alzo dal letto con la voglia matta di colpire il mio sacco da boxe.
Mi dirigo a poche falcate nella sala attrezzi e accendo la luce.
Il silenzio che eleggia nella camera, mi trasmette calma.
Mi avvicino al piccolo borsone con all'interno due guantoni e li osservo per un po'.
Scuoto la testa sorridendo e decido di colpire il sacco a mani nude.
Per riscaldarmi, saltello sul posto per un po', poi, rilasso i muscoli del collo facendogli fare due giri a destra e due a sinistra.

Prendo un sospiro e lo inizio a colpire con il primo pugno destro.
Brucia un po', ma almeno sento qualcosa!
Mentre lo colpisco, trovo una calma appagante che non saprei nemmeno descriverla.
Ripenso un po' a tutti a dire il vero.

A quando ho visto mia madre morire tra le mie braccia.
Primo colpo.

A quando mio fratello e mio padre hanno iniziato ad usarmi a piacimento loro, ingannandomi.
Secondo colpo.

A quando sono stata scambiata come macchina da guerra dai Superiori.
Terzo colpo.

A quei fratelli che, anche se non lo ammetto mai, mi hanno cambiato la quotidianità.
Quarto colpo.

Mi fermo soltanto per via del mio sangue che macchia il pavimento.
Sbuffo irritata e vado verso il mio bagno personale, prendendo un pezzo di carta igienica e, tornando nella sala attrezzi, lo pulisco.
Dopo di che, spengo la luce e me ne ritorno in camera.
Rientro dentro il bagno e dallo sportello accanto al lavandino, prendo un pezzo di cotone e dell'acqua ossigenata.
Disinfetto velocemente le mie nocche sbucciate e butto il tutto dentro il cestino.
Torno sotto le coperte e dopo un po, alle quattro del mattino, trovo il sonno.

I'm Scared || COMPLETA - IN REVISIONEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora