Un anno prima
«Non mi convince.» annuncio.
«Troppo basso!»«Killer,così rimarremo senza!» ride di gusto Chroff.
«Nah! Io basto e avanzo in fondo.. no?»
«Si, no, chi lo sa? Ma comunque fila ad allenarti che domattina presto hai da fare.» l'occhiata di Liff, mi fa andare via senza fiatare.
Cammino per i corridoi tirati a lucido della struttura, arrivando alla stanza numero 7335: la mia.
Apro la porta di metallo e mi infilo dentro chiudendola alle mie spalle.
Lancio ancora una volta un occhiata alla stanza e sospiro: che ci faccio qui?
Il letto matrimoniale, sembra non volermi e i vestiti appallottolati sulla sedia in legno aspettano di essere lavati.«Cazzo!» borbotto.
«Quasi quasi, preferisco avere Denise intorno con le sue lacrime.» ma poi, rimangio tutto.Una settimana.
Era passata una settimana dopo il casino che per me, era un terremoto.
I fratelli Reed, erano partiti dalla propria madre e non avevano chiamato più, Jerry era sparito nel nulla ed io ero stanca.
Avevo provato di tutto, iniziando all'avere una vita normale a non uccidere persone che mi intralciavano la strada.
Così, per caso, avevo deciso di andare nell'unico posto dove potevo essere me stessa senza cambiare per altri: dai Superiori.Ero stata una pazza e ancora oggi, a distanza di 7 giorni, ancora pensavo di tornare indietro ma no.
Non potevo e una piccola parte di me, non voleva.
Sono diventata la preferita adesso, e sono felice come quando a 16 anni, avevo ricevuto il mio primo fucile.Sospiro, andando verso il bagno e spogliandomi, mi guardo allo specchio.
Il mio riflesso, vorrebbe urlarmi di far schifo e di far pena, io dico soltanto: C'è la farò, come sempre.
Apro l'acqua del rubinetto e metto le mani a conca sotto il getto tiepido e portarli in faccia, riuscendo quasi a fare sciogliere i muscoli facciali.
E poi ci penso, a quando Jerry era felice come un bimbo quando stavamo partendo.
A Logan che con i suoi occhi mi scrutava attento, a Neil che con il suo essere stronzo mi facevi un po'ridere.
Un po'.
E a Denise che voleva essere mia amica, che poi io di amici.. non ne vedo nemmeno l'ombra«Iris, sei il capo dell'inferno. Puoi farcela, non ti manca nulla.» mi dico.
Torno in stanza e prendo un leggins e una canottiera, li indosso e mi faccio una coda alta.
Mi odio.
Prendo il borsone che ho usato per tutto questo tempo vicino al letto e lo metto in spalla.
Mi odio.
Esco dalla stanza e vado verso un'altra.
Mi odio.
Apro la porta della palestra e l'odore di vecchio, inonda le mie narici.
Mi odio.
Intravedo come un lampo di luce in sacco nero da boxe e mi avvicino immediatamente, senza contare minimamente gli sguardi straniti delle persone all'interno.
Mi odio.
Dal borsone, estraggo le fasce rosse e le avvolgo nelle mani screpolate e rotte, proprio come me.
Mi odio.
E lo colpisco il sacco, con tutta la rabbia in un solo pugno che lo fa oscillare a destra e a sinistrata.
Mi odio.
Colpisco il sacco con una rabbia cieca come se fossero i demoni che danzano in cerchio al mio fianco.
Lo colpisco più volte per dargli una colpa che non ha ma qualcosa, deve essere un Caprio espiratorio.
I demoni mi venerano ma mi sorridono beffardi delle mie paure che ancora graffiano la mia schiena e sono attaccate alle mie spalle.Mi odio.
Colpisco ancora, pensando di tornare a casa e trovare mamma con i suoi sorrisi sdentati e i suoi rimproveri a fin di bene.
A Sam che mi coccolava.
A papà che rideva con me.Mi odio.
A Jerry che c'era e poi se n'è andato.
A Denise che era insopportabile.
A Neil che litigava spesso con sua sorella.
A Logan, l'unico che ha fatto un piccolo buchetto nella mia anima, facendo intravedere una lucciola piccola e indifesa.Non-
Mi odio.Colpisco, ancora e ancora e ancora e ancora.
Sentendo il tetto vecchio schiacciato dalla pioggia che mi calma subito.
Mi fermo e respiro piano.
Tutti si sono fermati e una mia occhiata, li fa iniziare dinuovo.
Respiro ancora.
Più forte.
Con meno dolore di prima.
Bevo un sorso d'acqua dalla bottiglietta accanto al borsone e tolgo le fasce, riposizionandole al suo posto.
Prendo la borsa e cammino a grande falcate verso l'uscita, arrivando nel cortile deserto e il prato non curato pieno di pozzanghere.Mi odio.
Mi odio.
Mi odio.
Mi odio.
Mi odio.
Mi odio.Butto malamente l'oggetto di stoffa a terra e mi incammino al centro del cortile grande.
Mi siedo a gambe incrociate e chiudo gli occhi, tornando a respirare normalmente.
Alzo la testa ancora con le palpebre abbassate e sorrido come una scema.No, non mi odio.
E urlo.
Urlo forte.
Tanto.
Da sentire le corde vocali bruciare e spezzarsi, forse.No, non mi odio.
I demoni si tappano le orecchie e tornano da dove sono venuti e si coprono le teste, aspettando in silenzio un mio ritorno che arriva fra un po'.
Fra un po' troppo.No, non mi odio.
«Iris! Che cazzo stai facendo?» le urla sovrastano quasi la pioggia.
«Mi accetto.» rispondo con gli occhi chiusi e la testa piegata in alto.
«Ti accetti per cosa? Iris torna dentro e allenati.» ringhia Chroff.
«Mi sono allenata, non vedi? Ho rabbia a sufficienza per uccidere tutti quanti.
Perfino te.»Silenzio.
«Torna dentro o ti uccido.» risponde dopo un po'.
Mi giro verso di lui e faccio scontrare i suoi occhi nascosti dalla maschera di volpe con i miei.
Un pozzo senza fondo.
Non torni.
Affondi.«Torna fra un po', prenderai un malanno.» dice, allontanandosi.
Abbassa la cresta e torna dentro.
Io resto.
Con lei.
Ancora un po'.
Forse un po' troppo.
E sorrido ancora.
No, non mi odio.
Ancora.
Va bene così.
Forse.
Non sono sola.
Credo.
C'è la pioggia.
Dinuovo.
STAI LEGGENDO
I'm Scared || COMPLETA - IN REVISIONE
Mystery / ThrillerIris Darwin è tutto fuorché la tipica ragazza bella che ama stare in compagnia a parlare di ragazzi o di quanto sia bello il vestito che indossa. Lei è il diavolo travestito da un paio di occhi azzurri profondi come un pozzo senza fondo e un fisico...