15. Pioggia. {PRIMA PARTE.} || ✓

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Pov's Logan.

"Il mondo è strano." mi dicevano sempre.
"Perchè?" chiedevo, ingenuo.
"Le persone." rispondevano.

Oggi, a quasi 20 anni, forse ho capito realmente il significato di quelle parole, scambiate con un closhard.
Ho anche un esempio, a dire il vero.
Lara Jhon.
O meglio dire.. Iris.
Giá, ho scoperto che quello, non era il suo vero nome.
Ha detto cose false a tutti quanti noi.
E a dire il vero, un po' ci sono rimasto.
Mi ero quasi affezionato a lei.

Avevo conosciuto sfumature di lei che credo nessuno le abbia mai viste
Come ad esempio, che mangia il cono gelato con un cucchiaino.
O che le piacciono gli 1D perché certe volte, a quelle canzoni, si mette a battere il piede a ritmo e sorride come una scema.
Oppure, la cosa fondamentale, credo, che ami la pioggia.
Molte volte, quando era nervosa, l'ho vista che fissava la pioggia incantata e subito dopo tornava tranquilla.

È strana in tutto e per tutto, a dire il vero.
Ma è unica nel suo genere.
Adesso, è seduta sulla poltroncina in salotto di casa sua. Guarda le goccioline d'acqua che scendono lentamente dal vetro esterno della finestra.
È impassibile, credo.

«Allora?» chiede sospirando, girandosi verso di noi.
«Mi chiamo Iris, quindi? Cosa volete?»

Mio fratello Neil, più incazzato che mai, le risponde subito a tono.
«Ma come fai ad essere così tranquilla, eh? Come? Hai detto cazzate a tutti quanti e non ti vergogni per niente?» sbraita come un pazzo.

Lei, in risposta sorride.
E sia io che mio fratello, la guardiamo interrogativa.
«Vi piace la pioggia?» chiede.

«Ma che hai in quel fottuto cervello?» urla ancora Neil.

«Credo delle idee, dei progetti.. Oh, e anche una vendetta.» ribatte.

«Vendetta?» chiedo, non capendo ancora.

«Si.» risponde, alzandosi.
Mette le braccia incrociate dietro la schiena e guarda i suoi anfibi neri ormai consumati dal tempo.
Inizia a camminare a tondo per tutta la casa come una pazza appena uscita dal manicomio.
«Non so se ti è mai successo, intendo che ti sia mai morto qualcuno ti caro.
Come un nonno, una nonna, uno zio o una zia, o perfino, una mamma.» si ferma, davanti a me.
«A me si, sai? Ed è la cosa più orribile che mi sia mai successa.»

E mentre parla, nei suoi occhi vedo una luce diversa dal solito.

«L'avete mai sentita la frase: "quando hai quasi tutto, ma ti manca quel quasi."?» chiede ancora, girando per il salotto.

«Senti, pazza psicopatica..» Neil si alza e l'affianca immediata, più turbato che mai.
«Basta cambiare discorsi, dicci cosa vuoi e finiamola qui.
Vuoi dei soldi per caso? Per questo hai fatto la falsa davanti a tutti?»

La sua risata echeggia in tutto il salotto, si tiene la pancia con le piccole mani dalla pelle pallida.
Si affretta ad asciugare una lacrima traditrice per via delle troppe risate e sospira.
«Soldi?» chiede, con ancora quel sorriso beffardo.
«A me i soldi non mancano, tesoro!
Voglio solo sapere come mai tu sia così sicuro che io mi chiami Iris.»

«I documenti.» ribatto.
«Nei tuoi documenti è tutto falso, lo si capisce dal luogo in qui sei nata.
Italia? Mh.. il tuo nome è inglese.
E i giornali.»

Il suo pugno che va a contatto con il tavolino in legno, ci fa sussultare immediatamente.

«Siete degli stupidi.»urla.
«Stupidi burattini che non capite nemmeno che il vostro burattinaio è proprio accanto voi.»

Con una mano, si tocca i capelli e sospira.
Punta gli occhi al pavimento e giuro di aver sentito "Satana aiutami tu."

«Mi chiamo Iris,okay? Contenti amiconi del cazzo? Ma poi, cosa vi importa a voi della mia identità?
O brutto inferno, vorrei uccidere qualcuno adesso.» mormora alla fine.

«Vorremmo sapere perché hai mentito.
Oh, e scusami tanto se è poco "amicona", ma la cosa assurda è che vorremmo anche sapere se ci stiamo dentro anche noi.» ringhio.
Sto per perdere la pazienza ma il suo sorriso sadico, fa scollegare i fili pazienti rimasti.

«Cosa vorreste sapere?» chiede di punto in bianco.
Si risiede nella stessa posizione di prima e intreccia le dita sulla pancia piatta.
«Dai andiamo, fatemi delle domande su. Sarò felice di rispondere a tutto. E si, ci siete dentro anche voi, forse più di me.» fa spallucce come se niente fosse.

«Qual'è il tuo vero nome?» è la prima cosa che chiede mio fratello.

«Iris Darwin.»

«Da dove vieni?»

«Da Roma.»

«Perchè sei qui?»

«O Satana mio, ma vuoi anche sapere quante volte vado in bagno?
Comunque, ho una missione personale.» risponde, alzando gli occhi al cielo più tranquilla che mai.

«Cosa c'entriamo noi?» chiedo io, invece. Bloccando ogni parola di mio fratello.

Sposta lo sguardo da me e mio fratello per una manciata di secondi, poi la risposta definitiva arriva.
«Ma siete stupidi? Siete voi il mio piano, buongiornooo! Ci siete o ci fate?»

«Non ci credo...» mormoro.
«Non può essere vero...»

«Beh, amici miei.. chiamate anche la sorellina che ora è il momento di raccontarvi una storia.» sorride.

Io e Neil, ci guardiamo per un po' spaesati, così decido di chiamare immediatamente Denise.
«Vieni a casa di Ir...Lara. È importante.» la voce trema e non sono più sicuro di quello che voglio ascoltare.

«Okay.. ma.. ma è successo qualcosa si grave?»

«Non lo so Denise, vieni e basta.» dico prima di staccare la chiamata.

I'm Scared || COMPLETA - IN REVISIONEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora