39.Ritorni {PARTE 1}. || ✓

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Un anno fa

«Iris, Iris. Inutile che scappi, sto arrivando!»

Mi tappo la bocca per non far sentire il mio respiro irregolare.
Mi guardo intorno frenetica in cerca di qualche punto dove possa nascondermi ma è troppo tardi, lui è qui!

«Vieni tesoro di papà, la mamma è di sotto che ci aspetta.» sorride sernione, prendendomi per un braccio e trascinandomi verso il piano di sotto.

«Papá, mamma non c'è!» dico con gli occhi sgranati.

«Lo so tesoro, era per farti uscire. Comunque, oggi guarderemo un bel film.. ti va?» il suo sorriso non mi dice niente di buono ma annuisco titubante.

Arriviamo in salotto dove c'è Sam accovacciato sul divano e appena mi vede, si passa una mano sul cavallo dei pantaloni e allora capisco.
Succederà dinuovo e non posso fare a meno che sperare che tutto passi.

Gemiti, spinte, urla, liquido caldo e denso sulla pancia.
La mia testa rivolta verso la finestra, che in silenzio guarda il sole calare poco dopo.
Poi, il nulla.

Apro gli occhi di scatto con il fiatone.
Mi alzo dal letto e corro in bagno, ritrovandomi abbracciata al water e a vomitare il niente.
Mi sciacquo la faccia con l'acqua ghiacciata e vado di sotto per prendere in bicchiere d'acqua e mi lascio appggiare dinuovo nel letto disfatto con le lenzuola aggrovigliate.
Mi accovaccio supina sul materasso, chiudendo gli occhi ma un rumore di scatto mie li fa riaprire allarmata.
Allungo la mano sotto il cuscino dove tengo il mio coltello, lo prendo e subito sento il manico ruvido.

«Shhh, sta zitto pa' tanto è qui.» sussurra una voce roca al di là della porta.

Mi si rompe l'anima a sentire quella voce dinuovo.
La porta della mia camera da letto viene aperta lentamente e dei passi pesanti fanno l'ingresso.

«Guarda papà, dorme proprio come una bambina. Non vedo l'ora di farmela dinuovo.»

«Sta zitto, Sam. Tocca a me per primo, lo sai.» biascica la sua voce.

Strizzo gli occhi e stringo il manico del coltello più forte che posso.
Sento i palmi sudare ma posso farcela.
Quanto vorrei che Jerry fosse qui.. quando lo vorrei.

«Al mio tre la leghiamo, okay?»  chiede ancora, quello che fosse mio fratello una volta.

«Uno.»

Uno.

«Due.»

Due.

«Tre.»

Tre.

Mi alzo di scatto con il coltello in mano e lo pianto nella mano di Sam come se fossi indemoniata.

«Cosa ci fate qui?» ringhio.

Colpendolo ancora, e ancora e ancora.
Mio padre si avvicina e provo a colpirlo ma invano perché mi prende e il mio corpo si irrigidisce di colpo come una statua di marmo e le immagini si susseguono uno dietro l'altra.
L'ultima cosa che vedo, prima di uscire di casa, è Danger che ringhia come un pazzo verso i miei ormai ex familiari.
Perché poi, il buio mi prende con sé.

***

«Stai bene?»

«..dolore, qui!»

«É pazza!»

«...diventata in questo modo e non so perché.»

Voci sconnesse, odore di bruciato e bruciore tra i polsi e le gambe.
Apro gli occhi lentamente e metto a fuoco la stanza sconosciuta: non è la mia.
Il mio cuore accartocciato inizia a battere velocemente, tanto da farmi male la cassa toracica.

«Oh, la bimba si è svegliata.»

Vedo la figura di mio padre capovolta, come se fossi sdraiata e mi guardo il corpo, ero nuda.
Un colpo al cuore.
Ancora.
All'anima, ancora.
E alla testa, ancora.

«Visto che ti sei comportata male, vorrei punirti ma non ci vediamo da tanto.. beh, allora ti perdoniamo!» sorride con i denti ingialliti dal fumo e dal bourbon.

«Stava per uccidermi, io non la perdono nemmeno se mi fa un pompino!»

Immagini che passano davanti ai miei occhi azzurri, mi fanno rabbrividire.
Ma la cosa che mi fa disconnettere sono le mani di mio padre che mi toccano ancora.
Provo a muovermi, sembrando un serpente in trappola ma invano.
È dentro di me ed io rimango così in silenzio.
A contemplare il soffitto pieno di polvere e ragnatele.
La finestra non c'è.
La luce, nemmeno.
Non c'è nemmeno Jerry che mi ride divertito per le mie frittelle bruciate.

«Quanto mi sei m-manca, bambina!» e geme lui.
E parla, spinge e quel liquido caldo che cade sulla pancia.

Come si fa a piangere?
E a scappare?
Come posso tornare a casa da Jerry?
E dai miei amici fedeli?
Ho paura.
Tanta.
È tornato lupo cattivo e non so se cappuccetto rosso riuscirà a tornare dalla nonna.

***

Passano giorni e settimane, la storia si ripete sempre.
Alle 7:00 del mattino, vogliono la voglia mattutina.
Alle 17:00 del pomeriggio, anche.
Alle 03:00 ancora.
E poi dinuovo, ancora e ancora.
Senza stancarsi mai.
Mi è venuto il ciclo fortunatamente ma loro hanno continuato.
Sono rimasta legata senza aver toccato cibo perché non ho fame ma ho bevuto un sorso d'acqua ogni due giorni.
La mia mente si rifiuta di vedere e di ascoltare.

Ora sono immobile, sono le 03:00 di notte e il soffitto sporco mi fa un po' immaginare Jerry, mentre si diverte a dare pugni al sacco da boxe e ad alzare i pesi.
La porta cigola, ancora.
Passi pesanti.
Cintura slacciata.
Spinte.
Gemiti.
Urla.
«Brava bambina.»
E ancora, ancora.

Voglio morire.
Non voglio stare qui.
Per favore, Satana.. prendimi con te.
Portami all'inferno e fai ciò che vuoi di me, sarà meglio che stare qui in questo momento.
Si allontana, sale le scale e chiude la porta.
Poi il turno del più piccolo.
E si ripete.
Ancora.
Ancora.
Ancora.

Voglio morire, per favore basta.
Lasciatemi in pace.
Come si piange?
Come si scappa?

»spazio autrice!
Mi sono messa a piangere a scrivere questo capitolo, giuro!
L'anno nero di Iris sembra appena iniziato..😕

I'm Scared || COMPLETA - IN REVISIONEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora