«Mi passi lo zucchero?» mi chiede Jerry, dall'altra parte del tavolo.
Annuisco e glielo passo.
«Mi passi lo sciroppo d'acero?» chiedo io, invece.Lui, annuisce e me lo passa.
Ammetto che è una cosa imbarazzante dopo ieri sera.
E se la vostra mente chiede se sia successo qualcosa, la risposta è NO.
Ho provato ad andare oltre ma.. sono venute fuori immagini assurde che ho provato in tutti i modi ad eliminarle, ma più andavo avanti, più il dolore era insopportabile.Così, Jerry ha deciso di lasciare perdere e farmi addormentare con lui come sempre.
Non nego che è stato una cosa stupida, ma da un lato sono felice che non ci siamo spinti oltre. La nostra amicizia vale molto di più che del semplice sesso.«Io vado, ho degli impegni. Non ci sarò oggi a lezione, quindi non aspettarmi.» annuncia, alzandosi dalla sedia e sistemandosi la giacca elegante che si è messo.
«Cosa devi fare?» chiedo, alzandomi a mia volta.
«Affari.» ribatte.
Cerca i suoi occhiali Rayban e li posiziona sul naso.
Prima di uscire dalla porta d'ingresso, si ferma e si volta verso di me.«Non aspettarmi nemmeno a pranzo o cena, non ci sarò.» mormora.
Esito qualche istante e prima che esca de tutto di casa, lo fermo.
«È per ieri sera? Mi dispiace Jerry, sul serio. Ho sbagliato tutto, credimi.. non vo-»«No.» mi blocca.
Mi prende la faccia tra le sue mani grandi e calde e mi sorride.
«È tutto okay. È stato stupido. Rimarremmo sempre Satana e il braccio destro, va bene?»Annuisco sospirando, mentre lui mi dà un bacio in fronte ed esce del tutto dalla mia vista.
Io, guardo l'ora sull'orologio appeso alla parete del salotto e alzo gli occhi al cielo.
Oggi, parlerò del piano con i tre fratelli ricconi e anche se sono eccitata al massimo che finalmente, posso avere la testa di William in un vassoio d'argento, dall'altra odio passare del tempo con degli inutili ragazzini che pensano soltanto ai soldi.Afferro la mia tracolla ed esco di casa velocemente, apro il garage e prendo la mia Ferrari rossa fiammante, ci entro dentro e mi perdo qualche secondo ad ammirare la sistemazione perfetta che c'è all'interno
Sospiro per la mancanza che ho per le corse e metto in moto, andando verso questa Università del cazzo.Appena arrivata, parcheggio perfettamente la mia auto e scendo, chiudendo poi lo sportello.
Con un click del telecomandino chiudo definitamente le portiere.
Inizio a camminare -sotto gli sguardi sognanti degli studenti sulla mia vettura- nel grande giardino verso l'entrata principale e subito dopo, mi assalgono le urla di Denise Reed.«IRIS!» urla, facendo girare un gruppo di ragazzi.
Appena accanto a me, le dò uno schiaffo sulla nuca.
«Ma sei impazzita? Sono ricercata in tutta l'Italia e mezza Stati Uniti, non chiamarmi con il mio vero nome!» dico a denti stretti.«Scusa..» mormora, massaggiandosi la parte colpita.
«Comunque, ci vediamo in ricreazione a mensa per.. quel fatto..» balbetta.«Mh, mh.»
La supero ed entro dentro la mia aula di Economia Aziendale, mi siedo accanto ad una ragazza che sta masticando con la bocca aperta una chwingam e poso la borsa a terra.
Pian piano, la classe si riempie e l'arrivo della prof. Zelda fa stare tutti in silenzio,tranne quella stupida ragazzina accanto a me.
Faccio un respiro profondo per non sbatterle la testa sul banco e mi metto a disegnare dei cerchi sul foglio bianco davanti a me.«Showlder, venga qui e mi completi l'esercito numero 9 di pagina 138.» la prof, chiama un ragazzo occhialuto alla lavagna.
«Si cioè no. Non mi frega capisci? È uno stronzo.» la stupida accanto a me, registra un audio masticando come un cammello.
Se avesse continuato, giuro che l'avrei ammazzata davanti a tutti.«Mh,mh. Zero, zero, sei, punto. Uau. Okay.»
Con una presa salda, la prendo dai capelli e sbatto la sua testa sul banco, combinando un tonfo sordo.
«Ingoiati quella merda che hai in bocca e stai zitta o giuro che ti uccido.» mormoro a denti stretti.La tipa annuisce e fa quello che le dico ma il richiamo della professoressa, interrompe i miei pensieri omicida.
«Signorina Jhon! Le sembra un comportamento adeguato? Vada immediatamente dal preside.» urla come una pazza.
«Finalmente, almeno non dovrò sopportare anche la sua voce.» Brontolo, prendendo la tracolla.
Esco dall'aula e in poche falcate, arrivo all'ufficio del dirigente scolastico.
Busso alla porta e un "avanti" mi fa entrare.«Salve!» dico, facendo il saluto da militare.
Nel frattempo, mi siedo sulla poltrona riposta davanti all' scrivania.«Lei è la signorina John, giusto? Cosa succede?» intreccia le dita delle mani e appoggia il mento su di esse.
«Nulla di che.» affermo più convinta che mai.
«"Nulla di che" non è una risposta. Se si trova qui c'è un motivo, non crede?»
«Ho soltanto detto alla mia compagna di banco di ingoiarsi la chwingam perché era irritante il modo in cui masticava. Va bene?» allargo le braccia in modo teatrale.
«Che stupidaggine..» mormora.
«Torni in classe e che una cosa del genere non ricapiti più, bla bla bla.»Alzo le sopracciglia scioccata più che mai e sospiro annoiata.
Alzo le spalle e senza salutare esco dal suo ufficio.
Cammino nei corridoi annoiata e di non vedere l'ora di tornare a casa e dare qualche pugno a quel sacco da boxe.Ma come ci sono finita qui? Volevo solo una vita normale. Con il mio amico, i miei affari, una scuola buona, un lavoro ottimo magari.
E invece? È andato tutto male.I miei pensieri vengono interrotti da delle voci che conosco fin troppo bene.
I miei piedi si fermano all'angolo del bar.«Non mi fido.»
«Neanche io, lo sai Neil! Ma come facciamo? Nostro padre è un assassino, abbiamo la possibilità di vedere nostra madre capisci? Dopo anni, abbiamo quest'opportunità!» ribatte Logan.
«Sei così sicuro che nostro padre sia un assassino? No perché sai, quella è una sadica e ripeto che non mi fido.»
«Neil..» sospira.
«Lo so ho detto. Ma cosa abbiamo da perdere ormai? Quella "sadica" ci porterà li e in cambio non le daremo nulla. Potremmo incastrarla.»«Hai ragione.. è soltanto u-»
La mia entrata di scena, li fa smettere di parlare immediatamente.
«Sono un capolavoro di Satana amici miei. E credetemi, che quelli incastrati siete voi, non di certo io.» rido a crepapelle come non ho mai fatto in vita mia.
Sotto i loro sguardi increduli, incazzati, spaesati.. spaventati.E mi fa così bene tutto questo male che loro provano, perché io vivo di questo.
Del male altrui, delle sfortune altrui.
Sono Iris Darwin e nessuno potrà mai domarmi. Sarò sempre un passo davanti a loro e nemmeno se ne accorgeranno.
STAI LEGGENDO
I'm Scared || COMPLETA - IN REVISIONE
Misteri / ThrillerIris Darwin è tutto fuorché la tipica ragazza bella che ama stare in compagnia a parlare di ragazzi o di quanto sia bello il vestito che indossa. Lei è il diavolo travestito da un paio di occhi azzurri profondi come un pozzo senza fondo e un fisico...