31. Il professore di educazione fisica. || ✓

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Arrivata a casa sudata come un piccolo cagnolino bagnato e dopo essermi fatta una doccia per bene, sono scesa in salotto dove c'era la famiglia riunita.
Ovviamente, mi hanno fatto domande su domande del tipo: " ma perché hai portato delle granate se non le hai usate?" Oppure.. " ma perché eri alla South? E Jerry, sta bene?"

Ho fatto un ringhio peggio di Danger che li ha fatto ammutolire del tutto.
Poi, sono andata a fare visita ai miei cani e Denise ha avuto un quasi-infarto per via di Danger, appena l'ha visto.
Dark, invece, ha quasi ucciso Neil perché per sbaglio aveva sfiorato la mia spalla con la sua.
Inutile dire che ero morta dalle risate letteralmente, per via della loro faccia.

«Allora, che si fa?» sospira la donnina.

«Voi, ve ne andate. Io, beh.. mangio e vado a dormire.» ribatto semplicemente.

«Non vogliamo lasciarti sola proprio adesso, dopo il casino che hai avuto in sole tre ore.» aggiunge Logan.

«Avete l'università, voi. Andatevene, sul serio.
Ho avuto la lezione: la vita normale per Iris Darwin, non può esistere.»

«Vita normale? Perché, ne volevi una?» ribatte adesso Neil.

«Beh.. si. È per questo che sono qui, no?»

E le loro facce stupide, dicono tutto.

«Prendetemi in giro, avanti.» faccio un gesto della mano.

«No.. è una cosa bella dopo tutto ciò che hai passato.
La tua forza è da invidiare.» gli occhi lucidi di Denise, mi fanno grugnire dalla rabbia.

Ma a parte piangere, non sa fare altro?

«Che ne dici invece, di andare a dormire e domattina andiamo insieme al college?» propone Logan.

«Esatto, perché no? Ti faremo vivere una vita normale come non mai.» rincara la dose Neil.

E sto per dirgli che non c'è bisogno, che il mio posto è qui da sola.
A bruciare tra le fiamme insieme agli altri demoni che mi ballano attorno come ombre, ma una risata fin troppo familiare giunge alle mie orecchie.

«Che quadretto, mi hai sostituito subito a quanto vedo.» ride ancora.

Mi irrigidisco sul posto, mentre le persone intorno a me guardano l'uomo con curiosità mista a paura.

«Eddai, hai perso la lingua Iris?» ride beffardo.

Alle narici, il profumo forte di whisky e fumo arriva forte, chiaro segno che si è avvicinato più del dovuto.
La mia espressione da rigida, arriva ad arrabbiata e scatto all'impiedi fulminea.

«Stronzo! Cosa ci fai a casa mia?» urlo talmente forte da sentire il sussulto di Denise.

«Ti ricordo, che questa è anche casa mia.»

«Non lo è più da quando hai decido di mentirmi. Quindi torna da dove sei venuto.»

Ghigna senza rispondere e mi gira attorno come un felino fa con la sua preda.
Sa che è il mio punto debole e gioca a favore, il bastardo.
Ma dopo l'anno nero che ho passato, non sa che sono diventata più forte.

«Bene, bene, bene. Posso constatare che il mostriciattolo che tieni all'interno non vale più come una volta.
Ma senti.. come procede con l'università, i mondani e questi tre cagasotto?» chiede, fermandosi davanti a me.

Sento un nodo in gola ma lo sciolgo subito come sono solita fare e sorrido perfida: «Mh, bene direi. Finalmente la vita normale che tanto attendevo, c'è l'ho. E tu? Come stai?»

Sembra che il colpo vada assegno ma si riprende subito come è solito fare.
Lo conosco troppo bene ormai, so che anche lui voleva togliersi tutti i problemi di dosso ed essere un semplice uomo d'affari con le palle.

«Non mi lamento.»

«Iris.. ma.. cosa ci fa il professore di educazione fisica qui?» la voce di Logan, arriva forte e chiara ai miei timpani.

Mi giro verso di lui e lo vedo intento a guardarci stralunato.
«Oh che sbadata! Vi presento il mio ex braccio destro,Jerry.»

Il diretto interessato, trasalisce e con un colpo secco mi dà un pugno in faccia.
L'urlo disumano di Denise mi risveglia dal colpo immediatamente.
Rispondo con un altro pugno che va in contatto con il suo setto nasale che sanguina subito dopo.

«Ex? Maledetta bastarda! Ti ho salvato il culo troppe volte per i miei gusti, e mi ripaghi così?» ribatte con un calcio che arriva alle mie costole.

Mi piego in due per i dolore che mi blocca il respiro, ma mi rialzo subito.
Mi avvento di lui con il mio gancio destro che viene bloccato e onestamente, me lo aspettavo.
E mentre è distratto dai miei due pozzi, la mia gamba sinistra si alza in tutta la sua lunghezza e va schiantarsi con la sua testa.

«Da quanto mi hai mentito, non sei altro che un estraneo per me.» ribatto gelida, dandogli il colpo di grazia sui suoi gioiellini.

«Maledetta!» sibila.
«Sono qui per le spiegazioni ma tu come ogni volta, concludi in modo affrettato.» con il viso rosso, prende la sua calibro 22 e la punta verso la mia spalla, perforata da un proiettile.

«Aiutala!»

«Dividili!»

«Cazzo!»

Le voci sono ovattate, non sento niente.
Le orecchie mi fischiano.
Il respiro accelera.
Il nero delle mie pupille macchia l'azzurro dei miei occhi.
Mi alzo, non sentendo più dolore.
Barcollando per la botta, mi avvicino al suo corpo accovacciato in due e con le mie dita affusolate gli alzo in mento.

«Non dovevi farlo.» sussurro in modo impercettibile.

In un gesto fulmineo, estraggo il coltello da viaggio dai jeans neri e la lama conficca il suo fianco e traccia una linea che fa a finire su tutto il torace.

«Guarda un po', siamo marchiati insieme adesso.
Come ci si sente, bugiardo che non sei altro?
Volevi la mia vita in mano e ci hai giocato, ma ora che sei cosciente e senti una parte di dolore, come ci si sente?» estraggo l'arma e la rimetto al suo posto.

Non fiata, i suoi respiri sono lenti.
Sta morendo, forse.
Sto perdendo l'uomo più importante.
Il mostro non mi permette di muovermi.
Sta bloccando Iris, adesso.
Lei scaccia e urla per salvarlo, il mostro invece, rimane a guardare la scena come un film al cinema.
Si accascia a terra e per un momento, trovo anche piacere misto ad un altro sentimento: senso di colpa.

I'm Scared || COMPLETA - IN REVISIONEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora