17. Pioggia. {TERZA PARTE.} || ✓

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Al mondo, esistono due specie: la prima, è quella che vuole essere amica tutti, perfino delle pietre. La seconda, è quella solitaria che preferisce avere niente piuttosto che tutto.

Io, faccio parte della seconda ovviamente. L'ho capito soltanto dopo aver raccontato la verità a tutti e tre fratelli ricconi.

Io in fin dei conti chi ho? Nessuno.
Jerry? Beh, so che prima o poi mi abbandonerà.
Ne sono sicura ormai, tutti lo fanno.
Ormai sono rimasta sola con me stessa e con la mia personalità introversa.

So di essere un tipo difficile ma arrivare a rimanere sola per tutta la vita, non è normale.. credo.

«A cosa pensi?» la voce di Logan mi riporta alla realtà e mi fa staccare gli occhi dalla pioggia che batte violentemente al vetro della finestra.

«Nulla di importante.» ribatto, girandomi verso di lui.
«Quindi? Com'è finita, si farà o no il patto?»

Sospira e gira un secondo la testa per guardare meglio le facce dei due ragazzi, seduti sulle poltrone.
«Non lo so, ma secondo te.. uccidere nostro padre e avere un viaggio a Dubai gratis è una scelta normale secondo te?» innarca un sopracciglio.

Alzo le spalle, sorridendo al mio solito.
E si, ho fatto un patto del genere con loro. Ovviamente non sanno cosa li aspetterà li, ma sanno che c'è qualcosa che potrà stimolare il loro interesse.
L'ho capito dal loro annaspare "tragico", diciamo.
«Credo di si.»

«Non sei normale, lo sai?»

«Sono unica nel mio genere però. So che Dubai è molto importante per voi, quindi ho fatto uno scambio equo. Dopo ciò che sapete, so che vostro padre sarà un mostro ai vostri occhi e non posso negarlo.»

«Ho paura.»

«E di cosa? Di prendere un aereo? Io ho passato ben cose più peggiori amico e credimi, se potessi.. le farei passare anche voi.»

«Pensavo che dicessi la solita frase del tipo "non lo augurerei nemmeno al mio peggior nemico".» ride, sapendo di dire la cosa sbagliata.

«Ti sbagliavi.» dico, appunto.
Sospiro annoiata e raggiungo gli altri due che mi stanno dando i nervi con tutta questa attesa.
«Quindi?» urlo battendo le mani, facendoli saltare in aria.
«State sprecando tempoe nemmeno lo sapete. Entro domani alle 12:00, voglio la risposta sennò, faccio al solito mio.»

«Ovvero?» chiede Denise con gli occhi sgranati.

«Lo uccido.» sorrido, prendendo la borsa e avviandomi verso la porta.
«Voglio che siate fuori da casa mia entro 10 minuti, ucciderò anche voi sennò.»
Chiudo la porta alle mie spalle e mi avvicino al garage.
La pioggia bagna i miei capelli ormai lunghi sotto le spalle, è come se mi facesse compagnia ormai.
Con il telecomandino schiaccio il bottone e apro il garage, trovandomi i miei gioiellini davanti.
La mia Maserati, la mia Ferrari, un Audi.. che non credevo nemmeno di possedere e una Chevrolet che al solo ricordo, sorrido come una stupida.

Jerry, me l'ha fatta comprare dopo che siamo arrivati qui.
Diceva che per avere una vita normale, dovevamo avere anche una macchina normale ma non l'ho mai usata.
Sa che preferisco altro.
E magari, mi sarebbe piaciuto avere una vita normale, davvero. Senza piani o senza morte.
Senza bugie o segreti.
Senza odio o dolore.
Solo.. la pace con tutti e non solo quella interiore di noi stessi.

Mi immaginavo sdraiata su un prato con i miei amici a ridere e a scherzare di quanto faccia schifo avere il coprifuoco alle 10:00.
Avere un compito difficile e prendere un buon voto dopo aver studiato fino a stare male.
Dare la mia prima volta alla persona a cui volevo bene davvero.

Invece? Invece un cazzo. Ho avuto il contrario.
Ho avuto del sangue su cui mi sono sdraiata, ho avuto un amico con cui ridere e scherzare delle disgrazie e delle morti altrui.
Ho avuto dei compiti difficili per programmare la morte di qualcuno, su cui studiare mesi, giorni, anni.
E mi hanno strappato la mia prima volta come se fosse stato un pezzo di scotch.

Ma purtroppo la vita è questa no?
Nulla è facile e niente è possibile.
Le cose qui, le devi prendere da solo o ti ritroverai con la testa tagliata o peggio, con tanti pugnali conficcati alle spalle che perderai anche il conto.

Accarezzo la superficie della mia Ferrari, la mia prima macchina con cui ho fatto la mia prima corsa.
Non la scorderò mai. Era come se fossi in quei film firmati Fast and Furious. Dove o corri, o muori.
E vivevo per quello come un essere umano per il cibo.

Sospiro, uscendo dal garage e rientrare a casa dove non c'è nessuno grazie al mio Re dell'inferno.
Il mio telefono vibra, segno che è arrivato un messaggio da un numero sconosciuto:

Accordato. Spero con tutto il cuore che sia la verità la tua versione.

E dopo tanto, credo, la mia vita ha un senso.
Posso rivendicare mia madre.

I'm Scared || COMPLETA - IN REVISIONEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora