2. South Siattle College. || ✓

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«Scappa!» urlò una voce maschile dietro di me.
La sentivo ovattata per via del vento che batteva sulla mia faccia e il fruscio delle foglie calpestate dai miei piedi.
Corsi più veloce che potessi, fino a quando non sentii una presa sulle mie spalle e il terreno lontano dai miei piedi.
«Che c'è? Non te lo aspettavi?» ghignava l'uomo che mi teneva per il collo.
Annaspavo in cerca d'aria e la sua figura parve lontana, solo il rumore di uno sparo sentii prima che il buio mi prendesse.

Balzai sul letto a sedere, mi toccai la fronte inzuppata di sudore e facevo fatica a respirare.
Un incubo, dinuovo.
Corsi velocemente in bagno e mi lavai la faccia con dell'acqua ghiacciata, avevo voglia di strapparmi i vestiti di dosso.
C'era troppo caldo e non andava affatto per essere solo inizio settembre.
Sbuffai e tornai dinuovo a letto, sapendo che ormai il sonno non poteva tornare facilmente.
Presi il telefono e lo sbloccai, subito dopo lessi dei messaggi da parte di Jerry.
Sorrisi, senza di lui sicuramente non sarei mai andata avanti.

Da Jerry: Domani parleremo delle iscrizioni per il college.

Da Jerry: Non voglio un "no" come risposta.

Da Jerry: Vuoi essere normale? Bene! Inizieremo da questo.

Da Jerry: Ehi, ma stai già dormendo?

Da Jerry: Mhh, dov'è il blocco di ghiaccio quando serveeeee

Da Jerry: Domani vengo da te e facciamo colazione insieme, notte Grinch.

No okay, non era normale!
Il college? I problemi che mi porto dietro non credo possano essere risolti con lo studio.
Non saprei nemmeno cosa vorrei fare da grande, non sono più una bambina.
Ricordo solo che volevo diventare un'attrice, come mia madre.
Aveva fatto solo delle audizioni, ma aveva fatto solo qualche comparsa o seconda figura.
Dopo la sua morte, ho archiviato e chiuso in un cassetto con una chiave -ormai lanciata ad un pozzo senza fondo- e avevo lasciato tutto.
Quando diventi grande, ti rendi conto di quello che passi, di quello che vivi, di quello che senti e arrivi alla conclusione che niente e nessuno poteva farti cambiare idea, ero ormai sull'uscio della porta dell'inferno. E di certo, non sapevo nemmeno che sarebbe diventata casa mia e che sarei diventata la padrona di casa.
Sospirai affranta per la troppa malinconia che non mi apparteneva più, chiusi gli occhi e cercai di trovare il sonno perso e rimuginare a quello che sarebbe successo domani con Jerry.

Come previsto, l'indomani mattina, Jerry era già in cucina a preparare la colazione con i soliti puncake, uova strapazzate e bacon con un buon bicchiere di frutta all'arancia.

«Sai già in quale college andare?» rompe il silenzio il mio amico.

Alzo gli occhi al cielo e scuoto la testa in senso di dinniego, prendendo poi un boccone di bacon.

«Bene, andrai al south seattle college!» annuncia euforico.

Smetto di mangiare subito e mi giro di scatto a guardarlo a bocca spalancata.

«Ma sei pazzo? È il college più grande di questa città e per di più è troppo costoso!» sbotto ancora incredula.

«Lo so. Ma i soldi.. sai che non ci mancano!» annuncia facendo spallucce, per poi bere un sorso di succo.

«No Jerry. È anche troppo conosciuto e troppo grande. Se mi riconoscessero?» chiedo in preda a un attacco di panico.

« Stai scherzando spero. Eri in Italia Iris, non credo che la tua faccia ci sia in tutto il mondo.
Male che vada, ti cambi colore di capelli e indentitá.»

I'm Scared || COMPLETA - IN REVISIONEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora