Claudio's pov
Giro la chiave nel quadro della mia adorata auto solo quando vedo Alice sparire dietro il portone di casa sua, dopo avermi lanciato un saluto rapido con un gesto della mano.
Inserisco la freccia per uscire dal parcheggio ed è quando guardo nello specchietto che lo vedo.
Cammina con passo lento ma con una meta ben precisa. Punta dritto al portone del palazzo di Alice e la sua figura che si staglia contro il buio è un tormento che non mi dà pace.
Per fortuna non mi ha visto, troppo preso nel cercare le chiavi dentro la sua borsa a tracolla.
Sicuramente sarà stata Cordelia a lasciargliele, ma l'idea che lui possa entrare ed uscire indisturbato dalla quella casa non fa che aumentare il mio fastidio nei suoi confronti.
E poi cosa ci fa già qui? Non aveva ancora deciso quando tornare da Parigi e credo che, se lo avesse saputo, Alice me lo avrebbe detto, vista la sua volontà di rifugiarsi da me.
Il ricordo di quelle parole apparentemente inutili mi fa tremare.
Alice mi aveva detto che Cordelia era fuori casa per il corso di yoga e che non sarebbe tornata tanto presto.
L'idea di un ipotetico fine serata con loro due, da soli, in una casa vuota, mi fa aumentare i battiti e sudare le mani, che stringono ancora saldamente il volante.
Pensa ad una scusa credibile, Claudio.
Una qualunque, abbastanza valida per entrare a tua volta e fare finta di dover tornare da Alice e non passare per il fidanzato geloso di turno.
Fidanzato.
È proprio quella la parola che mi fa accedere la lampadina.
Seppur mi faccia ancora un tantino paura l'idea di autodefinirmi fidanzato, cosa che suona molto come un cappio stretto da cui è difficile scappare, esserlo mi dà qualche vantaggio.
I fidanzati non hanno bisogno di una scusa.
Spengo il motore ed esco rapido dall'auto che richiama l'attenzione di Malcomess Jr, quando il bip segnala la chiusura automatica delle portiere.
Si volta, sorpreso dal rumore che ha spezzato il silenzio della notte, e quando mi vede di certo non si può dire sia il ritratto della felicità.
"Malcomess" lo saluto trattenendo un sorriso infastidito e la cosa è del tutto ricambiata quando anche lui pronuncia il mio cognome.
"Che ci fai qui?" domando con finta innocenza.
"Sono appena tornato da Parigi. Sono venuto a fare visita a mia sorella" risponde con voce apatica mentre infila le chiavi nella toppa del portone.
"Giusto. Alice me lo aveva detto che saresti tornato" affermo con nonchalance "Solo non pensavo così presto"
Sorride senza rispondere ed io ne approfitto per entrare nell'androne del palazzo dopo di lui, evitando di dover citofonare per farmi aprire.
È strano come a volte, nella vita, la persona che pensavi più lontana da te e con cui mai avresti voluto avere a che fare, si riveli la tua possibilità di salvezza.
Perché se non fosse stato per il suo arrivo improvviso, il suo mazzo di chiavi e la mia gelosia che mi ha spinto a restare, non saprei cosa sarebbe potuto succedere.
In un attimo tutto il fastidio che provo si tramuta in terrore, quello che fa schizzare il cuore in gola e salire l'adrenalina.
Il vano scale è avvolto nel buio ma non è difficile scorgere qualcosa che si muove, nonostante i miei occhi non si sia ancora ben abituati all'oscurità.
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L'allieva 3 - Il tempo di un battito
Fanfic"Hai fatto bene a riavvicinarti a lui, sai?" l'allontano leggermente da me, quel tanto che basta affinché lei possa voltarsi a guardarlo e capire a chi io mi riferisca. Come se ce ne fosse il caso. "Vedrai che farete un sacco di marmocchi e ti acco...