Capitolo 37

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Alice's pov
"Ora pensa a rimetterti presto"

Sono le ultime parole di Calligaris prima di uscire dalla camera d'ospedale, seguito dal fido Visone.

Li tallono, decisa a chiedere loro spiegazioni.

Perché Roberto ha mentito a Sergio?

Perché gli ha fatto credere che non sapessimo nulla su quella fantomatica setta, come se non avessimo mai visto i tatuaggi su entrambi i corpi dei poliziotti deceduti nell'incidente?

Forse non si fida completamente di Einardi?

La sola possibilità m'inquieta, perché in questa situazione sono già molte le persone di cui non fidarsi, i due agenti di scorta in primis visti i loro trascorsi.

Se non possiamo contare nemmeno più su di lui, su una persona amica, nonché Pubblico Ministero, sarà dura trovare la verità.

L'unica certezza in questo momento è che se Roberto ha taciuto queste informazioni c'è sicuramente una buona ragione. Solo non capisco quale.

"Alice, aspetta" la voce di Sergio che mi richiama mi fa bloccare immediatamente sull'uscio della porta che stavo varcando "Puoi fermarti un istante? Avrei bisogno di parlarti"

Il suo tono è pacato, forse addirittura dolce, per quanto possa esserlo vista la sua voce ancora rauca e ruvida, come se avesse la gola perennemente secca.

In definitiva tutto sembrerebbe far intendere tranne un doppio fine.

Mi volta, combattuta sul da farsi.

"Dottoressa, faccia pure" mi esorta Visone cordiale "Noi però purtroppo dobbiamo scappare. Non possiamo aspettarla per darle un passaggio..."

"Oh non fa niente" lo rassicuro "Sono arrivata in bici"

In realtà non è vero che non fa niente.

Sto perdendo la ghiottissima occasione di chiedere spiegazioni al VQA ma non posso dire di no ad un amico appena risvegliatosi dal coma.

Mi riavvicino alla sedia su cui ero accomodata fino a pochi secondi fa, lasciando scivolare la borsa sulla seduta ed avvicinandomi al bordo del letto.

Il telefono nella tasca della gonna vibra: lo ignoro.

Solo quando torna a farlo altre due volte, insistentemente, mi trovo costretta a controllare chi sia.

"Scusami" abbozzo a Sergio che mi regala un sorriso comprensivo.

Sacrofano, dove sei finita?

Il primo messaggio di CC è seguito a ruota da altri due, spediti nell'arco di qualche manciata di secondi.

Solo perché è stato in coma non è che adesso può rapirti per secoli.

Torna a casa.

Mentre sto leggendo ne arriva un quarto.

Presto.

La sua mania di controllo, seppur spesso invadente, ora mi appare quasi dolce.

Forse sarà per il lieve senso di colpa che provo nell'averlo abbandonato di domenica pomeriggio, in un letto caldo, quando lui mi ha supplicato di restare.

Non so ancora quando torno.

Forse non è nemmeno saggio tornare: domattina dovrei passare a casa a cambiarmi...

L'allieva 3 - Il tempo di un battitoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora