Alice's pov
"Che cosa vi siete detti tu e mio padre?" esordisco dopo qualche minuto di silenzio.Siamo in macchina con Ravenna che si allontana a poco a poco alle nostre spalle, diventando un puntino piccolissimo.
"Cose da uomini" afferma vago, intuendo il mio riferimento a quel momento in cui lui e Guido erano rimasti soli in salotto.
Il pranzo, accompagnato da aneddoti imbarazzanti sulla mia sbadataggine in Istituto, aveva divertito tutti, consacrando Claudio come grande mattatore della giornata.
Quando era stata l'ora di servire il caffè, mio padre mi aveva trascinato in cucina con la scusa di aver bisogno di aiuto; in realtà poi mi aveva stretto in un abbraccio che non ricevevo da tempo.
Inutile negare che, fra tutte le cose che mi sono mancate di più dei mie genitori da quando si sono trasferiti a Ravenna, gli abbracci di papà sono sempre stati in cima alla lista.
Anche se questa volta avevo dovuto mettervi fine io, lamentandomi per la stretta eccessiva sul fianco.
"Tesoro, ti senti bene?"
"Sì, sono solo un po' ammaccata. Niente di che..."
"Perché non hai voluto che scendessimo a Roma quando ti hanno... si beh, quando è successo quello che è successo?" mi aveva chiesto, lievemente a disagio, come se non volesse pronunciare la parola aggressione in mia presenza "Avremmo potuto aiutarti o anche solo starti vicino"
"Non ce n'era bisogno. Ho ricevuto tutto l'aiuto di cui necessitavo, forse anche di più"
"La nonna mi ha detto che sei rimasta a Sacrofano solo un weekend e che poi sei tornata a Roma..."
"Sì. Claudio mi ha ospitato a casa sua"
Il mio sguardo era finito inevitabilmente verso la sala da pranzo dove mia madre e CC stavano ancora aspettando il caffè.
"Si è preso cura di te?"
Annuire era l'unica cosa che ero stata capace di fare ripensando a quella convivenza forzata, durante la quale Claudio mi aveva tenuto stretta a sé, non solo fisicamente.
"Se sono ancora in piedi è grazie a lui"
Il sorriso di rimando di mio padre alla mia affermazione, seguito dal suo: "Vorrà dire che dovremo ringraziarlo" è stato di certo il momento che più di tutti mi aveva fatto capire che non avevo niente da temere: CC, nonostante tutto, era la persona giusta da avere al mio fianco.
"Non dirlo alla mamma ma questo Claudio mi sembra molto meglio di Arthur" un buffetto sul mio naso e poi il caffè era pronto.
Claudio's pov
Lo so che muori dalla voglia di sapere che cosa ho riferito a tuo padre, ma non te lo dirò, Alice.Non è il momento giusto. Non ancora.
Non so nemmeno io perché l'ho confidato a Guido: forse per dimostrare la mia voglia di impegnarmi seriamente oppure perché avevo semplicemente bisogno di parlarne con qualcuno, senza dovermelo più tenere dentro.
Lui era preoccupato per la sua incolumità fisica, dopo l'aggressione avvenuta a casa sua, ed io invece... io ho solo voglia di averla fra i piedi.
"Questa cosa che le è successa..." aveva sussurrato senza farsi sentire dalle due donne in cucina "Devo ammettere che sono preoccupato. Saperla in quella casa, solo con la sua coinquilina, soprattutto quando quel pazzo era ancora libero, non mi ha fatto stare tranquillo"
"È rimasta da me, per quasi tutto il tempo fino a quando lo hanno preso" mi ero premurato di rassicurarlo "E mi farebbe piacere se continuasse a rimanere... da me"
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L'allieva 3 - Il tempo di un battito
Fanfic"Hai fatto bene a riavvicinarti a lui, sai?" l'allontano leggermente da me, quel tanto che basta affinché lei possa voltarsi a guardarlo e capire a chi io mi riferisca. Come se ce ne fosse il caso. "Vedrai che farete un sacco di marmocchi e ti acco...