Claudio's pov
Sto scendendo l'ultimo gradino delle scale, diretto al mio ufficio, il resto dell'Istituto alle mie spalle.
L'estrazioni per il progetto francese non sono andate esattamente come volevo ma non posso dire che la Lastella sia un'incapace. È talmente arrivista che si venderebbe la nonna, o la zia, pur di primeggiare. Ed in questo caso a me non va poi tanto male: voglio vincere quel posto.
Per quanto detesti ammetterlo Andrea ha ragione: dopo Washington questa è forse l'unica vera occasione che ancora mi capiterà, l'unica possibilità di non rimanere bloccato in questa posizione per sempre.
"Scusa, scusa" sento la voce di Alice alle mie spalle, quando ormai sono già sulla soglia del mio studio.
Sta correndo giù per le scale, sorpassando in corsa Scanner, che aveva tutta l'intenzione di seguirmi per parlare di questa esperienza che dovremo affrontare insieme.
"Ma, Alice..." si lamenta l'altra quando capisce le sue vere intenzioni.
Con una mossa agile s'infila nel mio studio, chiudendole la porta praticamente in faccia.
"Allevi, come mai tanta prepotenza?"
"Tu lo sapevi che ero stata presa?" domanda ignorando completamente le mie parole.
Annuisco, le braccia incrociate e la testa leggermente reclinata.
"Perché non me lo hai detto? Mi è quasi preso un infarto, temevo non mi avrebbero mai scelta..."
"A volte i miracoli accadono, Sacrofano"
"È un modo neanche tanto gentile per dirmi che è stata solo una gran botta di fortuna?"
"No, Alice" rispondo avvicinandomi a lei "Anche perché di fortuna non ne abbiamo avuta granché, quantomeno io..."
"Che intendi dire?"
"Che Scanner non era esattamente in cima alla mia lista di preferenze"
Le sfioro una guancia con la punta delle dita, in una carezza quasi impercettibile.
"Davvero volevi me?" chiede sottovoce, quasi avesse paura di porgere quella domanda.
"Dico mai bugie in pubblico?" ribatto con un'altra domanda.
Scuote la testa, negando con convinzione, lo sguardo che mi fissa con quel misto di curiosità ed ammirazione tutta sua.
"Anche a me sarebbe piaciuto lavorare con te..." ammette dopo un po' "Tanto"
"Vorrei ben vedere, sono il migliore qua dentro!" mi vanto ridendo.
Incredibilmente non sottolinea quanto io sia vanitoso o egocentrico, si limita a mettersi in punta di piedi e sfiorarmi le labbra con le sue.
La mia mano finisce inevitabilmente sulla sua schiena, all'altezza del passante del camice mentre cerco di avvicinare il suo corpo al mio.
"C'è Scanner fuori dalla porta" le ricordo mentre le nostre bocche si rincorrono e quello che era partito come un casto bacio inizia lentamente a sfuggirci di mano.
"Non importa" biascica senza staccarsi "sarà anche diventata la tua nuova collaboratrice di ma io dovrò pur continuare ad avere delle esclusive, no?"
Sorrido nel bacio fino a quando ci stacchiamo, onde evitare conseguenze irreparabili che ci porterebbero via decisamente troppo tempo.
"Se tutte le esclusive sono come questa puoi averne quante vuoi" sussurro ad un passo dal suo viso mentre le mie dita accarezzano i contorni della sua bocca, come a volerne imprimere il ricordo sui polpastrelli.
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L'allieva 3 - Il tempo di un battito
Fiksi Penggemar"Hai fatto bene a riavvicinarti a lui, sai?" l'allontano leggermente da me, quel tanto che basta affinché lei possa voltarsi a guardarlo e capire a chi io mi riferisca. Come se ce ne fosse il caso. "Vedrai che farete un sacco di marmocchi e ti acco...