Giacomo's pov
"Quindi direi che ho fatto bene a chiedere ad Alice di riaccompagnarti a casa, ieri sera" dico quando Chiara si è ormai appisolata davanti alla tv, dopo un lauto pranzo a base di lasagne.
Alice è andata via da poco, con la scusa di dover tornare in Istituto, ed ora in questa casa regna il più assoluto silenzio.
Claudio non sembra approvare molto la piega che il discorso sta assumendo ma non me ne curo: d'altronde con lui è sempre stato così. Per parlare di sentimenti bisogna cavargli le parole di bocca a forza.
"Sei un bugiardo, Giacomo" ribatte lui, fingendosi offeso "non avevi assolutamente nulla di cui parlare con mamma e papà. Ammettilo che lo hai fatto apposta per farci passare obbligatoriamente del tempo da soli"
"Beh, anche se fosse? Forse, se aveste trovato voi prima il coraggio di farlo, non ci sarebbe stato bisogno del mio intervento" spiego, lasciandoli intuire che sì, era tutta una scusa la mia "Almeno ha funzionato..." gongolo entusiasto dopo qualche attimo in cui lui pare essersi ammutolito.
"Sì... almeno credo" si lascia sfuggire.
"Come sarebbe a dire, credo?"
"Sarebbe a dire che non è ancora detto che funzioni davvero. Voglio dire..." sospira, soffermandosi per un istante a pensare "Io ed Alice siamo... complicati. E forse maledettamente inadatti l'uno per l'altro, per quanto siamo differenti. Però... c'è qualcosa che mi lega a lei e che non riesco a mettere a tacere. A volte non riesco nemmeno a spiegarmelo"
"Te lo spiego io: si chiama tensione sessuale" dico non andando di certo per il sottile "Ieri sera a cena vi lanciavate certe occhiate che credevo vi sareste saltati addosso da un momento all'altro eppure vi ostinavate entrambi a darvi conto, neanche fosse una gara a chi dice più cattiverie l'uno sul conto dell'altra"
Sbuffa alzandosi dalla sedia ed andando a recuperare le tazzine di caffè, appena sceso dalla macchinetta espresso.
"Quindi: avete parlato oppure vi siete semplicemente saltati addosso?" continuo ad insistere, vista la sua reticenza a raccontarmi gli avvenimenti di fine serata.
"Non è come pensi tu" taglia corto "Comunque più che parlato, all'inizio almeno, ci siamo urlati addosso. E poi..."
"E poi..." ripeto malizioso "E bravo, fratellino! Non perdi mai occasione, eh?"
"La smetti?" mi riprende, sorseggiando il caffè.
"Che cosa ti ha fatto cambiare idea?" domando incuriosito, tornando serio "Voglio dire: sembravi così convinto a non volerle più concedere nulla ed ora la ritrovo con il tuo anello di nuovo al dito... qualcosa deve essere successa per forza"
"Mi ha restituito le chiavi di casa"
"Aspetta... tu le hai dato le chiavi di casa tua? Dio, Claudio, ti sei proprio rammollito!"
"Simpatico!" risponde sarcastico "Ad ogni modo ho capito che non volevo che se ne andasse per sempre. E che in fondo non averla era molto peggio che sopportare l'idea che lei non si fidasse... Anche se sta cercando di dimostrarmi che non è così"
"La mamma sarà felicissima di saperlo" cambio discorso, immaginando già la sua possibile reazione "A volte inizio a credere che si sia innamorata più lei di Alice che te"
"A proposito di mamma" afferma serio "Che cosa le hai detto ieri sera dopo che me ne sono andato?"
"Niente" mento spudoratamente, alzando le mani in segno di innocente resa.
"Giuro che se mi stai mentendo la pagherai molto cara!"
"Chiara si deve essere svegliata" svicolo maldestramente, alzandomi da tavola "Non hai sentito anche tu che mi sta chiamando?"
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L'allieva 3 - Il tempo di un battito
Fanfiction"Hai fatto bene a riavvicinarti a lui, sai?" l'allontano leggermente da me, quel tanto che basta affinché lei possa voltarsi a guardarlo e capire a chi io mi riferisca. Come se ce ne fosse il caso. "Vedrai che farete un sacco di marmocchi e ti acco...