Capitolo 45

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Alice's pov
Sono rimasta diversi minuti a guardarlo, incantata, mentre i miei pensieri vorticavano furiosamente nella testa.

La sua figura di cui posso percepirne solo vagamente i contorni, dietro il vetro appannato della doccia, mi ha ipnotizzato tanto a lungo da farmi passare la voglia di alzarmi dal letto caldo in cui sono ancora comodamente distesa.

Diglielo, Alice.

Raccontagli quello che hai fatto.

Il ricordo della mano di Ferretti che quasi mi sfiora mi mette ancora i brividi, ricordandomi quanto io stata maledettamente impulsiva.

Non ho guadagnato nulla da quella visita, se non un nuovo carico di ansia da gestire.

Penso che prima potrei disfarmi direttamente del tuo caro medico legale e poi, solo dopo, venire da te.

Ha minacciato anche lui, non soltanto me.

E se dovesse accadergli qualcosa per colpa mia non me lo perdonerei mai.

Si arrabbierà, mi insulterà, penserà che sono sempre la solita casinista ma poi, alla fine, capirà.

Almeno me lo auguro.

Mi alzo dal materasso con lentezza, lasciando che le coperte scivolino via dal mio corpo in un vaporoso ammasso di calde piume.

Mi vesto velocemente ripensando al momento in cui ho declinato il suadente invito di Claudio, che voleva trascinarmi sotto la doccia con lui, con la scusa che tanto dovrò passare da casa a cambiarmi ed a prendere l'anello.

In fondo oggi è pur sempre il gran giorno.

E non voglio cominciare la nostra relazione pubblica mentendogli su quello che ho scioccamente combinato ieri sera, prima del suo rientro.

Mi fiondo in cucina con l'intenzione di preparargli il caffè, cosa che forse potrebbe renderlo più mansueto davanti al discorso difficile che devo affrontare con lui di prima mattina.

Quando il liquido è già sceso nelle due tazzine e l'aroma sta lentamente riempiendo l'aria, sento un lieve rumore che non riesco a capire da dove provenga.  

Forse la vibrazione di un cellulare.

Il mio, ancora sul comodino, non ha il silenzioso.

Dev'essere quello di Claudio, ma chissà dove lo ha lasciato: lo cerco in giro con lo sguardo, intuendo dalla vibrazione prolungata che si tratta di una chiamata.

All'improvviso i miei occhi si fermano sulla giacca del suo completo, che io gli ho sfilato con foga la sera precedente, lasciandola abbandonata a sé stessa sul bracciolo della poltrona.

Trovo il suo IPhone nella tasca interna nell'esatto momento in cui la chiamata s'interrompe, non prima di vedere di chi si trattasse.

Calligaris.

Sento l'acqua della doccia smettere di scrosciare, il che preannuncia il suo ritorno in brevissimo tempo.

Lo richiamerà fra poco, questione di qualche attimo.

E poi se fosse così urgente potrebbe sempre chiamare me.

Mentre ritorno a sedermi sullo sgabello alto di fronte alla penisola della cucina il suo telefono vibra di nuovo. Questa volta è un messaggio.

Lo so, lo so, non si dovrebbe spiare.

E tecnicamente non so nemmeno quanto Claudio sarebbe contento di sapere che ho fortuitamente scoperto
il suo codice di sblocco.

L'allieva 3 - Il tempo di un battitoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora