Capitolo 51

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Alice's pov
Non vedo Claudio da ieri. Da quando se ne è andato dall'ospedale senza dirmi nulla e forse, se non fossi capitata lì per caso, nemmeno sarei venuta a conoscenza delle sue dimissioni anticipate.

La giornata in Istituto sembra non finire mai, esattamente come la ricerca che la Wally mi ha appioppato questa mattina.

Ero quasi felice quando mi augurava buon lavoro con l'usuale sorrisetto sardonico stampato sul volto, perché credevo sarebbe bastato per non pensare.

Non pensare a nulla, ma soprattutto a Claudio.

Invece lui continua a rimanere il mio pensiero fisso soprattutto quando, uscendo in compagnia di Lara e
Paolone per la pausa pranzo, intravedo la Manes scendere di corsa le scale del tempio delle umiliazioni.

Parla al telefono.

Al telefono con lui.

Lo sento dalla sua voce eccessivamente civettuola e dalla quantità insopportabile di volte che pronuncia il suo nome, quasi come se ci fosse il bisogno di farlo presente a tutta Roma.

Sta andando da lui.

È difficile cogliere tutte le parole del discorso ma il senso è piuttosto chiaro: prende le ordinazioni per pranzo e sebbene CC sia in convalescenza, non credo si tiri indietro davanti ad un buon piatto d'asporto, del suo ristorare preferito per giunta.

La odio.

"Alice, sei fra noi?"

La voce di Lara mi riporta alla realtà, una realtà malinconica ed aberrante.

"Sì, sì" affermo distratta, rimasta qualche passo indietro rispetto a loro.

"Guarda che non devi lasciarti scoraggiare così" mi dice, prendendomi a braccetto e seguendo la direzione del mio sguardo "Alla fine che cosa ha più di te? Un bel paio di gambe, una decina di centimetri di altezza in più, due occhi grandi come fari, ma non era qui quando Conforti era l'uomo più intrattabile del mondo. Non è stata lei ad ammorbidirlo"

C'è un pizzico di positività nelle sue parole, cosa che non credevo visto l'inizio dissacrante.

"Conforti è diverso con te. E lo è solo con te" rimarca, guardandomi negli occhi "Mi ricordo gli sguardi che lanciava ad Einardi pochi mesi fa. Non è mai stato geloso di nessuna prima di te"

"Lara, io non..."

M'interrompe prima che possa dire qualunque cosa: "Non so che cosa sia successo. Ma credo che se tieni davvero a lui, dovresti lottare. Con le unghie e con i denti, senza guardare in faccia a nessuno. Tanto meno alla Manes"

"Ehi, ma dove siete finite?"

Paolone, le braccia aperte e rivolte verso l'alto, accorgendosi di essere rimasto solo in testa al gruppo.

La sua faccia sorpresa mi regala la risata più sincera della giornata e per questo non gli sarò mai abbastanza grata.

Dopo un pranzo a base di carbonara e crostata di visciole sono pronta ad addormentarmi davanti allo schermo del mio computer, in una biblioteca deserta che mi culla beatamente nella mia nullafacenza.

Vorrei parlargli. Sentire la sua voce, anche solo per un istante.

Ma la paura che mi attanaglia davanti al suo numero composto sul display è tanta da farmi desistere.

Opto per un messaggio, anche se temo che lui possa ignorarlo completamente.

Come stai? Vorrei dirti che mi dispiace, per tutto.
Possiamo vederci?

L'allieva 3 - Il tempo di un battitoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora