Capitolo 47

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Alice's pov
Sono distesa nel letto, avvolta in lungo maglione che mi fa da pigiama, le braccia strette intorno al cuscino e la testa affollata di pensieri quanto un centro commerciale il primo giorno dei saldi.

Arthur è sparito dopo la nostra discussione, rifugiandosi nella stanza che era appartenuta ad Erika e poi a Yuki, seppur per poco tempo, e che ora spetta a lui, per quando torna dai suoi lunghi viaggi ai confini della civiltà.

Mi sento distrutta, come se avessi combattuto su un ring senza mai fermarmi e solo ora realizzassi quante energie ho bruciato.

Ripenso alla chiamata ricevuta da Calligaris meno di un'ora fa: la magistratura, quando vuole, sa essere molto celere. La mia testimonianza, per cercare di frenare quella follia dilagante che vorrebbe rimettere Ferretti a piede libero, è prevista per mercoledì della prossima settimana. Cerco di allontanare quel pensiero, rilegandolo in un piccolo cassetto ben chiuso da qualche parte nella mia testa.

Tremo a tal punto all'idea di rivivere quei momenti che struggermi nel dolore per Claudio è quasi consolatorio.

Anche se non so che cosa stia facendo ora.

Forse starà finendo di cenare.

Magari sta mangiando su quella terrazza, ad un tavolo romanticamente apparecchiato per due, davanti ad una donna bellissima che è in grado di farmi sentire una nullità.

Anche ora, seppur lei sia a centinaia di chilometri di distanza e per giunta con l'unico uomo per cui, purtroppo, ho letteralmente perso la testa.

Ho rifiutato Arthur.

Ho messo in discussione tutto, perfino la mia caparbietà nel convincermi che mai sarei riuscita a perdonarlo per quello che mi ha tenuto nascosto. Ed in fondo ancora non l'ho perdonato ma ora la rabbia del momento sta scemando ed in un attimo torna ad affacciarsi il ricordo delle sue labbra sulla mia pelle, delle sue mani grandi e calde affondate nei capelli, dei suoi sorrisi strafottenti a cui vorrei sapere resistere.
Tutto quello che riesce a trasmettermi con un solo sguardo ed una carezza distratta.

Il trillo del cellulare mi fa sobbalzare nel letto, sorprendendomi per l'ora insolita a cui stasera tutti paiono volermi contattare.

È un messaggio.

Il mio cuore salta un battito quando realizzo che è da parte di Claudio.

Rimango sospesa per un minuto, combattuta fra l'impulso di divorarlo avidamente o lasciarlo lì, ignorato come le cose di poco conto.

Che poi, conoscendo Claudio, sarà sicuramente un messaggio molto scarno.

Quando ho terminato di torturarmi le dita per l'ansia, lo apro senza pensarci più.

Ho saputo da Calligaris. Stai bene?

Se non fosse CC, quasi mi offenderei per la mancanza di fronzoli con cui comunica.

Sì, sto bene.

Soccombo alla tentazione di saperne qualcosa di più anche se non dovrei.

Come procede lì?

Non dovrei pensare continuamente a lui e lei, nello stesso posto, in uno di quei luoghi sospesi nel tempo e nello spazio, dove tutto è possibile e i cliché si sprecano.

Alice, ai congressi si tromba!

Muoio dentro al ricordo delle parole di Silvia perché, per quanto vorrei negarlo, sono maledettamente vere.
Il pensiero delle sue mani su un corpo che non è il mio mi spezza, l'idea che possa baciare allo stesso modo labbra che non mi appartengono mi getta nello sconforto.

L'allieva 3 - Il tempo di un battitoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora