Alice's pov
Il mio rientro in Istituto la mattina seguente ha un sapore acre.Vorrei che non arrivasse mai il momento di varcare la soglia con la consapevolezza che tutto potrebbe andare in frantumi alla sola vista di Claudio, ed al tempo stesso non riesco a non desiderare di capire davvero che cosa sia successo a casa sua ieri sera.
Sono scappata, tornandomene nel mio caro e vecchio appartamento, sperando di non essere vista da nessuno.
Ora però, dopo una notte passata a fissare il soffitto, non sono pronta ad affrontare tutto questo.
Appena giunta in aula specializzandi, ancora vuota tanto la mia insonnia mi ha fatto arrivare presto, ho l'onore di veder transitare la Manes per il corridoio.
Indossa lo stesso abito blu notte di ieri.
Lei, il più impeccabile ed elegante medico legale che quest'Istituto ricordi, lei che non l'ho mai vista nemmeno una volta vestita allo stesso modo, proprio oggi ha il potere di distruggermi con un semplice outfit.
Probabilmente non ha avuto il tempo di passare da casa questa mattina.
Un po' come succedeva a me, quando Claudio ancora non mi concedeva nemmeno un cassetto per tenere un cambio da lui e la mattina però non accennava a volermi lasciare andare via dal suo letto tanto presto.
L'idea peggiore che la mia testa possa partorire è ora davanti ai miei occhi: dolorosa e pungente, tanto infausta da colpirmi dritta nello stomaco come un pugno ben assestato.
Non posso restare ferma ad osservare la mia vita che scorre. Non posso lasciare che qualcun altro giochi al posto mio, portandomi via quel poco che ho conquistato, solo con un sorriso smaliziato ed un fisico da far invidia ad una modella.
Io non sono così.
Non lo sarò mai, ma se Claudio mi ha sempre voluta in questi anni, desiderandomi come pochi hanno avuto il coraggio di fare o di ammettere di farlo, allora vorrà pur ben dire qualcosa.
Mi alzo improvvisamente dalla poltroncina a ruote su cui mi ero lasciata sprofondare, le mani che mi fremono lungo il corpo, impazienti di bussare su quel legno chiaro che mi divide da lui.
"Avanti"
La sua voce profonda mi accoglie prima che io possa vederne il viso: i suoi lineamenti sono un po' induriti, segno che ha qualcosa che lo turba.
Ma che cosa esattamente, Claudio?
"Ciao" esordisco flebile, indugiando troppo a lungo sulla porta, la mano ancora ferma sulla maniglia.
"Pensi di rimanere lì per sempre oppure vuoi entrare?"
La sua ironia, che quando è arrabbiato diventa più pungente ed insopportabile, mi ferisce come la lama di un coltello.
Poggia i fogli che stava leggendo sullo scrittoio, alzando lo sguardo nella mia direzione.
Lo sento addosso. Quel suo modo di guardarmi, quello che mi fa sentire impotente, che mi scava dentro e si porta via tutto lasciandomi svuotata e leggera, tanto che penso potrei fluttuare nell'aria senza più toccare terra per diversi minuti.
Svia per un istante e quando il suo sguardo torna su di me non ha più nemmeno un briciolo di quel desiderio crepitante che mi fa battere il cuore ogni volta che traspare dai suoi occhi.
Che succede, Claudio? Perché sei così bipolare?
Prendo coraggio chiudendo la porta ed avvicinandomi a lui.
"Volevo dirti che mi dispiace, per ieri..." sussurro posando le mani sul bordo della scrivania, a mo' di appoggio che potrebbe decisamente servirvi in questo momento.
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L'allieva 3 - Il tempo di un battito
Fanfic"Hai fatto bene a riavvicinarti a lui, sai?" l'allontano leggermente da me, quel tanto che basta affinché lei possa voltarsi a guardarlo e capire a chi io mi riferisca. Come se ce ne fosse il caso. "Vedrai che farete un sacco di marmocchi e ti acco...