29: "Dagli una lezione."

43 5 0
                                    

Valeria si risvegliò alle 16:30 dopo aver lavorato nel turno notturno. Aveva una fame da lupi, erano due giorni che non riusciva a mangiare decentemente, arraggiando con i panini. Aveva voglia asparagi, così decise di prepararsi un bel risotto, fra l'altro era la sua specialità, aggiunse un po' di cotto a dadini. Mangiò solo quello, erano due piattoni di riso! Dopo aver finito il tutto, telefonò Diego:
<<Babbiona! >>
<<Ciao Babbio... Come stai? >>
<<Bene, bene... E lì? Come sta andando? >>
<<Bene dai, tutto sommato... >>
<<Matteo da fastidio? >>
<<In verità sì, gli ho spezzato un braccio. >>
<<Tu cosa? >>
<<Eh... Ci aveva già provato, chiedendomi di uscire, ma declinai l'invito. Poi mi chiese scusa per la sua schiettezza, ma nonostante ciò, era ancora molto oppressivo, tanto da afferrarmi il braccio e da dirmi, con un tono non molto carino, che prima o poi mi sarei ricreduta e sarei uscita con lui...stringeva forte il braccio, l'ho avvisato dicendogli di lasciarmi immediatamente, ma nulla, e allora gliel'ho spezzato con Krav Maga... >>
<<Ma che è, un maniaco... No vabbé... Stc proprj nguiot... (sta proprio inguaiato) Poi? >>
<<Poi ho informato il chirurgo che è responsabile del reparto e della clinica intera, ho fatto questa segnalazione e lunedì mi ha fatta chiamare nel suo ufficio, con Matteo... Il medico l'ha rimproverato e l'ha sospeso dall'incarico, il tempo della sua guarigione, in più gli metteranno turni opposti ai miei. >>
<<Io non ho parole... Parliamo d'altro dai, meglio che non ci pensiamo... Come sta andando a lavoro a parte lui? >>
<<Molto bene, Dié. Assisto quasi a tutte le operazioni del medico e faccio anche le medicazioni più difficili. Sto imparando parecchio..>>
<<Grande! Continua così, sono fiero di te! Più o meno qui faccio le stesse cose che facevo a Napoli, ma i pazienti sono il triplo e siamo molti di più. E Valentino? >>
<<Con Valentino va bene, abbiamo deciso di provarci e di vedere come andrà... >>
<<Oh! Finalmente! >>
<<Sì... Però sono un po' di giorni che è strano... >>
<<Tipo? >>
<<Tipo ogni tanto sparisce, non si hanno più notizie di lui... Ieri Carlo lo chiamava spesso e Valentino ha detto che fosse per aggiornarlo su una proposta di lavoro... Ma mi puzza parecchio questa cosa. Di solito chi offre lavoro, si mette in contatto direttamente con l'interessato... O se proprio deve avere un "intermediario", lo chiami, to', due o tre volte; ieri gli avrà fatto almeno quelle dieci o undici telefonate! >>
<<Mah... Strano... Vedi un po' se accade ancora. Tienimi aggiornato. >>
<<Certo... E Monica? >>
<<Monica é in ufficio ora, sta lavorando da un commercialista. >>
<<Be' mi fa piacere, salutamela! >>
<<Senz'altro... Be' babbia scusami, ma devo tornare a lavoro, ero in pausa. Ci sentiamo! >>
<<Ciao Dié, buon lavoro! >>.
Chiuse il telefono, erano già le 18:30 e Valentino non si era ancora fatto vivo, così provò a telefonarlo, ma non ebbe risposta. Nell'attesa, Valeria si mise a stirare i suoi vestiti e a metterli in ordine.
Ore 21:00, nessun messaggio, nessuna chiamata, nulla.
Alle 21:30, qualcuno suonò alla porta di Valeria, ma quando aprí non trovò nessuno, solo una scatola a terra con scritto: "Per Valeria."; aprí la scatola e trovò un vestito lungo in velo nero, con una sottoveste nera e dei fili di palettes. Non c'era scritto il mittente, ma solo un altro bigliettino: "Indossalo, ti starà divinamente." ; Valeria pensava fosse da parte di Valentino, ma non avrebbe avuto senso non scrivere che fosse da parte sua. Provò a telefonarlo di nuovo e, finalmente, le rispose:
<<Piccola! >>
<<Ma andò cazz sta? (ma dove cazzo sei?) Sono le dieci di sera e non mi rispondi da prima! >>
<<Scusa piccola, ma non sentivo il telefono, ero da Carlo. >>
<<Sei stato tutto il giorno da lui? >>
<<No, stamattina ho ritirato la tesi e l'ho iniziata a studiare e poi, nel pomeriggio sono andato da Carlo. >>
<<E che è, mang nu cazz d mssagg(E che è, neanche un messaggio)... Valentí io é dalle 16:30 che sto sveglia e non mi dai segni di vita... Mi fai capire tu sto telefono dove lo tieni? >>
<<Hai ragione, scusami... >>
<<Senti una cosa, ma il vestito me l'hai mandato tu? >>
<<Che vestito? >>, Valeria rimase immobile, non emise nemmeno un verso, poi:
<<Quello nero con il velo. >>
<<No, Valè, io non ho mandato nulla. >>
<<E chi è stato...? >>
<<Mo vengo da te e vediamo. >>.
Dopo un quarto d'ora, Valentino varcò l'ingresso della casa di Valeria. Prese in mano il vestito e i bigliettini, li analizzò, ma non riusciva a capire chi li avesse mandati:
<<Quindi era fuori alla porta? >>
<<Sì! Qualcuno ha suonato e quando ho aperto ho trovato solo la scatola... Non c'è il nome del mittente, pensavo fossi tu. >>
<<No, io non ho mandato nulla. >>
<<E chi cazzo può essere stato? >>,poi Valeria aggiunse:
<<Chiunque esso o essa sia, sa dov'è casa mia!>>
<<Piccola, stai tranquilla... Stanotte resto io a dormire con te e ti accompagno io in clinica, va bene? >>
<<Va bene, va bene... >>, in quell'istante suonarono di nuovo alla porta, però andò Valentino ad aprire, non c'era nessuno, solo un'altra scatola, con un paio di scarpe spuntate, con tacco e fasce trasparenti; un altro bigliettino: "Avevo dimenticato queste. Le tue preferite."; Valentino le portò a Valeria e chiese:
<<"Le tue preferite"? >>
<<Oddio... Come sa che numero porto e che scarpe avrei dovuto comprare? >>; Valentino si diresse verso la porta e uscì a cercare questo individuo. Fece il giro di tutto il palazzo, ma non trovò nessuno. Mentre era fuori, suonarono di nuovo il campanello, ma Valeria aveva paura ad aprire, così guardò dallo spioncino: era Claudio. Si mise le mani in faccia e pensò:
<<Cazzo, cazzo, cazzo! >>; prese il telefono e scrisse a Valentino:
<<VALE É CLAUDIO, STA SUONANDO. É DIETRO LA PORTA. >>, da dietro la porta Claudio disse:
<<Valè so che sei qui! Apri per favore, voglio solo parlarti... Scusami, sono stato un coglione! Ma voglio rimediare! Ti prego, apr...oh ma che cazzo?! >>, si sentí un rumore di calci e pugni, così Valeria aprì la porta e vide che Valentino stava prendendo a calci Claudio, lei urlò:
<<Cazzo, fermatevi! Vale! >>; si guardarono tutti e tre, poi Valentino lo afferrò dalla maglietta e Valeria gli fece cenno di entrare. Una volta dentro, Valentino:
<<Ti avevo avvisato! Che cazzo vuoi ancora da Valeria? >>
<<A te non interessa, coglione! >>e Valentino gli tirò un altro pugno, poi Valeria:
<<Smettetela! >>, fece un sospiro, poi riprese:
<<Come hai trovato casa mia? >>
<<Ti ho seguita... Valé ho bisogno di parlarti... Da solo... >>, Valentino uscì dal soggiorno e andò in camera di Valeria, dopo che lei gli diede in consenso a lasciarla da sola:
<<Clá, non c'amma deic nind! To m fa scheif! >> (Claudio, non dobbiamo dirci nulla! Tu mi fai schifo!)
<<Valè so che sono una merda... Ma tu mi manchi! Io ti amo! >>
<<Ah, mi ami? E quann t'a fatt a quedda boglj? (E quando ti sei fatto a quella puttana?) >>, lui non rispose, lei invece continuò:
<<Mi fai schifo, Claudio. Non riesco nemmeno a guardarti in faccia! Vergognati di te stesso! Ora devi andartene, o chiamo la polizia! Non voglio più vederti qui in giro, é chiaro?>>
<<Mi dispiace... Però se è quello che vuoi, va bene. Me ne vado. >>, Valentino, nel frattempo, aveva contattato i suoi amici, dicendogli di dare una lezione a Claudio.
Quando il ragazzo uscì dall'edificio e girò l'angolo per andare verso la sua auto, lasciata sul marciapiede di fronte, un'auto a tutta velocità lo prese in pieno, facendolo cadere di testa sull'asfalto, morendo sul colpo. A guidare l'auto era Carlo e, dopo essersi accertato che fosse morto, sfrecciò via, notificando a Valentino con un messaggio che la lezione era stata data.
Valeria andò in camera da Valentino:
<<Ehi... È tutto risolto... >>, disse lei abbracciandolo, poi lui lesse il messaggio e rispose:
<<... Adesso sì. >>.

L'infermiera. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora