46: La stessa storia.

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<<Vuoi scherzare? >> chiese Valeria.
<< Vorrei tanto, credimi... >> rispose Valentino.
<< E che gli hai risposto? >> domandò lei, con tono nervoso.
<<... Che accetto. >>, Valeria alzò gli occhi al cielo e si mise le mani nei capelli, poi con un tono furioso:
<< Ma porca puttana Valentí! Ma ti rendi conto?! >>
<< Valè, avrebbe ammazzato Carlo! >>
<< È quello che rischi quando spari ad un boss, sai?! E tu vuoi mandare tutto a puttane per Carlo?! >>
<< Non voglio mandare tutto a puttane Valè, scherzi?! Non sarà come prima, te lo prometto... >>
<< Te lo prometto?! Hai mandato a quel paese la promessa che mi facesti! Io ti avevo avvisato! >>
<< Valè, lo so... Per favore cerca di comprendere... >>
<<... Comprendere? Io devo comprendere chi? Te? Carlo? Ma stai scherzando? E io? Chi si sforza di comprendere me?! >>, Valentino non rispose, Valeria guardando l'ora disse:
<< Ascolta, io ora devo andare a lavorare e testa di stare appresso a te e a queste schifezze non ne ho. Ho faticato tanto per costruire il mio futuro e non permetterò che l'immaturitá di Carlo me lo porti via! Te lo dico già da ora: quando torno a casa questa storia deve essere già risolta, mettiti come ti devi mettere ma tu in quel giro, se stai con me, non ci devi tornare, se no prendo tutto e vado via! >> Valeria non diede il tempo a Valentino di rispondere che si chiuse la porta alle spalle e andò a lavoro. Lei era a pezzi, si sentiva tradita e Valentino non sapeva come poter fare, non avrebbe mai voluto perderla.
Telefonò Carlo, dicendogli che aveva un urgentissimo bisogno di vederlo e, appena ebbe la conferma, Valentino sfrecciò a casa sua. Appena arrivato:
<< Che succede? >>
<< Sei nei guai, anzi siamo nei guai... Tu con Pietro e io con Valeria. >>
<< Dici. >>
<< Pietro vuole ammazzarti, Carlo! E ha detto che se io non torno nel clan ti fa fuori! Ovviamente Valeria non appoggia questa cosa e sto rischiando di mandare tutto a puttane! >>
<< Merda... >>
<< Carlo devi sparire... Pietro se dovesse sapere che io non ho intenzione di rientrare, ti ammazza! >>
<< Valentí e dove posso andare? Ho solo questa casa e quella di mia sorella... Ma mi troverebbe... >>
<< Non lo so Carlo... >>
<< Valentí e se non dicessi nulla a Valeria, cioè che il problema è risolto? Non so, inventati una balla! >>
<< Tu non eri quello che mi spronò a dire la verità a Valeria?! E poi, la credi così cretina?! >>
<< Valentí ti ho capito, ma non voglio morire! >>
<< Potevi pensarci prima di sparargli! >>
<< Lo so, ho fatto una cazzata! Ma per piacere almeno tu aiutami! Siamo fratelli! >>
<<... É vero! Ma ti sembra giusto che per una cazzata che hai fatto tu, ci debba andare sotto io?! >>, Carlo non rispose, stava cercando una possibile soluzione al problema:
<< E se ci parlassi io con Pietro? Magari con te davanti? >>
<< Non lo so Carlo... >>
<< Lo faccio venire qua ora... Valentí risolveremo tutto vedrai! >>
<<... Lo spero. >> disse Valentino, facendo un respiro profondo.
Pietro arrivò dopo una mezz'ora:
<< Allora? >>
<< Pietro... So che ho sbagliato, ma ti posso assicurare che non mi permetterò mai più di fare una cosa del genere... >> disse Carlo.
<< Hai la mia parola Pié... >> aggiunse Valentino.
<< Credi che delle banali scuse possano rimediare al danno che hai fatto? Devi ringraziare che respiri ancora! Le mie condizioni non cambiano, Valentino devi rientrare e garantirmi, con la presenza tua, la vostra onestà con me e Salvatore.>>
<< Pié... Rischio di perdere tutto se rientro nel clan, Valeria in primis. >>
<< Valentino, non per cattiveria, ma non me ne frega niente. Scegli Carlo o Valeria. Punto e non si discute! Se no faccio fuori pure a te. >> disse Pietro con tono fermo e deciso e poi andò via. Valentino si mise le mani fra i capelli, disperato e Carlo era molto dispiaciuto per lui, si sentiva in colpa e avrebbe voluto aiutarlo in qualche modo. Rimasero in silenzio per un po', poi Valeria telefonò Valentino:
<< Senti mi puoi venire a prendere? Ho perso la circolare... >>
<< Arrivo subito. >>, chiuse il telefono e Carlo:
<< Che si fa ora? >>
<< Torno... Non posso lasciare che ti facciano del male. >>
<< E Valeria? >>
<< Me la vedo io... Ciao Carlo. >> e Valentino uscì di casa, dirigendosi verso la clinica. Nel frattempo Valentino prese una decisione: tenere Valeria all'oscuro di tutto, d'altronde, pensava lui, non sarebbe dovuto essere interpellato più di tanto nelle faccende del clan, ma avrebbe avuto una funzione da "consigliere". Giunto alla clinica, Valeria entrò in auto:
<< Ci hai messo un po', c'era traffico? >>
<< Eh un po'... Sei stanca? >>
<< Sì, molto... Be'? >>
<< Cosa be'? >>
<< Come sei rimasto con Pietro? >>
<<... Gli ho detto che non voglio entrare in questo giro, perché non me lo posso permettere. >>
<< Sei sicuro? >>
<< Sì, Valè. >>
<< E lui che ha detto? >>
<< Ha detto che se la vedrà con Carlo...ma credo che a quest'ora lui sia già partito per l'Albania, ha degli amici lì e ci resterà per un po'... >>
<< Valentí é questa la verità? >>
<< Sì Valè! Non mi credi? >>
<< Io mi fido di te. Pertanto non mettere a repentaglio tutto! >>
<< Valè, non voglio buttare all'aria tutto quel che dobbiamo costruire per noi... Ci ho messo tanto a trovarti e non voglio perderti, assolutamente. >> disse Valentino prendendole la mano.
<< Valentí, ricordati questa cosa: che se mai ti venisse la brillante idea di nascondermi qualcosa, sappi che le bugie hanno le gambe corte. >>
<< Stai tranquilla, fidati. So quel che faccio... >>
<< Speriamo. >>
<< Dai ora dimmi, che mangiamo questa sera? >>
<< Mmh... Pizza? >>
<< Sì, assolutamente sì. Ecco siamo arrivati. Vatti a lavare e preparati che andiamo in centro. >> prese il suo viso fra le mani e diede un bacio sulle labbra a Valeria, anche se infondo era consapevole del fatto che prima o poi lei avrebbe scoperto tutto.

L'infermiera. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora