36: " Ora ci sono io, è tutto finito. "

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La mattina successiva, Valeria ricominciò il suo lavoro, con la solita routine: controlli, medicazioni e operazioni. Era sempre molto attenta a tutto e a tutti, disponibile e pronta a qualsiasi richiesta. Nel pomeriggio venne portato d'urgenza un uomo, sulla sessantina, colpito con un proiettile al braccio sinistro e necessitava di un intervento rapido. Corse in sala operatoria, dove si trovavano già il chirurgo e un suo collega. Dopo l'operazione, il paziente venne portato nella sua stanza e Valeria registrò i suoi dati anagrafici: Donato Esposito, età 62, nato a Napoli il 18/03/1957 e tutti gli altri dati. Entrò nella stanza:
<< Buon pomeriggio, signore. >>
<< Salve signorina. >>, l'uomo aveva una faccia molto sofferente:
<< L'anestesia sta terminando il suo effetto... Se non dovesse riuscire a sopportare il dolore, prenda pure questi antidolorifici. Una sola compressa però eh... Sono molto forti. >>, Valeria poggiò i farmaci sul comodino vicino al letto e il signore:
<< Grazie mille, signorina. >>, lei gli sorrise e continuò con i dovuti controlli, c'erano un ragazzo ed una ragazza nella stanza:
<< Le presento i miei figli, Enzo e Maria Pia... >>, si salutarono e Valeria:
<< Piacere di conoscervi... Bene! Qui ho finito, se dovesse aver bisogno d'altro, mi faccia chiamare, sono l'infermiera Viola Valeria. >>
<< Grazie, a più tardi. >>, Valeria uscì dalla stanza e continuò il suo giro. Verso le 17:00 si diresse alle macchinette per prendere un caffè e trovò il ragazzo che si trovava nella stanza di Donato Esposito, Enzo, che la riconobbe:
<< Ciao. >> gli fece Valeria
<< Buona sera... Posso offrirle qualcosa? >>
<< No, grazie! >>
<< Insisto, le offro il caffè. >>
<< Non si preoccupi! >>, Enzo però aveva già selezionato il caffè per Valeria e, una volta pronto, glielo porse:
<< Grazie, non doveva. >>
<< Si figuri...stanca? >>
<< Un po'... Ma sopportabile. Come sta suo padre? >>
<< Eh diciamo, ha preso il farmaco che le ha lasciato... Ora dorme. >>
<< Eh sì, quella medicina fa venire sonno subito... Domani mattina lo medicheranno e poi nel pomeriggio di nuovo, così mercoledì mattina potrà uscire. >>
<< Va bene, la ringrazio. Ma lei non è di Napoli, o sbaglio? >>
<< Non sbaglia, sono di Foggia. >>
<< Si sente... >>
<< Già... Io devo tornare a lavoro, a più tardi. E grazie per il caffè. >>
<< Si figuri. Buon lavoro. >>, Valeria andò via e tornò al suo giro di controlli. Terminato il lavoro alle 19:30, si diresse verso la fermata della circolare e tornò a casa sua. Cenò con Valentino e preparò un po' di carne alla pizzaiola. Durante la cena parlarono un po':
<< Com'è andata a lavoro? >>
<< Bene bene, oggi hanno portato un uomo che è stato ferito ad un braccio da un proiettile... Esposito se  non erro... >>
<< Donato? >>, chiese Valentino con aria stupita:
<< Lo conosci? >>
<< Solo il nome... È uno dei boss appartenente ai Maestri, il clan che comanda il centro di Napoli... >>
<< Devo avere paura? >>
<< No, amore... Semplicemente mantieni un rapporto professionale e basta, non sbilanciati troppo... E c'era solo lui in stanza? >>
<< No, c'erano i suoi due figli, Enzo e Maria Pia. >>
<< Ho capito... Quando andrà via? >>
<< Mercoledì mattina lo rilasciano. >>
<< Meglio così... >>
<< Il figlio mi ha trovata alle macchinette e mi ha voluto offrire il caffè... >>
<< Valè, non sbilanciati troppo, ricordatelo, non dirgli dove vivi ora o altro... >>
<< No, ma ti pare che dica i fatti miei a persone che non conosco? Ha solo notato il mio accento e gli ho detto che vengo da Foggia. >>
<< Eh... Stai tranquilla, Valè. >>
<< E tu? Cos'hai fatto oggi? >>
<< Ho studiato la tesi, poi ho pranzato e ho aiutato papà con il lavoro. >>
<< Bravissimo! >>, gli diede un bacio sulle labbra e iniziò a sparecchiare. Verso le 23:00 Valentino tornò su a casa sua e Valeria andò a dormire.
Il giorno dopo Valeria si alzò presto per fare delle pulizie e alle 13:00 prese la circolare per andare a lavoro. Alle 18:00 avrebbe medicato il signor Esposito, ma prima avrebbe dovuto fare il suo giro di controlli. Giunto il momento, si recò nella stanza del signor Esposito, dove si trovavano anche una donna e il figlio Enzo:
<< Buona sera. Signore, devo medicarla. >>
<< Buona sera! Prego, venga. La stavo aspettando. >>
<< Come si sente oggi? >>
<< Sto molto meglio, grazie. Le presento mia moglie Rosaria. >>
<< Piacere di conoscerla, Signora. >>, Valeria iniziò la medicazione, era molto concentrata, Enzo le chiese:
<< Oggi non lo prende il caffè? >>
<< No, grazie, ho già fatto. >>, rispose Valeria sorridendo; dopo un po':
<< Ecco fatto. Domani mattina potrà andar via. Arrivederci. >>
<< Grazie, buona serata. >>, Valeria uscì dalla stanza con gli occhi di Enzo addosso, era un ragazzo alto quanto lei, un po' in carne, con una folta chioma nera, occhi scuri e due cerchi dorati alle orecchie, avrà avuto poco più di trent'anni.
Tornò a casa sua verso le 22:00, mangiò un'insalata e andò a letto, Valentino era andato con i suoi genitori ad accompagnare sua zia Carmela all'aeroporto. La mattina successiva, Valeria arrivò a lavoro alle 8:15, in anticipo, così approfittó per vedere un po' di documenti relativi ai pazienti, quali avrebbe dovuto medicare e quali no. Alle 8:30 iniziò il suo giro di controlli, partendo da Donato Esposito, entrò nella sua stanza:
<< Buon giorno! >>
<< Buon giorno, infermiera. >>
<< Devo solo fare gli ultimi accertamenti e potrà andar via. >>
<< Prego! >>, in quel momento entrò Enzo:
<< Buon giorno. >>
<< Buon giorno a lei, Enzo. >>, Valeria continuò con i suoi controlli e quando era giunta quasi al termine, Enzo:
<< Come sta mio padre? >>
<< Be', direi che può andare. Si è ripreso e ora sta bene. Buon rientro, Signor Esposito. >>, lui le porse la mano per stringergliela:
<< Grazie, Signorina Viola. >>, Valeria gli strinse la mano e uscì dalla stanza, per continuare il suo giro. Fece una breve pausa per il pranzo e tornò a lavoro per continuare con i controlli, le medicazioni; ci furono tre codice rosso e dovette correre in sala operatoria, il primo intervento durò circa tre ore, finendo per le 17:00, poi gli altri due un po' meno, ma comunque terminò il tutto dopo le 20:30, infatti telefonò Valentino per farsi venire a prendere dato che era stanchissima e la circolare sarebbe passata alle 21:15. Mangiò solo una mela, non aveva fame e poi si addormentò sul divano abbracciata a Valentino; verso mezzanotte, la prese in braccio e la portò in camera da letto e salì a casa sua. Il mattino dopo, Valentino continuò con la sua preparazione alla laurea e Valeria si recò a lavoro prima, per via di un'urgenza, il medico avrebbe comunque tenuto conto delle ore extra. La sera del giovedì terminò alle 21:00 e alle 00:30 del venerdì iniziò il suo turno notturno, molto movimentato: medicazioni e controlli a tutti i pazienti, arrivo di altri e analisi nel pronto soccorso. Verso le 8:00, il medico le disse che sarebbe potuta rientrare prima a casa sua, dato che stessero arrivando gli altri colleghi, così prese la circolare e tornò a casa sua per dormire. Si svegliò nel tardo pomeriggio, tipo per le 18:30, aveva bisogno di riposarsi dopo la nottata appena trascorsa; ne approfittò per fare delle pulizie e per mettere dell'ordine in casa. Valentino le scrisse un messaggio:
<< Carlo mi ha chiesto di uscire tutti insieme stasera, che ne pensi? >>
<< Va bene, dove si va? >>
<< Mo vediamo, ti vengo a dare fastidio per le otto. A dopo amore. >>, ogni volta che Valentino la chiamasse "amore", faceva uno strano effetto, non pensava di aver più sentito quella parola. Valentino scese a casa di Valeria verso le 20:00 :
<< Piccola! Come ti senti? >>
<< Ciao tesoro... Meglio, mi sono riposata, ho fatto i servizi... Tu invece? >>
<< Io bene, ho finito di studiare la tesi, devo solo ripeterla. >>
<< Bravissimo! Continua così! Ce la farai. >>
<< Speriamo... E quello di Esposito? Se n'è andato? >>
<< Sì, Vale... Tranquillo. >>
<< Mica il figlio ti ha chiesto se volessi il caffè? >>
<< ahahah ma no! Stai tranquillo! Ora pensiamo a stasera. >>
<< Sì, hai ragione... Andiamo a mangiare una pizza, dalla sorella di Enzo, va bene? >>
<< Certo che sì, ho una fame... >>
<< Quindi sicura che sia tutto a posto? >>
<< Sì! Stai sereno! >>
<< Enzo ci ha provato? >>
<< No, però guardava spesso me quando ero nella stanza... >>, lui l'abbracciò e la rassicurò:
<< Ora ci sono io, è tutto finito. >>

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