50: "Sí, aspettiamo un bambino."

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<< OH MIO DIO! >> disse Valeria incredula. Si portò le mani sulla testa e iniziò a piangere di gioia: lei e Valentino avrebbero avuto un bambino! Stava pensando a come dirglielo, a quando farlo, una notizia così importante non poteva di certo essere data in un modo blando o banale. Pensò di dirglielo la sera successiva, avrebbe organizzato una bella cena a lume di candela e nascosto il test in una scatola, fatto spacciare, poi, per "regalo". Si accarezzava la pancia, pensando a come sarebbe stata la sua vita con un figlio, o una figlia, e Valentino; ne era felicissima e non vedeva l'ora di vedere la faccia del suo ragazzo e futuro marito! Nel pomeriggio scese a prendere delle cose per cena al negozio di alimentari vicino casa, avevano finito la parmigiana e, nonostante lei non potesse mangiarla, aveva voglia di prepararla per Valentino; nel negozio notò qualcosa di strano, c'era un ragazzo che lei aveva la vaga impressione di averlo già visto altrove, ma non riusciva a capire chi fosse. Continuava ad osservarlo alle spalle: era incappucciato, ma la camminata e l'andatura, i suoi vestiti, li aveva già visti da qualche parte. Lei continuò il suo giro nel negozio e, senza volerlo, questo ragazzo era davanti a lei, in coda per la cassa. Ad un certo punto, quando si mise di profilo per pagare, lei lo riconobbe: era Carlo. Valentino le aveva detto che sarebbe tornato subito in Albania, prima che Pietro lo scoprisse, ma era passata più di una settimana dal l'accaduto e le sembrava fin troppo strano che lui fosse ancora a Napoli. Uscita dal negozio, telefonò Valentino:
<< Amore dimmi! >> disse lui.
<< Puoi venire a casa? >> rispose fredda lei.
<< Fra mezz'ora sono lì, che è successo? >> chiese preoccupato Valentino.
<< Poi vedi. >> rispose Valeria, chiudendo il telefono.
Si diresse verso casa sua e trovò Carlo sul motorino, perciò era sicuro, era davvero lui.
Valeria non capiva, infatti attendeva con ansia che Valentino rientrasse.
All'una varcò la soglia della porta e Valeria era nel salotto sul divano ad aspettare delle risposte:
<< Tesoro! Che è successo? >> chiese Valentino, avvicinandosi a lei, lasciando un bacio sulla guancia.
<< Carlo dov'è? >> chiese lei.
<< Perché? >> domandò stupito lui.
<< Ho perso il numero di sua sorella, la parrucchiera, e lo stavo cercando. >> rispose Valeria, mentendo.
<< Ma amore, Carlo è in Albania e anche sua sorella è lì. >> disse questo.
<< Ah è in Albania? Ma che strano! >>
<< Cosa c'è di strano? Sai il fatto. >>  rispose lui mettendo a posto la sua cartella di pelle. Valeria si alzò e si avvicinò a lui e disse:
<< Perché stamattina era qua, al negozietto da Gennaro a fare la spesa. >> terminò con le braccia conserte e un tono molto serio, lasciando Valentino in silenzio e senza emettere un verso; riprese:
<< Che sta succedendo, Valentino? >> domandò innervosita e, dopo un lungo silenzio, lui le rispose:
<< Vale io non avevo scelta! >>
<< E così, hai scelto di mentire a me, che sono la tua ragazza, la tua futura moglie, per salvare il culo a Carlo? Dopo che ti ho detto che non avresti più dovuto, assolutamente, avere a che fare con il clan! Dopo che ci siamo realizzati ti concedi il lusso di rischiare?! >> disse lei, furiosa, scandendo ogni singola parola.
<< Porca puttana, Valentino! Mi hai mentito, di nuovo! >> urlò lei.
Lui non parlava, non aveva il coraggio di dire una parola, era andato tutto all'aria: la copertura, il segreto, la loro storia e il loro futuro. Valeria si guardò le mani, tremavano tantissimo, si focalizzó sull'anello di fidanzamento: significava tanto per lei, ma decise che non sarebbe più riuscita a guardare Valentino in faccia, era davvero delusa e affranta. Andò nella loro camera da letto, chiudendosi a chiave, prese una valigia e iniziò a buttarci dentro la roba di Valentino, ma poi pensó che lui avrebbe sempre avuto modo di tornare o di trovarla, sapeva dove lavorava e conosceva le sue abitudini, quindi sarebbe dovuta essere lei ad andare via e cambiare tutto, così prese una buona parte dei suoi vestiti e li mise nella valigia. Uscì dalla stanza con gli occhi pieni di lacrime e lo trovò sul divano con la testa fra le mani e gli occhi lucidi, poi la vide con la valigia fra le mani:
<< Dove vai? >> chiese allarmato. Lei non rispose, prese le chiavi della macchina che aveva comprato qualche giorno prima e uscì dalla porta. Lui la seguí, tentando di bloccarla:
<< Valè tu non vai da nessuna parte! >> disse strattonandola per un braccio; lei premette sul nervo, in modo che togliesse la mano e corse alla macchina. Buttò la valigia sul sedile del passeggero e mise le sicure. Valentino la raggiunse e batteva sul vetro, dicendole di scendere e che avrebbe risolto tutto, ma lei ingranò la marcia e partí, Valentino non avrebbe potuto nemmeno seguirla perché la sua auto era dal meccanico. Sarebbe rimasta a dormire in un B&B vicino alla clinica con parcheggio privato, in modo che nessuno trovasse la sua macchina. Era davvero delusa, continuava a fissare il suo anello di fidanzamento, ma non avrebbe voluto assolutamente ritornare a casa da Valentino, se non per prendere le sue ultime cose. In quel momento, la sua preoccupazione più grande, era la sua gravidanza; lei era completamente contraria all'aborto, perché quella creatura non aveva alcuna colpa, pertanto non l'avrebbe mai uccisa, però pensava a come sarebbe la loro vita senza Valentino:
" Come crescerebbe? Come si comporterebbe Valentino? Sarebbe un buon padre? E io?" mentre si poneva queste domande si accarezzava la pancia mentre piangeva, era una situazione difficilissima da gestire e da sopportare. Comprò un biglietto per Foggia, il pomeriggio del giorno dopo sarebbe partita, ma prima sarebbe dovuta passare da casa sua a prendere le ultime cose e ci sarebbe andata quando Valentino non era in casa.
Nel frattempo, Valentino stava impazzendo, non riusciva a mettersi in contatto con Valeria, era senza auto e stava da solo nella loro casa, non sapeva cosa pensare, dove si trovasse e cosa stesse facendo. Andò nel bagno per lavarsi la faccia e rinfrescarsi un po' le idee, poi la sua attenzione cadde su una scatoletta nel cestino: era del test di gravidanza; fu così che Valentino iniziò a tremare, a sudare freddo, cercò disperatamente quel test per accertarsi del risultato, ma nulla, non era nella pattumiera. Andò nella loro camera da letto, era sera e lui sarebbe dovuto andare a lavoro il giorno dopo, trovò il cofanetto di un bracciale sul letto sotto i suoi vestiti, ma appena aprí, rimase stupito di quel che ci fosse dentro: era il test. Lo prese e lesse l'esito positivo, poi lo lasciò cadere a terra e si buttò le mani fra i capelli:
" Incinta!? Merda... Devo trovarla!" pensò lui. Chiese l'aiuto di Carlo e dei suoi amici per trovarla, ma si fece subito tardi e Carlo:
<< Valentí, vai a dormire. È tardi, domani devi andare a lavoro... >> disse Carlo.
<< Come faccio a dormire Carlo!? Valeria è scappata, non vuole più vedermi ed è incinta di mio figlio! >> fece l'altro, furioso.
<< Valentí, certamente sarà da qualche parte a dormire adesso. >> disse Antonio, un loro amico, per calmarlo.
<< Antò, deve tornare qui, a casa nostra! Non siamo più solo io e lei, ma c'è un'altra vita in ballo! >> disse Valentino, agitatissimo.
<< Valentí, Valeria non è una stupida, starà dormendo in qualche motel o albergo... Lei sa che non si tratta più di voi due, ma di voi tre! Sarà sotto shock e si starà riposando. Vai a dormire anche tu. >> continuò Antonio.
<< Vedrai che dovrà tornare prima o poi, ci sono tutte le sue cose qui... Quando torna, avrete modo di parlare. Ma ora vai a letto che è tardissimo. >> aggiunse Carlo.
Valentino annuí e andò a letto, tentando di chiamare ancora una volta Valeria, ma senza avere successo. Fissava ancora il test fra le mani e pensava:
" Vale, ma dove sei?".
Il giorno dopo, Valentino si svegliò tardi e non andò a lavoro, infatti mise un avviso fuori il suo studio. Rimase a casa, con la speranza che Valeria varcasse la soglia della porta da un momento all'altro.
Lei si era svegliata alle 9:30, fece colazione e andò a casa sua, non sapeva che Valentino non fosse andato a lavoro. Infatti, parcheggiò l'auto sotto casa, al solito posto e salì; appena entrò, si trovò Valentino davanti:
<< Che ci fai qui? >> chiese lei. Lui l'abbracciò forte, ma lei non ricambiò.
<< Sei tornata... >> disse lui.
<< Solo per prendere le mie cose, vado via. >> disse lei, dirigendosi verso la camera da letto.
<< Valè non puoi andare via, ti prego. >> continuò lui, seguendola.
<< Sì che posso, potevi pensarci prima! Ti avevo avvisato Valentino e tu mi hai mentito! >> disse lei, furiosa mentre metteva i suoi vestiti in valigia.
<< Valè, ti prego fammi spiegare.. >> disse Valentino, fermandola.
<< Non c'è molto da spiegare, Valentino. >> rispose Valeria, nera in viso.
<< Amore... Ascoltami ti prego. >>  disse lui prendendola per la mano.
<< Valentì, non mi devi toccare. >> disse scansandosi.
<< Va bene, non ti sfioro... Ma ascoltami! >>, lei fece un lungo respiro e chiese:
<< Che vuoi?! >>
<< Fammi risolvere! >>
<< Che devi risolvere?! Valentino, è finita! >> disse lei, prendendo la valigia e dirigendosi verso la porta.
<< No, non è finita! Non siamo più solo io e te! >> disse lui tutto d'un fiato, facendola fermare.
<< A-aspetta... Che vuoi dire? >>
<<... Sai benissimo cosa intendo. >> rispose, avvicinandosi a lei.
<<... Hai visto il test? >> domandò, voltandosi verso di lui.
<<... Sì, l'hai dimenticato qui ieri. >>
<< Merda... >> rispose, portando una mano alla fronte. Seguí un silenzio tombale, poi Valentino:
<< Aspettiamo un bambino...? >>
<<... Sì, aspettiamo un bambino...
>>

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