3: L'amico ritrovato.

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<<La fr buon giorno! Oggi a che ora inizi il turno? Ho la macchina e posso passare a prenderti io!>> scrisse Diego a Valeria la mattina del giorno dopo
Erano le 8:30, ma il turno sarebbe iniziato alle 13:30, così rispose a Diego:
<<U fr, buon giorno! Oggi inizio alle 13:30 e tu a che ora attacchi? >>
Mentre Valeria preparava il caffè, arrivò il messaggio da Diego:
<<Pure io inizio a quell'ora! A posto, ci vediamo dopo, mandami la posizione e ti vengo a prendere alle 13:15. A dopo Valè, buona giornata. >>
Valeria inviò la posizione a Diego e, dopo aver preso il caffè, accese un po' la tv e si rilassó sul divano: le mancava casa sua ed era strano essere sul divano senza suo fratello a saltarci sopra e sua madre che lo sgridava... Telefonó sua mamma e fecero due chiacchiere: lì andava tutto bene, solo che sua sorella Sara aveva i decimi di febbre; Valeria le aveva raccontato la giornata passata e le aveva detto che con lei ci fosse anche Diego, il suo vecchio amico a lavorare e anche sua mamma Alessia stette più tranquilla dopo aver saputo questa notizia: Valeria e Diego iniziarono ad uscire insieme quando avevano rispettivamente 14 e 17 anni, perché un'amica di Valeria aveva una cotta per lui e il gruppo di amici di Valeria si unì a quello di Diego, facendo nascere così l'amicizia fra i due, purtroppo con gli anni si sono persi un po' di vista, soprattutto quando Diego e Monica si sono messi insieme, perché lui spesso andava a Torino da lei, ma si sono sempre voluti bene. Dopo aver chiuso il telefono con la mamma, Valeria iniziò a preparare il pranzo: fece un pasto veloce e leggero perché non aveva molta fame. Alle 13:15 Diego telefonó Valeria dicendole di scendere e andarono a lavoro, il martedì sarebbero dovuti rimanere a lavoro fino alle 21:30. Che giornata impegnativa! Diego si era laureato un anno prima di Valeria e iniziò subito a fare pratica in vari ospedali, perciò a lui sarebbe toccata la sala operatoria oggi e a lei le eventuali medicazioni e controlli. Verso le 17:00 arrivò un ragazzo con una grave emorragia esterna: era stato sparato all'occhio destro e richiedeva un'operazione molto delicata e lunga, il proiettile era ancora dentro la cavità oculare. L'operazione duró circa un paio d'ore, richiedeva un trattamento molto complesso, ma il post-operazione lo era ancora di più: il paziente avrebbe dovuto restare lì per una settimana, al buio, senza un minimo spiraglio di luce e per la medicazione, avrebbe dovuto cambiare stanza e a medicarlo non sarebbe stata solo Valeria, ma anche Diego, era una ferita molto particolare e richiedeva una mano un po' più pratica. Diego aveva una paura immensa: sarebbe rimasto cieco da un occhio questo ragazzo, ma la cosa più grave era che, se la medicazione non fosse stata accurata come previsto, avrebbe rischiato che l'infezione prendesse anche l'altro occhio. Valeria e Diego stavano aspettando che il ragazzo venisse trasportato nell'altra stanza e, nell'attesa, Diego confidò a Valeria questo timore:
<<Valè, ho l'ansia... E se non dovessi riuscire? Rimarrá cieco! >>
<<Diego, non dire cazzate! Hai tutte le capacità per farcela, perché non dovresti riuscire? Ti sei laureato con la lode e hai girato tantissimi ospedali! Hai fatto molta pratica e hai ricevuto quell'offerta di lavoro nella clinica più importante di Torino! Ce la puoi fare, credo molto in te! Stai tranquillo, non agitarti, ci sono io qua.>>lo rasserenó Valeria:
<<Speriamo guarda... Grazie Valè, sei un'amica. >> subito dopo arrivò la barella con il paziente, erano le 20:45 e la medicazione sarebbe durata parecchio, notando la sua difficoltà:
<<Dai, un respiro profondo. Ce la faremo! Pensa al lato positivo: se ci volesse più tempo del dovuto e dovessimo uscire più tardi, ci pagheranno l'extra! >> disse Valeria, tentando di tranquillizzare il suo amico.
La medicazione duró un'ora e quindici minuti, al termine il paziente venne riportato nella sua stanza dove ad attenderlo c'erano un ragazzo ed una ragazza; prima di andar via dall'edificio, Valeria e Diego andarono nella sua stanza, per accertarsi che stesse bene:
<<Permesso? >> chiese Valeria
<<Prego, entrate. >> rispose la ragazza dall'interno della stanza:
<<Come si sente? >> domandò Diego, preoccupato
<<Certamente non sono nelle mie condizioni migliori, ma tutto sommato sono vivo. Voi siete i ragazzi che mi hanno medicato? >> disse il paziente:
<<Sì, siamo noi. Lui è il genio in verità. >> disse Valeria indicando Diego, elogiandolo:
<<È stato in gamba, davvero. Grazie mille, mi rendo conto che non era facile.>> rispose il ragazzo, steso sul letto con la benda all'occhio. La stanza era prevalentemente buia, ma una lieve luce di una piccola lampada accesa permetteva alla vista di distinguere gli individui nella stanza: c'era la ragazza in piedi vicino al letto, il cui viso era visibile, il paziente steso e accanto a lui, di spalle alla finestra, un altro ragazzo, molto alto, il cui viso però non era molto visibile, questo non spiccicó mezza parola; dopo essersi accertati che fosse andato tutto bene, Valeria e Diego decisero di andar via e di lasciar riposare il paziente:
<<Bene, allora se qui è tutto a posto, noi andiamo. Mi raccomando riposatevi, ci vediamo domani per la prossima medicazione. Buona serata, ragazzi. >> disse Valeria, sorridendo e, mentre lei e il suo amico si stavano dirigendo verso la porta, si udì:
<<Buona serata anche a voi due. >> da un'altra voce maschile, probabilmente dell'altro ragazzo nella stanza.
Diego accompagnó Valeria a casa sua e si organizzarono per i giorni successivi per recarsi insieme a lavoro. Quando Valeria aprì il portone d'ingresso, Diego dal finestrino le disse:
<<Valé, grazie davvero per il sostegno di oggi. Mi sei mancata.>> e Valeria, sorridendo, rispose:
<<Gli amici fanno questo. Ci vediamo domani fr. Buona notte!>>.
Una volta dentro casa sua, telefonò sua madre e suo padre tramite skype, raccontando la sua giornata e, dopo essersi fatta un bel bagno caldo, andò a letto, era già molto tardi e il giorno dopo avrebbe iniziato alle 8:30 il suo turno.

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