CAPITOLO 4

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6 anni prima

"Ehi Payton... Perché piangi?" La voce di mia sorella di 14 anni mi riscosse dai singhiozzi. Guardai l'orologio sul comodino: le 5.30. Avevo davvero passato le ultime due ore a piangere e singhiozzare sul mio letto? "Lisa.. vattene, non ho bisogno di nessuno". Ovviamente lei non era a conoscenza di niente, delle prese in giro che continuavano da anni.. di tutto. Come tutti gli altri miei familiari. "Dai dimmi almeno cosa ti fa stare così" la testa mi stava scoppiando. Lei non poteva sapere, avrebbe riferito tutto a mia madre, e, per quanto quella donna fosse assente nella mia vita non volevo che per nessun motivo venisse a conoscenza di ciò che quelle persone mi facevano da tre anni.

"Non andrò ad una festa in maschera per via di alcune persone" buttai lì una scusa, giusto per fare andare via Lisa una volta per tutte. "E quindi ti abbatti così? Sei mia sorella e non ti ho mai vista piangere per queste cose" Oh, fidati, c'era ben altro, ma non potevo dirtelo. E comunque, piangevo sempre, ma nessuno si era mai degnato di andare a fondo in questa faccenda. "Lascia perdere" borbottai.

"Senti perché non fai una cosa? Vai a quella festa in maschera, nessuno ti riconoscerà, mettiti qualcosa di fico e fatti valere, non puoi stare qui per sempre!" Forse.. forse Lisa aveva ragione, ma non glie la avrei data vinta. "Ok lo prenderò per un sì... Oh vediamo che c'è qui dentro.." Alzai di scatto la testa dal cuscino e vidi mia sorella tirare fuori qualcosa dal mio armadio "Trovato, questo, anche perché è l'unica cosa decente e non malformata che tu abbia nel tuo orrendo armadio" Lisa mi passò la tutina nera abbastanza elegante formata da pantalocini corti uniti ad una canotta nera. "Ma.." provai a dire. "No! Ci andrai, e per favore, mettiti qualcosa in faccia e non fare vedere come ti hanno ridotta, o lo dirò a mamma!" E se ne andò correndo al piano di sotto. Quella ragazzina era più sveglia di me.

Presi il vestito in mano per un attimo, ne accarezzai la stoffa morbida.. era un regalo di mia zia.. Non so che mi prese, forse era la rabbia repressa che avevo provato quello stesso giorno per l'umiliazione, il voler dimostrare qualcoa..ma mi infilai quell'indumento che trovai così strano addosso a me, mi allacciai le converse e provai a sistemarmi un po'il viso.. In ogni caso era una festa in maschera, per cui ne tirai fuori una dal cassetto della scrivania. Era azzurra con un contorno grigio, e mi copriva gli occhi e quasi tutto il naso.

Non mi avrebbero mai riconosciuta. Tre minuti dopo ero per strada, al buio, illuminata solo dalla tenue luce dei lampioni, e stavo andando verso casa di Harry.

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