CAPITOLO 38

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Payton's pov

La mia bocca era spalancata di fronte alla sua confessione, dichiarazione, non sapevo nemmeno io che cosa fosse.
Mi mancava il respiro, non sapevo cosa rispondere: sarebbe stato perfetto: io e lui, al tramonto, sulla riva dell'oceano in una spiaggia bellissima, a baciarci come due perfetti amanti... Avrei potuto fare un passo in avanti e gettargli le braccia al collo, ma la mia testa mi frenò all'istante: era tutto sbagliato, un tremendo casino.

Harry Styles aveva ammesso di provare qualcosa per me, non so se intendesse semplicemente che teneva a me particolarmente come amica o qualcosa di più, ma era la prima volta che vivevo una situazione simile, e non ero abituata;
In più era un grosso errore visti i fatti del passato, ma questo lui non poteva saperlo.
Lo guardai bene, cogliendo ogni centimetro verde dei suoi occhi illuminati dai raggi del sole del tramonto, io vento che gli sparpagliava i capelli ricci verso sinistra. Era incredibilmente, stupidamente bello, e io non potevo farci nulla.

Non sapevo nemmeno cosa provavo io nei suoi confronti: rancore, ma, forse anche qualcosa di più, solo che non ero riuscita a rendermene conto;
diciamo che quella strana 'amicizia/tregua' che ci eravamo concessi era in realtà un freno posto fra me e lui.
Lo vedevo, che quando mi guardava, lo faceva diversamente, ma io ero troppo accecata dal passato.

Una folata di vento mi travolse, scompigliando i miei capelli biondi che avevo deciso di tenere sciolti, visto che lo chignon non aveva tenuto granché. "Harry... Io.. Lo sai che la situazione è difficile. Non capisco cosa intendi, non so cosa dire in realtà..." Dissi grattandomi nervosamente la mano sinistra. Ma dico, ero stupida? Perché non gli avevo detto subito come stavano le cose?
"Dí semplicemente cosa senti dentro di te. Ho provato a reprimere questa 'cosa' che sentivo, ma non ci riesco, è la prima volta in vita mia che mi trovo in una situazione del genere, ma voglio capire cosa pensi anche tu"
Rispose con decisione, cosa che mi mandò ancora più in confusione.

"Credimi, so perfettamente di cosa parli, ho percepito qualcosa ma... Harry questo, questo è un terribile sbaglio" dissi scuotendo la testa, amareggiata per quello che stavo per dirgli. Volevo andare a fondo, scoprire cosa sarebbe successo se mi fossi buttata, ma il buon senso prevalse su di me.
"Okay, ascolta" dissi buttando fuori l'aria. "Io vorrei, vorrei buttarmi, tu mi piaci, mi fai ridere, ci capiamo al volo ma stiamo commettendo uno sbaglio, credimi se te lo dico, Harry lascia perdere questa cosa" gli spiegai.
La sua espressione si accigliò: "Non lascio perdere proprio niente io, perché stiamo commettendo uno sbaglio, Payton? Sono qui, spiegami"
Rispose. Non stava andando bene, e se avesse continuato a resistere e ad insistere così avrei creduto prima io, e gli sarei dovuta saltare addosso.
"Noi, noi siamo il problema. Avanti tu sei un attore di fama mondiale, io una ragazza di New York che è venuta qui per 'aiutare il regista con il copione'" mimai l'ultima parte con le dita.
"Cosa pensi che direbbero gli altri? Tu hai migliaia di storie, vai ogni sera con una ragazza diversa, sei sulla bocca di tutti e di ogni giornale" buttai lì, era una mezza verità, un po'era vero ma non era quello il motivo principale.

"Avanti Payton, non me la bevo. Ti conosco bene abbastanza da dire che stai mentendo. Non ti interesserebbero tutte queste cose" mi disse. Mi aveva quasi beccata.
"Potrebbero interessarmi" ribattei incrociando le braccia al petto.
"D'accordo. Riguardo ai primi punti, non frequento escort o modelle pagate appositamente da circa un mese, forse dovresti chiederti il perché" disse, facendomi mancare un battito dopo la sua allusione
"Seconda cosa, per il resto dei giornali eccetera non posso farci nulla, l'unica cosa da fare è ignorarli e credere solo alla verità" aggiunse poi.

Mi stava mettendo con le spalle al muro, e ci stava riuscendo bene.
"Per cui ora dimmi, Payton, perchè dovrebbe esserci un problema. Voglio la verità" Voleva la verità, e non potevo essere così codarda. Prima di incontrarlo ero chiusa e forte, tenevo testa a chiunque e non avevo più paura di dire ciò che pensavo.
Ma da quando era arrivato lui, ero capace di sciogliermi al solo suono della sua voce.

"D'accordo. Non può accadere niente fra noi, e non potrà mai accadere per una serie di motivi, riguardanti il mio passato. Ecco" e ancora mi sarei voluta picchiare, ma non sapevo come avrebbe reagito.
"Non puoi dirmi semplicemente così, che cosa riguarda il tuo passato? Lo si può risolvere insieme. Payton sai quanta fatica sto facendo per esprimermi così? Credimi, non l'ho mai fatto e mi sta costando uno sforzo enorme" la sua voce stava iniziando ad innervosirsi. Mi guardai intorno, ma eravamo davvero lontani dal resto, era il momento giusto.

"Apprezzo lo sforzo, davvero, ma se tu sapessi ciò che so io mi guarderesti con occhi diversi. Cambierebbe tutto, e a me piace come stanno le cose"
"E quindi dovrei starmene per conto mio sapendo che entrambi proviamo determinate cose ma che per colpa del 'passato' resterà tutto così? Scusa ma non capisco" fece un passo verso di me, non smettendo mai di guardarmi.

"Harry..." Dissi facendo un passo indietro, sentendo le lacrime minacciare di scendere da un momento all'altro.
Quanto avrei voluto dirglielo, ma ero una codarda. Avevo paura che vi saremmo allontanati, ma quella era la rivincita che volevo.
Fece per parlare ma l'arrivo di qualcuno ci riscosse completamente:
"Harry! Ti ho cercato ovunque! Quaranta minuti e inizia la conferenza e ti sei ancora qui, vestito da scena con gli abiti del set e stai parlando con il personale! Non va bene!" Urlò Jhon, il suo manager, che ci aveva improvvisamente sorpreso
Nessuno di noi si era accorto del suo arrivo.
"Datti una calmata, Jhon! Lo sai che posso fare quello che mi pare, anche se non va bene a voi e a William. Farò in tempo" disse altrettanto scocciato.
"Non mi interessa, quaranta minuti sono pochi, e non faremo questa figuraccia. Avanti, andiamocene. Ci aspetta la limousine. Signorina, è stato un piacere, se non vuole che avverta la sicurezza torni a fare il suo lavoro" mi disse quello stronzo.

Poi prese Harry per un gomito e iniziò a trascinarlo via, ma mi diede un ultimo sguardo: "Non finisce qui la conversazione, Payton" la sua voce era così ferma e quasi arrabbiata che mi mise i brividi.

Sapevo che non mi avrebbe lasciato stare finché non gli avrei dato una spiegazione, ma non sarebbe successo quel giorno.
Mi girai sbuffando, digitando il numero di Lisa.
"Hey Payton, tutto ok?"
"Mi manchi terribilmente, Lisa" dissi affranta.
"È successo qualcosa? Glie lo hai detto finalmente? Se ti ha fatto licenziare giuro su dio che-"
"No, niente di tutto ciò. Stavo per dirglielo ma non ho avuto il coraggio, e poi lui mi ha detto di sentire qualcosa per me e..."
"Aspetta, no. Cosa? Ma voi due vi parlate?" Mi chiese confusa.
"Siamo diventati amici da un mese circa, e ci trovavamo bene insieme, ma ora lui dice che... E vuole delle spiegazioni capisci?" La mia voce stava tremando per il nervoso, il sole era ormai tramontato, ed era rimasta una luce che si stava spegnendo pian piano, così mi incamminai verso l'uscita.
"Payton, qui è tutto sbagliato. Non dovevi essergli amica, dovevi sputargli in faccia la verità e quello che ti aveva fatto. A cosa sono serviti tutti i nostri discorsi?" Era arrabbiata, e lo capivo. Voleva quella rivincita quasi quanto me.
"Lo so Lisa. Senti, quando lo rivedo glie lo dirò, promesso, ma tu non dire niente alla mamma" la implorai calciando un sassolino con il mio piede scalzo. Stavo tenendo il paio di sandali in una mano.

Era un disastro totale.

Buongiorno, mi scuso se non ho aggiornato ieri ma ho avuto qualche problema. Comunque, in tante mi avete chiesto a chi è ispirata la protagonista: Payton corrisponde all'attrice Indiana Evans, cercatela, magari la conoscete, è abbastanza famosa 😝

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