CAPITOLO 53

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Harry's pov

"Signor Styles, siamo arrivati"
Schiusi gli occhi lentamente e mi portai una mano sulla bocca per coprire il mio sbadiglio: "Che ore sono?" Bofonchiai alla hostess che mi aveva svegliato, l'addetta al mio jet privato.
"Le sette di sera signor Styles" rispose prontamente aiutandomi a tirarmi su dal sedile dove ero steso.
"In anticipo. Oh e puoi chiamarmi Harry" le sorrisi ottenendo un'occhiata imbarazzata di risposta: sarà stata sulla ventina, bionda, carina, ma per me c'era solo una bionda che contava nella mia vita, e il suo nome era Payton.
"Ma certo sign- Harry" sorrise nervosamente indicandomi l'uscita.
Jhon era già sceso, qualche minuto prima di me nell'attesa che la hostess mi svegliasse.
"Era ora bell'addormentato, sei pronto a rimetterti al lavoro? Ivy mi ha già spedito il copione" disse porgendo la sua valigia alla sicurezza che ci seguiva come sempre fino alla limousine.
Storsi il naso, quell'idea non mi piaceva affatto: "Preferirei prima vedere la mia ragazza".
Sapevo che Jhon non approvava affatto, ma era quello il bello.
"Non potresti rimandare per una volta? Questa cosa ti sta portando via troppo tempo"
"Forse è per questo che sei divorziato" gli feci l'occhiolino e feci un cenno al mio autista prima di salire in auto.
"Dico solo che forse dovresti regolarti, tutto qui. Comunque cambiando argomento, dopodomani devi rilasciare due interviste, mentre domenica sera hai la cena con i capi di Vogue" sfilò il suo taccuino dalla tasca e cominciò ad annotarsi delle cose, ma io avevo altro per la testa: fantasticavo su come i suoi occhi blu si incatenavano ai miei, come i suoi capelli mossi dondolavano dolcemente solleticandomi il collo, sul suo profumo di vaniglia...
"Artur portaci a casa mia, faccio una doccia veloce e poi voglio andare al Palace" Sentivo l'adrenalina salirmi al solo pensiero di riabbracciarla, di dirle quanto l'amavo.

Mi infilai la camicia a righe verticali blu e bianche, gli anfibi, e dopo una scompigliata ai capelli mi precipitai in auto, ignorando le telefonate degli sponsor o avvocati, a quello ci avrei pensato poi.
"Portami al Palace" dissi ad Artur.
Scesi le scale, attraversai la hall, ormai mi conoscevano quelli della reception, ma avevano firmato un contratto di riservatezza per la privacy, per cui non avevo problemi.

Uscii dall'ascensore con il cuore che mi batteva all'impazzata, eccitato e felice di rivederla: chissà cosa stava facendo? Chissà cosa indossava?
Aveva legato i capelli? Lo stavo per scoprire.
Girai la manopola visto che la porta non era stata chiusa a chiave.
La spalancai e la trovai seduta al bancone della cucina, su uno sgabello, intenta ad attaccare un post-it viola su un foglio.
Lei alzò lo sguardo ed incontrò il mio, e poi mi sciolse il cuore con un solo gesto: sorrise, come solo lei sapeva fare: scese immediatamente dallo sgabello, abbandonando tutto sul tavolo e lasciando cadere a terra la penna.
Corse verso di me e mi gettò le braccia al collo, intrecciando le gambe al mio bacino, e io fui pronto a prenderla e a stringerla: dio che sensazione bella, il suo profumo di vaniglia mi inebriò la mente, la sua pelle delicata sfiorava il mio collo.
Volteggiai un po'su me stesso per farla ridere, poi la posai a terra sorridendo come un bambino, afferrandole il viso per baciarla, prima dolcemente e poi con più spinta, accogliendo il suo familiare sapore, fresco e intenso che mi faceva girare la testa ogni singola volta.
"Mi sei mancata" dissi ad un soffio dalle sue labbra rosa e carnose:
"Mh da quando sei diventato così sdolcinato Harry Styles? Non eri tu quello che al solo contatto visivo iniziavi ad infastidirti?" Scherzó come faceva sempre, nel suo solito modo migliore per tirare su di morale chiunque.
Feci finta di pensarci su guardando verso il soffitto: "Mmh da quando una ragazza è entrata nella mia vita e non sono più riuscito a lasciarla andare"
La mia bocca aveva parlato da sola, ero contento di ciò che ero stato capace di dirle ma allo stesso tempo mi sentii... Strano.
Payton sussultó per la sorpresa e le sue labbra si aprirono in un magnifico sorriso; potevo sentire la pelle d'oca formarsi sulla sua pelle a contatto con la mia.
"Vale lo stesso per me" rispose posandomi un altro bacio ma questa volta a stampo.

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