CAPITOLO 18

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Sbuffai infastidita guardando l'orologio per la nona volta in venti minuti. La situazione non si stava mettendo bene. Avevo troppo caldo nei miei vestiti e soprattutto stavo lì impalata come una scema ad aspettare un regista che era in ritardo da più di un quarto d'ora. Volevo solo stendermi con il condizionatore a mille. Mentre mandavo un messaggio a mia madre per dirle che era tutto ok nonostante il mio malumore il depliant della città che avevo in mano mi cadde sul pavimento dell'ingresso.

Avevo troppe cose in mano fra giacca zaino valigia e cartella da lavoro, e stavo sudando in una maniera assurda. "Merda" mormorai tentando di piegarmi in avanti per raccoglierlo, quando all'improvviso sentii una specie di... Strappo? Oh no. No no no. La mia gonna si era strappata esattamente sul retro, sul mio posteriore, mettendo sicuramente in evidenza il mio intimo. D'istinto mi portai una mano sullo strappo per coprirlo, sperando di non sembrare una stupida con una mano sul sedere.

Ma dove diamine era Reese? Ah! L'avrei ucciso. Stavo sudando sempre di più, e il mio panico aumentò quando un gruppo di turisti spagnoli mi passò accanto sghignazzando. Si capiva così tanto? "Cazzo, che imbarazzo" dissi a bassa voce. Per mia fortuna pochi secondi dopo vidi una... Limousine nera svoltare l'angolo e fermarsi proprio davanti a me. Sospirai sollevata quando si abbassò il finestrino: "Signorina Brooks?" Domandò l'autista "In persona!" Esclamai. "La faccio salire dietro, con il signor Reese" L'autista, un uomo sulla cinquantina, che disse di chiamarsi Drew mi condusse alla portiera. Cavoli, non ero mai salita su una limousine!

Entrai immediatamente cercando di non far notare il mio 'incidente'.
"Signorina Brooks, è un piacere. Io sono il regista William Reese, come penso lei sappia, e sono orgoglioso di averla al mio fianco!" Esclamò l'uomo prima ancora che potessi guardarlo negli occhi. Wow, non potevo crederci. Ero seduta in una limousine di fronte a uno dei registi più famosi della storia! Se non fosse stato per il trasferimento e la storia di Harry Styles sarei stata entusiasta di lavorarci, ma non potevo esserlo. Reese era proprio come in foto: 49 anni ben portati, vestiti casual ma con un tocco di classe e il classico capello da regista sul capo. Era abbronzato come tutti i cittadini di quella città, aveva qualche tatuaggio sui gomiti e odorava di fumo di sigaretta. Ma era simpatico. E sapevo che era bravo nel suo lavoro.

"Può chiamarmi Payton, signor Reese" gli sorrisi ricambiando la stretta.
"Il tuo capo mi ha detto che sei la migliore dipendente della Brown, ed è per questo che ho molta fiducia in te. Domani sarà il tuo primo giorno e incontrerai tutto il cast, oggi potrai riposarti nella tua camera d'albergo. Ti invierò comunque una stampa del copione, magari potresti iniziare a lavorarci su e mostrarmi qualche tua idea" mi fece l'occhiolino. Sì mi stava proprio simpatico.

"Ma certo, e grazie per i complimenti. Spero di non deluderla" gli sorrisi. Lui annuì contento.
"Bene, sei proprio una bella ragazza. Parlami un po'di te, abbiamo ancora un po'di strada da fare" mi disse strofinandosi le mani sui suoi jeans firmati in attesa. Mi bloccai per un attimo. 'Coraggio Payton, sii generica e non farti prendere dal panico. Non raccontargli altro' mi ripetei. Presi un respiro profondo: "Ho 23 anni, il mio compleanno è l'11 marzo e ehm.. Io e la mia famiglia vivevamo a Providence, ma poi ci siamo trasferiti a New York per una serie di motivi. Lì ho studiato all'università e mi sono laureata immediatamente, poi ho inviato il mio curriculum alla Brown e mi hanno presa subito. Mi piace molto il mio lavoro" gli risposi con molta calma. Mi concentrai a guardare fuori dal finestrino: Los Angeles era una città dai colori caldi e da milioni di palme piantate lungo la strada. Stavamo andando ad Hollywood!

Passammo lungo l'oceano, e al solo guardarlo rabbrividii, reprimendo la sensazione di nausea e riportando lo sguardo su William Reese per cambiare pensiero. Stava digitando qualcosa sul suo cellulare ultimo modello. "Lei ha un'aria molto seria e professionale signorina Brooks, mi piace. Spero proprio che si divertirà qui. Non capita tutti i giorni di assistere alle riprese di un film di William Reese con attori così famosi" proseguì la conversazione guardandomi negli occhi, togliendosi gli occhiali da sole. Sorrisi per non sembrare turbata dalla sua affermazione. Non poteva sapere.

"Sì beh.. Mi sento molto fortunata, ma ovviamente, è molto difficile. Mi dica William, quanto dureranno le riprese invece?" Domandai cercando di evitare il più possibile l'argomento attori e cast. "In tutto credo che saranno almeno sette mesi e mezzo di riprese. Le spiegherò tutto domani. La verrà a prendere Drew alle 8.30: si prepari Payton. Le piacerà" mi spiegò con voce orgogliosa. "Grazie William, a domani" gli risposi sorridendo. La limousine si fermò davanti ad un hotel cinque stelle enorme e bellissimo. Scesi a bocca spalancata e mi avviai all'ingresso, dopo che Drew mi fece scendere con un sorriso cordiale.

Spazio autrice:

Ehilà ragazze, come va? Spero che fin qui vi piaccia la storia. Volevo chiedervi solo un favore però: potreste lasciare qualche commento per dirmi se almeno la storia vi piace? Per favore, ci tengo molto, non sapendo se sto facendo la cosa giusta avrei bisogno di qualche opinione, anche critica, ma non troppo, ce la metto tutta per fare del mio meglio!💗💗

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