CAPITOLO 45

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"Okay okay, questa è l'ultima, promesso" dissi fra una risata e l'altra, portandomi la mano alla pancia per quanto avevo riso negli ultimi venti minuti. Io ed Harry eravamo a letto, alle sette di mattina, illuminati dal sole e coperti dal lenzuolo bianco.

"Pesa di più un chilo di piume o un chilo di piombo?" Chiesi non riuscendo a trattenere un sorriso senza staccarmi dai suoi occhi.
Lui rise divertito prima di rispondere con finta strafottenza: "Un chilo di piombo Payton, sono sorpreso che tu me lo abbia addirittura chiesto"
Scossi la testa socchiudendo gli occhi per il divertimento di vederlo così convinto della sua affermazione.
"È la tua risposta definitiva?" Chiesi un'ultima volta fingendomi seria, senza però riuscirci. Harry annuì convinto guardandomi perplesso.
"Beh mi dispiace deluderti Harry ma ti sbagli di grosso, pesano entrambi allo stesso modo! Non pesa di più un chilo di piombo!" Gli presi il volto fra le mani ridendo, lasciandogli un piccolo bacio a stampo.
Ma lo vidi ancora più perplesso di prima; spalancò la bocca, mettendosi seduto più comodo: "Stai scherzando? Payton tu vuoi fottermi, ma non ci casco" rispose aumentando sempre di più le mie risate.
"No Harry, non voglio fottere proprio nessuno, dovresti sapere che la massa non cambia mai, è sempre la stessa, per cui un chilo di piume pesa quanto un chilo di piombo" gli spiegai con ovvietà, ma la sua espressione era tale quale a quella precedente.
Scossi la testa e mi rimisi comoda nel letto, lasciandolo ragionare ancora un po'.
"Beh la fisica non è mai stato il mio forte" disse grattandosi la nuca.
"Me lo ricordo bene" risposi istintivamente, senza rendermi conto di aver fatto una cazzata: avevo ricordato il periodo del liceo, che entrambi ci eravamo posti di non tirare più fuori. Vidi l'espressione di Harry incupirsi un attimo, facendosi pensieroso, ma ormai il danno era fatto, gli avevo ricordato di quando lui mi trattava male durante l'ora di fisica.

Mi sistemai di fronte a lui e gli posso le mani sulle spalle, guardandolo attentamente: "Ehi Harry, guardami. Non era mia intenzione ricordarti quella... Cosa, scusami tanto, l'ho detto istintivamente. Anche se non ne abbiamo ancora parlato del tutto, ti assicuro che sto superando la cosa, anzi l'ho superata quasi del tutto per cui non devi starci male. Stavo davvero scherzando"
Finalmente mi guardò, con aria dispiaciuta: "Lo so Payton, ma Tu giuro ogni volta che ci ripenso mi fa stare davvero male, non posso credere che... Che quella persona ero io e... E" la sua voce iniziò a tremare.
"No no Harry. Ascolta, io so che ti sei pentito, me l'hai dimostrato in questa settimana e mezzo, e io ti sto dando fiducia, per cui accantoniamo il discorso. Stavamo così bene" gli strofinai la anno sulla spalla nuda e muscolosa.
"Lo so, lo so" rispose abbracciandomi. Ricambiai immediatamente, sentendo una fitta al cuore.
Avrei mentito se avessi detto che avevo superato del tutto la cosa, in fondo era abbastanza surreale il fatto che il ragazzo che mi bullizzava al liceo era diventato famoso, e che mi stava frequentando, ma volevo provarci anche se per me non era facile fidarmi degli altri.

Mi guardai intorno: la sera prima Harry aveva deciso di portarmi per la prima volta nella sua villa da milioni di dollari, a Beverly Hills.
Ricordo che quando varcai la soglia non potei fare a meno di restare ammaliata da tanta bellezza e da tanto lusso. Era una villa enorme e moderna, una delle classiche che possiedono le persone ricche e famose. Ogni volta che facevo un passo posavo lo sguardo su qualcosa di bellissimo e costoso , e non facevo altro che sgranare gli occhi sotto lo sguardo divertito di Harry.

Mi aveva spiegato che non amava tutto quel lusso e quella ricchezza, ma che William, con cui aveva girato molti film, aveva insistito per farlo sistemare là dove "era degno di stare" secondo lui.
Mi aveva portata in camera sua, bella grande, e con un'ampia finestra che dava sulla città di Los Angeles, che in quel periodo stavo iniziando ad apprezzare. Ricordai durante la notte, mentre Harry dormiva, di aver letto o sentito da qualche parte che Harry Styles aveva tante donne, ma che una volta passata la notte non rimettevano più piede in casa sua, e la cosa mi aveva terrorizzata a tal punto che non riuscii a chiudere occhio per quasi un'ora e mezza, finché non scrissi un messaggio ad Heather per spiegarle la situazione. Mi aveva risposto verso le sei, che dovevo stare tranquilla perché con me era diverso, ma non riuscivo ad ammetterlo a me stessa.
Avevo paura che avrebbe fatto la stessa cosa con me.

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