CAPITOLO 40

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Harry alzò la testa guardando davanti a sé, ma senza girarsi, per poi riprendere a lavorare sul suo cellulare. La cosa mi diede parecchio fastidio, ma decisi di ignorarlo e di procedere con il mio piano, non potevo mollare in quel momento.
Lo presi per un braccio e lo scossi: "Harry lo so che mi hai sentito quindi girati e ascoltami" quasi urlai.
Con molta calma si voltò verso di me, e l'unica cosa che non avrei mai creduto di poter vedere, fu la sua espressione: aveva una smorfia di disprezzo e strafottenza, identica a quella che aveva al liceo, tanto che mi si raggelò il sangue a guardarlo.
Non era il solito Harry, che quando incontrava il mio sguardo sorrideva e a cui brillavano gli occhi. Fece un mezzo sorriso alzando gli occhi al cielo e incrociò le braccia al petto.
"Ah sì, ho solo quattro minuti" disse guardando il display del telefono e tornando a guardarmi infastidito.
Oh no, questa volta non mi avrebbe calpestata come aveva fatto sempre, io ero cambiata.
"Non mi bastano quattro minuti per parlare, mi pare che ieri sera aspettassi delle risposte: bene, sono qui per fartele, ma ti prego ascoltami. E levati quell'aria strafottente dalla faccia perché ti giuro, Styles che te la posso cancellare in cinque secondi" stavo cominciando ad irritarmi sempre di più, le mie guance erano paonazze dalla rabbia, e faticai per non gridare solo perché altrimenti ci avrebbero sentito.

Lui sembrò un attimo riprendersi dopo le mie parole minacciose, ma due secondi dopo i suoi occhi tornarono di un colore verde scuro, diverso da quello di sempre, e un sorriso idiota gli spuntò nuovamente su quelle labbra perfette.
"Senti, evita di minacciarmi, piccola. Non è il momento adatto, scusa" disse fingendosi dispiaciuto.
I miei occhi si assottigliarono in due fessure e combattei contro me stessa per non dargli uno schiaffo.
La mia bocca si spalancò per rispondergli, ma qualcuno mi precedette: "Harry, caro, è il tuo turno per il trucco" l'odiosa voce di Melory fece capolino. "Ho interrotto qualcosa? Non dovresti parlare con il personale" disse poi rivolgendomi un'occhiata.
Quanto la odiavo. "È impegnato, al momento" ribattei acida.
"No, in verità sono liberissimo. Senti magari scambiamo quattro chiacchiere dopo le riprese, ora ho da fare" disse Harry. Melory gli afferrò il braccio e lui le rivolse uno sguardo di ammirazione, sorridendole magnificamente, e seguendola verso la sala. Rimasi lì impalata, a guardare quella scena rivoltante e a maledire Melory per essersi intromessa.
"Peccato che le riprese finiscono alle 18, e ora sono le 8.30" borbottai.

Ero più arrabbiata che mai, non aveva il diritto di trattarmi così, sapevo che era arrabbiato, ma quello era troppo.
Non sarebbe finita così.

Durante le riprese di quel giorno, aspettai pazientemente, ora dopo ora, bevendo litri di caffè gentilmente offertomi da Ivy, e liquidando gentilmente Heather, la quale non faceva altro che domandarmi che cosa avessi. Il mio sguardo era puntato su Harry, che però sembrava non avermi notata minimamente, anzi recitava bene come non mai, come se io non fossi mai esistita.

Finalmente, alle 18.30, con mezz'ora di ritardo, Will annunciò la fine delle riprese. Gli consegnai gli appunti per il giorno seguente e aspettai che se ne andassero quasi tutti. Quando in sala rimasero solo pochi addetti, mi avviai ai camerini senza essere notata, e quando arrivai davanti alla porta di Harry, non esitai ad entrare, con la rabbia ancora in circolo.

La meravigliosa sorpresa fu quella di trovarlo piacevolmente a conversare con Melory, che era appoggiata al tavolo, e quando mi videro, bastò il mio sguardo assassino a farla alzare immediatamente.
"Io devo andare, stasera ho una cena di gala alla quale Will mi ha invitata, ci sentiamo" disse rivolgendosi ad Harry. "Poi ti chiamo" rispose lui senza degnarmi di uno sguardo.

Quando finalmente rimanemmo soli iniziai a parlare seguendo il mio discorso, anche se mi risultò parecchio difficile visto che Harry faceva tutto tranne che prestarmi attenzione, facendo altro o scrivendo al cellulare.
"So che ieri non mi sono comportata bene, ma credimi, avrei voluto dirtelo prima, ma mi mancava il coraggio. Ora sono qui, e non mi interessano le conseguenze, voglio solo spiegarti come stanno le cose: forse non sai che-" "Sì, pronto, vorrei ordinare cibo cinese da asporto per stasera alle 20-" mi interruppe Harry. Non aveva ascoltato un fico secco ovviamente.
Presa dalla collera mi avvicinai e gli strappai il telefono di mano, e chiusi la chiamata. "Ma che diavolo fai!?" Gridò Harry guardandomi finalmente.
"No, no... Tu, tu che diavolo hai?! Hai idea di come mi hai fatta sentire per tutto il giorno? Io non sono tua sorella, sono una ragazza adulta, quindi pretendo di essere trattata come tale. Devi ascoltarmi, per l'amor di Dio, altrimenti non finirà più questa storia!" Gridai nervosa.

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