CAPITOLO 9

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6 anni dopo: New York

Sospirai mentre giravo in tondo sulla sedia in pelle nera del mio grande ufficio tenendo il telefono intrappolato fra la mia spalla e l'orecchio. "Sí mamma, sto bene, tranquilla. Beh.. si spero di ottenere la promozione, sono la migliore dipendente qui. D'accordo, ti voglio bene anch'io, a presto". Rimisi il telefono nella borsa e mi osservai le mani sfregandole fra di loro per il freddo.
Strano come un avvenimento tanto brutto avesse potuto fare recuperare il rapporto con mia madre.
Beh unico lato positivo.

Il mio ufficio era ampio e situato in uno dei palazzi più imponenti nel centro di Manhattan, e la mia compagnia, era fra le migliori.
Ormai lavoravo per la "Brown Revision" da tre anni, e si, ero davvero brava in questo. Ero la migliore in ogni campo, adulata dal mio capo Brett e dai miei colleghi. Finalmente ero diventata chi volevo ed ero diventata con molta fatica una donna forte e imbattibile.

All'improvviso la porta del mio ufficio si spalancò ed entrò Paige, la mia collega. "Ti ho portato il caffè Pay, senza zucchero e amaro, come te. Allora, novità?" Mi guardò incuriosita "Beh.. niente di che.. sto visionando qualche copione ma non mi entusiasmano affatto.." dissi avvilita "Santo cielo Payton, tu hai proprio bisogno di una vacanza!" Urlò dopo avermi praticamente squadrata da capo a piedi. Inizió a sistemarsi i capelli biondo platino in uno chignon continuando a guardarmi. "Che ne dici dei Caraibi??" Provò a convincermi con aria disperata. "Paige amica mia, so che vuoi vedermi rilassata ma Brett ha bisogno di me, e comunque non ho bisogno di niente, sto bene così. Come mai qui? Non devi lavorare?" dissi poco convinta e terrorizzata dall'idea di immergermi nelle acque cristalline del mare...
Paige mi guardò storta e mi porse lo specchietto che portava sempre con sé, ignorando completamente la mia domanda. "Ecco, guarda se non ci credi" Lo presi svogliata e mi osservai. Rabbrividii al solo sguardo del mio riflesso.
I miei capelli biondi erano raccolti in una crocchia disordinata e spettinata, avevo due profonde occhiaie che mi solcavano lo spazio sotto gli occhi e il trucco era sbavato. Due guance pallide e... Non stavo affatto bene.

Lavorare per Brett non era facile, soprattutto se volevi ottenere a tutti i costi una promozione che ti avrebbe permesso di salire di livello, e guadagnare di più. Questa era la mia filosofia: lavora, sacrifica, vai avanti e non provare emozioni.
E ci stavo riuscendo alla grande. Leggere e correggere copioni e sceneggiature da inviare poi ai famosi registi in modo da fare funzionare al meglio le riprese di un film era una cosa che mi appassionava molto, nonostante mi rendessi conto che fosse l'unica cosa creativa della mia vita, visto che di creatività ne possedevo ben poca.
"Pensi che Brett ti darà quella promozione tanto importante? Fra i corridoi si dice che sia una cosa sensazionale" Continuò Paige sedendosi sul bordo della mia scrivania di legno di quercia.
"Ancora non lo so, Brett dice che sono perfetta per questo ruolo. Ma amo il mio lavoro, per cui continuerò a lavorare sodo per farmi notare al meglio da lui" dissi sfoggiando uno dei miei migliori sorrisi. "Dio, quell'uomo è peggio di te, sta sempre chiuso nel suo ufficio a gridare e telefonare, gli farebbe bene una vacanza, proprio come a te. Pensa un po'che coincidenza!" Paige mi scrutava divertita mentre io scuotevo la testa esausta. "È stata solo una cena di lavoro, Paige, per cui piantala di farti strane idee" iniziai ad innervosirmi, ma dove diavolo avevo messo la penna? "Se lo dici tu.." "Buona giornata, Paige" dissi stringendo i denti per la frustrazione.

Mentre la osservavo andarsene mi resi conto che stavo tenendo la penna proprio nella mia mano. Diavolo, ma potevo essere così stupida? Sì, avevo proprio bisogno di una vacanza, ma non sarebbe mai successo. Dovevo ricordarmi che tenere la mente impegnata aiutava a dimenticare qualsiasi cosa. Ed era quello che volevo.

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