(parte 7)

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«Niall!» esclamai, scendendo immediatamente dalla cattedra e staccandomi da Zayn. 
«Ti sei già data da fare, vedo» bofonchiò Niall, con aria disgustata. 
«Senti Niall, io sono stata sincera con te..» sussurrai, cercando di avvicinarmigli. Zayn, al mio fianco, aveva uno sguardo nervoso e le vene in risalto sul collo.
«Sì, talmente sincera che mi hai usato per far ingelosire questo coglione» borbottò. Zayn continuava a fare come se non ci fosse nessuno in stanza. Guardando altrove, con le braccia conserte, ma dallo sguardo si notava che stava per esplodere.
«Niall, mi dispiace se ci sei rimasto male, io non avrei mai voluto ferirti» dissi, «mi sarebbe piaciuto restare amici»
«Amici?» esclamò Niall in una fragorosa risata, «ma smettila, puttana» ridacchiò.
«Adesso basta» sbottò Zayn, lo vidi girarsi verso Niall e due secondi dopo erano l'uno contro l'altro a picchiarsi.
Lanciai un gridolino e mi avvicinai di colpo a loro cercando di separarli, ma niente, era come se non ci fossi. Vidi Zayn buttare Niall a terra per poi sedersi sopra di lui e sferrargli vari pugni sul viso. Era una scena orribile.
«Zayn!» gridai, «Ti prego, fermati!»
Entrambi continuavano ad ignorarmi, ed io non sapevo più cosa fare. A scuola non c'era più nessuno, erano tutti usciti, visto che la campanella era suonata da più di quindici minuti.
Ad un tratto vidi Niall rialzarsi grondante di sangue, per poi bloccare Zayn, e quando pensavo che fosse tutto finito, gli sferrò un pugno in faccia, facendolo cadere a terra.
«Zayn! Oh mio Dio!» gridai, gettandomi a terra accanto a lui. «Stai bene?» chiesi preoccupata. Alzai lo sguardo e vidi Niall andarsene dall'aula. «Quel bastardo» sussurrai.
Vidi Zayn alzarsi lentamente dal pavimento con il mio aiuto: aveva il labbro sanguinante. «Stai bene?» gli chiesi.
«Sì..» borbottò, «tu stai bene?» 
«Io? Certo che sto bene, non sono io quella che ha appena ricevuto un pugno in faccia» dissi, cercando di alleviare la tensione.
«Tanto per dirla tutta, io gliene ho dati di più» ridacchiò.
«Sei incredibile» scoppiai a ridere, «però adesso devi sciaquarti la bocca, sei pieno di sangue» dissi, guardandolo con aria afflitta. Mi faceva male guardarlo così.
Per colpa mia.
«Ehi, so cosa stai pensando» sussurrò, «non è colpa tua» era come se mi leggesse nel pensiero.
«Sì invece.. litigate per me» spiegai.
«Nessuno ti chiama puttana, ok?» disse.
Sorrisi leggermente e mi strinsi tra le sue braccia.
«Grazie» mormorai contro il suo petto, «di tutto»
Lo sentii poggiare il suo mento sulla mia testa, e avvolgermi con le sue braccia. Rimanemmo così per circa due minuti, poi un rumore nel corridoio ci riportò alla realtà.
«Dobbiamo andare» dissi. Mi prese per mano, ed uscimmo da scuola.

Dieci minuti dopo eravamo a casa mia. Lo avevo convinto a farsi aiutare un po'. Per mia fortuna eravamo soli in casa. Presi le chiavi di casa dalla tasca ed aprii la porta.
«Ti ho già detto che sto bene» sbuffò Zayn, chiudendo la porta alle sue spalle.
«Voglio solo disinfettare il taglio» risposi.
Corsi in bagno a prendere il necessario, e tornai a sedermi sul divano accanto a lui. Iniziai a tamponare la ferita con dell'ovatta, mentre Zayn era immobile, e continuava a fissarmi. Sorrisi. «Ti fa male?» chiesi.
«Brucia un po', ma non è niente» rispose.
Posai l'ovatta sul tavolino e poggiai la testa sulla sua spalla.
«Scusa» sussurrai, «è tutta colpa mia»
«Smettila» mi rimproverò, «tu non hai fatto niente, quante volte te lo dovrò ripetere?»
Annuii e mi strinsi più a lui.
«Ho in mente qualcos'altro per far passare il dolore..» sussurrò, con un sorrisetto beffardo stampato in faccia.
Si avvicinò lentamente e poggiò le sue labbra sulle mie.
Era da parecchio che non mi baciava, e mi era mancato terribilmente tutto questo.
Ma la magia del momento fu interrotta dal rumore della serratura. Era mia madre.

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