(parte 16)

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«Ti va se ne parliamo oggi pomeriggio?» chiese, «sono stanco» aggiunse.
«No, Zayn» scossi la testa, «voglio sapere..»
Sospirò, «non è che non voglio dirtelo» fece una pausa, «ma si tratta di un periodo un po' buio della mia vita, e non mi va di parlarne adesso» spiegò.
«Capisco..» abbassai lo sguardo.
Rimase in silenzio per un po', poi posò la sua mano sulla mia spalla, «ma hai ragione, tu meriti di saperlo» disse d'un tratto, «sei la mia ragazza, e mi fido di te.. perciò la farò breve»
Sorrisi, e mi avvicinai a lui.
«Ho avuto vari problemi con alcool e droghe, Jess» sussurrò.
Alzai di colpo lo sguardo verso di lui.
«Ero solo, ero più piccolo, e non sapevo che cazzo stavo facendo» abbassò lo sguardo. Era nervosissimo.
«Dio, Zayn..» mormorai.
«Ma è stata colpa delle brutte compagnie, frequentavo gente non proprio amichevole..» continuò.
«Come quei tizi che abbiamo incontrato sotto casa tua?» chiesi.
«Anche loro, sì» rispose.
«Oh..» fu tutto quello che riuscii a dire.
«Ora sarà contento Horan, no?» borbottò Zayn.
«Perchè dovrebbe essere contento?» chiesi.
«Perchè ha avuto quello che voleva» disse, «ti ho raccontato questa storia, e adesso mi guardi in modo diverso..»
«Non ti guardo in modo diverso, Zayn» risposi.
«Sì invece, anzi.. non mi guardi affatto» sospirò, alzandomi il mento costringendomi a fissarlo.
«Tutti abbiamo qualcosa del passato che vorremmo dimenticare, io non ti sto giudicando» scossi la testa.
Zayn girò lo sguardo altrove, mettendo in risalto le vene sul collo sempre più gonfie.
«Ehi..» sussurrai accarezzandogli dolcemente il viso, «calmati, amore..»
Zayn non rispose.
«Perchè sei così nervoso?» chiesi.
«Non sono nervoso» borbottò, «semplicemente non voglio perderti..» aggiunse dopo.
Mi scappò un sorriso, posai le mani sul suo viso, «quello che mi hai detto non ha cambiato niente, lo sai vero? voglio stare con te, sempre e comunque, ricordalo»
Sorrise, e posò le mani sui miei fianchi. Si avvicinò lentamente e poggiò le sue labbra sulle mie. Improvvisamente il freddo di Novembre svanì, riuscii soltanto a sentire le farfalle nello stomaco e tutto il calore che mi trasmetteva. Schiusi le labbra e lasciai la sua lingua entrarvi, iniziando la solita lotta per la dominanza. Qualche secondo dopo mi staccai leggermente da lui, «credo sia ora di tornare a casa» sospirai.
Sbuffò, mi si avvicinò di nuovo e iniziò a mordicchiarmi il labbro.
«Zayn..» sospirai, allontanandomi di nuovo.
«Come sei acidella» borbottò, prendendomi per mano e incamminandoci verso la fermata dell'autobus.
«Quindi, adesso niente più segreti tra noi?» chiesi poco dopo.
«Niente segreti» rispose, con un sorrisetto.

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