(parte 4)

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Dopo la scuola, passai il resto della giornata chiusa nella mia camera. Cercavo di pensare ad altro, ma la mente mi riportava a Zayn che baciava un'altra ragazza. Dio, che stupida che ero stata anche soltanto a credere che forse le cose tra noi sarebbero potute cambiare in meglio.

Come se non bastasse Niall mi riempiva di sms, a cui ovviamente non avevo voglia di rispondere. Ero troppo impegnata a star male per un coglione.

Avevo sempre avuto ragione su di lui, ma non potevo rimproverarlo: è la sua vita, non è il mio ragazzo, fa ciò che vuole. Ma allora perchè baciarmi?

Queste domande mi rimbombarono la testa per tutta la notte.

La mattina dopo, a scuola, cercai di ignorarlo il più possibile. In classe non mi voltai mai verso l'ultima fila, anche se sapevo che lui mi stava guardando. Al suono della ricreazione, sgattaiolai via dalla classe prima che lui potesse raggiungermi. Stavo per entrare nel bagno delle ragazze, ma mi sentii afferrare per il braccio. Mi venne quasi un colpo al cuore quando mi voltai e lo vidi lì, di fronte a me.

«Ehi» disse, «tutto bene?»

«Sì, umh» ebbi un colpetto di tosse, «tutto benissimo» finsi un sorriso.

«Ok..» rispose, non convinto del tutto.

«Com'è andata ieri pomeriggio? Ti sei divertito?» chiesi con un finto sorriso sulle labbra.

«A proposito, senti, oggi possiamo vederci per il proget..» disse, ma lo interruppi.

«Non c'è nessun progetto» dissi tutto d'un fiato.

«Eh?» chiese.

«Posso lavorarci benissimo da sola, non preoccupare, non voglio che sia un peso per te» dissi con voce tremolante.

«Ma che stai dicendo? E' un lavoro a coppie» disse.

«Posso lavorare da sola, e poi fingere che lo abbiamo fatto insieme, ottima idea vero?» feci con finto entusiasmo.

«Senti» disse, diventando improvvisamente più rigido, «dimmi cos'hai» ordinò.

«Non ho niente, Zayn» risposi, guardandomi intorno.

«Cazzo, voi ragazze siete proprio strane» borbottò.

«Questo vallo a dire alla tua ragazza!» gridai.

Zayn rimase immobile, in silenzio, a guardarmi sconvolto.

Mi voltai e vidi tutti gli altri studenti sul corridoio che ci stavano fissando. Iniziai a correre tra la gente, volendo disperatamente che Zayn mi bloccasse come sempre, invece mi lasciò andare.

Quel pomeriggio ero a casa a lavorare al progetto, cercando di scacciare i brutti pensieri, quando sentii suonare il campanello. Ero sola in casa, quindi probabilmente era mia madre che tornava. Aprii e mi trovai Zayn davanti.

Rimanemmo entrambi in silenzio per qualche secondo a guardarci.

«Ti va di fare una passeggiata? Ho bisogno di parlarti» disse con sguardo assente.

«Non abbiamo molto da dirci, Zayn» scossi la testa.

«Invece sì» rispose.

Lo guardai cercando di capire dove voleva arrivare, così chiusi la porta di casa e iniziai a camminare con lui al mio fianco.

«Allora.. cosa dovresti dirmi?» chiesi, guardando altrove.

«Quello che mi hai detto stamattina, beh..» balbettò. Per la prima volta in vita mia vidi Zayn essere confuso e preoccupato.

Non possiamo stare lontani.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora