«Dai, Zayn, rispondi» continuavo a parlare alla sua stupida segreteria telefonica, «non fare lo stupido e chiamami appena senti il messaggio, per favore» furono le mie ultime parole poi riagganciai il telefono.
Feci un sospiro e mi buttai a letto, fissando il soffitto, come facevo sempre quando ero ansiosa per qualcosa.
«Secondo me dovresti essere più spensierata» mi consigliò Niall la mattina dopo, quando gli raccontai – più o meno – quello che stava succedendo. Gli avevo chiesto di uscire all'improvviso – di domenica mattina – per parlare un po', ovviamente tralasciando i dettagli più ovvi.
«Lo so, è quello che mi dice anche Zayn» abbassai lo sguardo, «ma non ci riesco»
«Allora non devi far altro che sperare che lui ti capisca» alzò le spalle.
Annuii non del tutto convinta poi rimasi in silenzio per un po', «hai conosciuto Waliyha?»
«La sorella di Zayn?» chiese, «sì, è simpatica»
«Molto» aggiunsi, «e.. ti piace?»
«La conosco da un paio di giorni, ma sì, è carina» disse.
«Bene, magari se ti metti con lei affronteremo insieme gli incontri con la famiglia Malik» ridacchiai.
Niall ricambiò la risata, «non credo che succederà mai»
«Non mi sono mai sentita così vigliacca in vita mia» sussurrai ad un tratto.
Lui posò lo sguardo su di me, «addirittura?»
«Sì» mi morsi il labbro, «credevo davvero di essere cambiata, pensavo che non fossi più la stupida e timida ragazzina di un tempo, ma mi sbagliavo»
«Essere timidi non significa essere stupidi» fece una smorfia.
«La mia timidezza e insicurezza mi blocca, però» alzai gli occhi al cielo.
«Vinci le tue paure, Jess» esclamò, «ne vale la pena»
Io non dissi nulla per un po', poi sorrisi. Era un sorriso sincero, dovuto al fatto che era la prima volta che parlavo con Niall senza sentirmi a disagio, o con la paura che ci provasse con me.
Eravamo amici, e non potevo esserne più contenta.
«Buongiorno» balbettai a bassa voce quando aprii il messaggio di Zayn, tornando a casa. Mi aveva scritto un semplice 'buongiorno', ma almeno mi aveva scritto. Ed ero così sollevata di sentirlo, anche se non lo vedevo da sole ventiquattro ore. Eppure quelle ore mi erano sembrate interminabili e strazianti. Zayn era diventato fondamentale per la mia vita e questa cosa mi spaventava parecchio.
Anziché rispondere a quel freddo sms, gli telefonai. Avevo bisogno di sentire la sua voce, e soprattutto di sapere che non era ancora arrabbiato con me.
«Pronto?» sentire la sua voce ancora impastata dal sonno – nonostante fossero le due del pomeriggio – mi fece sorridere. Ah, il mio dormiglione.
«Ciao» mormorai timidamente, «dormivi ancora?»
«No, mi sono svegliato poco fa» rispose e sentii gli schiamazzi di Safaa dall'altra parte del telefono. Sorrisi e improvvisamente mi venne voglia di correre da loro.
«Capito.. tutto bene laggiù?» chiesi, cercando qualcosa da dire.
«Sì, tutto bene» rispose, freddo come non mai.
Feci un respiro profondo, «ce l'hai ancora con me?»
«Devo andare a mangiare adesso, ci sentiamo dopo magari» disse, e capii dal suo tono di voce che era una scusa per non affrontare l'argomento.
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Non possiamo stare lontani.
FanficSi parla di due normalissimi ragazzi, lei Anna e lui Zayn. Due ragazzi apparentemente normali.. con un passato diverso, famiglie poco amate e altre messe al primo posto.. ma tutto cambia fino a quando..