(parte 72)

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«Ah, è così bello essere a casa» esclamò Zayn quando, il giorno dopo, tornammo insieme a Londra. Entrò nel suo vecchio appartamento – completamente in disordine per via del trasloco – e non potei fare a meno di notare un sorrisetto nostalgico stampato sul suo viso.

Per fortuna Zayn si era deciso ad annullare il contratto di vendita, non avrei sopportato di perdere quel posto. Era come un rifugio, per me, per noi. La nostra tana d’amore.

«Quindi, vuoi davvero tornare a vivere qui?» chiesi, ancora incredula.

«Sì» annuì, «e voglio tornare a scuola, preferirei evitare di farmi bocciare un’altra volta»

«Giusta osservazione» ridacchiai, afferrando una cornice con la nostra foto poggiata sul tavolo.

Lui si avvicinò e osservò quella foto insieme a me, abbracciandomi da dietro. 

«Te lo ricordi? Quel giorno?» chiese, mordicchiandosi il labbro.

«Come potrei dimenticare il giorno in cui ci siamo messi insieme?» sorrisi nostalgica.

«Ne è passato di tempo eh..» mi baciò la tempia e poi fece un passo indietro.

«Quanti ricordi in questo appartamentino» sussurrai al suo fianco, camminando per le stanze mezze vuote. Lui sorrise un’altra volta, guardandosi intorno, poi si gettò sul letto e portò le braccia dietro la nuca.

«E quanti ricordi in questa camera» aggiunse, curvando le labbra in un sorrisetto malizioso.

Alzai gli occhi al cielo e scoppiai a ridere, «eh già..»

«Perché non ne creiamo dei nuovi?» propose, tendendomi una mano per farmi sdraiare accanto a lui.

«Non riesci proprio a tenere a bada gli ormoni, eh?» lo presi in giro, afferrando la sua mano.

«Li ho tenuti a bada per troppo tempo, piccola» sorrise e con un gesto veloce mi tirò su di lui, facendo sì che cadessi proprio sul suo corpo. Notai l’espressione divertita sul suo viso e non potei fare a meno di ricambiare, avvicinando il mio viso al suo per poi schioccargli un bacio a fior di labbra.

Nonostante cercassi di oppormi, anche io avevo un disperato bisogno di lui. Gli sfilai frettolosamente la maglia e lasciai una serie di baci sul suo petto, allargando le gambe in modo da sedermi comodamente su di lui. Zayn alzò leggermente la testa dal cuscino per aiutarmi a togliere la maglietta, ma io lo precedetti e poi iniziai a slacciargli la cinta dei pantaloni.

«Chi è che non riesce a tenere a bada gli ormoni, adesso?» mi prese in giro, con un sorrisetto compiaciuto stampato in faccia.

«Non ti conviene sfottermi» lo provocai, «posso sempre rivestirmi e andare via»

«Non lo faresti mai» si bagnò le labbra, divertito.

«Ah sì?» sbuffai e feci per alzarmi ma Zayn mi bloccò per il braccio e – non so come – mi ritrovai sotto di lui.

«Dove pensi di andare?» ridacchiò, baciandomi dolcemente.

«Ah, che stronzo bastardo» alzai gli occhi al cielo e lo sentii ridere di nuovo. 

Schiusi le labbra, lasciando che le nostre lingue si incontrassero, e avvinghiai le braccia dietro al suo collo. A quel punto Zayn stava quasi per far scivolare via i miei jeans quando il mio cellulare iniziò a squillare.

«Non rispondere» mi consigliò, continuando a fare quello che stava facendo.

«Devo.. devo rispondere» balbettai, cercando di afferrare il telefono poggiato sul comodino di fianco al letto. Allungai la mano e alla fine lo afferrai, «pronto?»

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