(parte 32)

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«A Bradford?» chiese sorpresa mia madre, «ma è dall’altra parte dell’Inghilterra!»
«Lo so» sospirai, «ma la famiglia di Zayn abita lì..»
«E vorresti andare fin lì da sola?» mi guardò perplessa.
«Non sarò da sola, sarò con lui e le sue sorelle» risposi, «e poi sono soltanto due ore d’aereo, non è così lontano come pensi»
«Ma non posso lasciarti andare lì, così..» mormorò.
«Sai quanto è importante per me» insistetti, «amo Zayn e la cosa sta diventando seria, lo sai, lo hai detto anche tu che è un bravo ragazzo..»
«Lo so» alzò gli occhi al cielo, «ma questo non significa che ti lascerò andare da sola nella sua città per una settimana»
«Mamma» sospirai, «ho quasi diciotto anni, è come se andassi a fare una gita scolastica»
«Con il tuo ragazzo, però» fece una smorfia.
«Mi hai sempre detto che non saresti stata una di quelle madri iperprotettive..» misi le braccia conserte.
«E infatti mi sembra di non esserlo mai stata» ribatté, «anzi, ti lascio fin troppa libertà..»
«Ti prego» continuai, «dimmi che ci penserai, ti prego»
Sospirò, «ci penserò»
«Grazie» mormorai infine, per poi filare in camera mia. Ero appena tornata a casa dalla partenza di Zayn e già mi mancava da morire.

Il tempo passava lentamente come al solito. Ero tormentata dalla sua assenza, ma per fortuna arrivò il periodo di Natale che passai con mia mamma. L’ultimo giorno di scuola prima delle vacanze, Niall mi venne incontro dopo tanto tempo e mi porse un pacchetto. Mi aveva fatto un regalo, una specie di portachiavi col mio nome sopra, un gesto davvero carino che non mi aspettavo affatto. Ero del tutto convinta che lui ce l’avesse con me, invece pensai che si fosse deciso ad essermi amico. Amico e basta.

L’ultimo dell’anno fu il giorno peggiore, durante il conto alla rovescia e davanti a tutti quei fuochi d’artificio mi sentivo così sola e malinconica. Sentivo una voragine in petto, ed era dovuta al fatto che volevo Zayn fosse lì con me. 

«Buon anno» una voce maschile mi sorprese il giorno dopo, mentre ero in giro per la città a fare una breve passeggiata.
«Niall» mi voltai di colpo sorpresa, «buon anno anche a te»
«Come stai?» accennò un sorrisetto.
«Bene dai, tu invece?» 
«Bene..» rispose, guardandosi intorno.
«E’ un po’ che non ci vediamo, io e te» dissi.
«Già..» rispose.
«Mh» abbassai lo sguardo. La situazione era diventata imbarazzante.
«Come sta Zayn?» chiese.
«Bene» risposi perplessa, «a dire il vero credo che andrò a trovarlo presto»
«Cosa?» chiese confuso, «andrai a Bradford?»
«Se riesco a convincere mia madre, sì» alzai le spalle.
«Non ti sembra di star correndo troppo?» fece una smorfia.
«Che vorresti dire?» sospirai.
«Non lo so, è che..» fece una pausa, «andrai dalla sua famiglia in questa situazione così complicata.. pensi che loro ne siano contenti?»
«Beh..» mi bloccai un attimo, «sì, altrimenti Zayn non me lo avrebbe chiesto»
«Fa come vuoi» alzò gli occhi al cielo.
«Non riesci mai ad essere felice per me, eh?» scossi la testa.
«Jess» abbassò lo sguardo, «io voglio che tu sia felice, solo non con Zayn»
«Con te immagino» mi morsi il labbro.
«Non è questo quello che volevo dire» rispose, piuttosto imbarazzato.
«Sono stufa di discutere» sbottai, «ciao, Niall» e detto questo mi incamminai verso casa. Lui riusciva sempre a tirare Zayn nel bel mezzo di discorsi in cui non c’entrava nulla. Incominciavo a pensare che la sua fosse un’ossessione vera e propria. Infilai le chiavi nella serratura di casa e quando aprii la porta mi ritrovai mia madre che camminava avanti e dietro per la sala.
«Mamma» la chiamai, «stai bene?»
«Sì» rispose, «devo dirti una cosa»
«Dimmi..» mi sedetti accanto a lei, sempre più preoccupata.
«Ho preso una decisione» disse, con tono deciso.
«Riguardo a cosa?» chiesi, confusa.
«Riguardo la faccenda di Zayn e di andare a Bradford» continuò.
«Oh..» sospirai ansiosa, «e cos’hai deciso?»
«Puoi andare» disse tutto d’un fiato.
«Cosa?» esclamai, alzandomi di colpo.
Annuì, «è solo per qualche giorno, no? Mi fido di te, ne abbiamo passate tante, e voglio che ora tu sia felice»
Sorrisi e la abbracciai fortissimo. Non ci potevo credere.
«Grazie, grazie, grazie» sussurrai entusiasta.
«Adesso va a preparare le cose, prima che possa pentirmene» ridacchiò.
Sorrisi di nuovo e corsi in camera, presi il telefono per avvisare Zayn finchè mi venne un’idea brillante. Volevo fargli una sorpresa, sarebbe stato ancora più bello.

Partii due giorni dopo, era dura tenergli nascosta la cosa anche perché ero davvero agitata, ma volevo davvero sorprenderlo. Il viaggio in aereo passò velocemente, e fu anche piacevole. Avevo trovato l’indirizzo della casa delle sorelle di Zayn, quindi sapevo perfettamente dove andare; mi ero ben organizzata.
Dopo aver chiamato mia madre per avvisarla che era tutto ok, mi misi alla ricerca. Bradford era una cittadina piuttosto piccola, ma davvero carina.
Quando trovai sulla porta quel campanello con scritto ‘Malik’ sorrisi a me stessa, soddisfatta.
Suonai con un po’ di esitazione, e quando la porta si aprì mi trovai di fronte una bimba bellissima che non vedevo da un po’.
«Safaa!» sorrisi.
«Jess!» strillò saltandomi praticamente addosso, «che ci fai qui?»
«Ssh, Zayn non lo sa» mormorai, staccandomi leggermente dal suo abbraccio.
«Vieni, lui è dentro» disse, prendendomi per mano.
«Ok..» risposi, e così mi lasciai guidare dalla piccola. La casa sembrava bellissima, non molto grande ma ospitale. 
«Ma che cazz?» sentii la sua voce.
Mi voltai di scatto e vidi Zayn con gli occhi sbarrati venirmi incontro.
Sorrisi, lasciai cadere le valigie e gli saltai letteralmente in braccio.
«Sorpresa!» ridacchiai.
«Cosa ti è saltato in mente?» esclamò, ancora con un’espressione sconvolta.
«Volevo sorprenderti» sussurrai, guardandolo fisso negli occhi.
«Direi che ci sei riuscita» sorrise, «sei completamente pazza»
«Sì» annuii, «di te»

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