(parte 25)

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Quel pomeriggio rimasi con Zayn tutto il tempo. Al diavolo i compiti, al diavolo la scuola, al diavolo tutto.
Volevo soltanto stare con lui.
«Quindi, manca solo un giorno..» sospirai, sprofondando sul divano.
«Mi mancherai da impazzire, lo sai?» fece, sedendosi accanto a me e poggiando una mano sulla mia gamba.
Mi voltai e lo guardai per un po', «non immagini neanche quanto tu mancherai a me» 
«Cerchiamo di prenderla come una cosa positiva» disse.
«Cosa c'è di positivo in tutto questo?» brontolai.
«Non lo so» alzò le spalle, «spesso la distanza aiuta a far capire quanto sia importante una persona»
Sorrisi, «ma io lo so già quanto sei importante per me»
«Tre settimane lontani..» disse, portandosi le mani sul viso.
«Quindi è sicuro?» chiesi.
«Non lo so, probabilmente saranno tre settimane, forse di più o forse di meno» borbottò.
«Vedrai che tua madre si rimetterà presto» dissi, accarezzandogli i capelli.
«Io non so proprio che fare» scosse la testa.
«In che senso?» replicai.
«Non ho mai avuto un gran rapporto con la mia famiglia, sono sempre stato piuttosto distaccato» sospirò. Percepivo dolore nel suo tono di voce.
«E non ho proprio voglia di rivederli, specialmente mio padre» sospirò.
«Perché? Cos'è successo?» chiesi.
«Non credo abbia una buona idea di me in questo momento» alzò un sopracciglio.
«Che vuoi dire?» chiesi.
«Probabilmente pensa che io sia diventato un drogato o qualcosa del genere» alzò le spalle.
«Non credo che ti avrebbero affidato Safaa se pensassero una cosa del genere» risposi.
«Non lo so.. resta il fatto che non ho voglia di stare con loro» alzò gli occhi al cielo.
«Dio Zayn, io pagherei oro per passare anche cinque minuti con mio padre» sbottai, d'un tratto.
Lui si voltò verso di me e mi guardò sbigottito.
«Scusa, hai ragione..» mormorò.
«Non importa» scossi la testa.
«Non avrei dovuto parlare di queste cose con te» aggiunse.
«Sì invece, è solo che.. non parlo mai di mio padre con nessuno, ma in questo momento ho ripensato a lui..» abbassai lo sguardo.
«Vieni qui» disse, tirandomi a sé. Mi rifugiai tra le sue braccia e pensai che sarebbe stato bello se un giorno avessi presentato Zayn a mio padre, come mio ragazzo. Ma questo non sarebbe potuto accadere.. perché lui non c'era più.


Per quanto volessi che il tempo si fermasse, o per lo meno scorresse più lentamente, la sera dopo arrivò in fretta.
«Ci siamo..» sospirò, mettendosi le mani in tasca e avvicinandomisi.
«Ti chiamerò ogni due ore, lo sai vero?» sorrisi. Era un sorriso misto a lacrime. Piangevo praticamente sempre, era parte di me, ormai Zayn l'aveva capito.
Sorrise, «ti chiamerò io se non lo farai» rispose.
Lo osservai prendere la valigia e caricarla nel bagagliaio della macchina per poi richiuderlo con forza.
«Hai già parlato con il preside della scuola?» chiesi.
«Sì, mi giustificheranno, credo» alzò le spalle.
Mi avvicinai a lui e posai le braccia intorno al suo collo, «stai attento, ok?» sospirai.
«Tu sta' attenta» mi lanciò un'occhiataccia.
«A cosa?» chiesi.
«A Niall» rispose.
Sbuffai, «non devi preoccuparti di questo»
«Mh, non sono molto tranquillo» scosse la testa.
«E invece devi esserlo» replicai, «pensa solo a tua madre»
«Ci proverò» annuì, per poi stamparmi un veloce bacio sulle labbra.
«A che ora hai l'aereo?» chiesi.
«Tra un'ora» sospirò, «è meglio che vada..»
Chiusi gli occhi e feci un respiro profondo.
«Stai bene?» mi chiese ancora.
«Sì» finsi un sorriso.
«Sicura?» continuò.
«Vai, prima che scoppi in lacrime» esclamai.
Prese la mia testa e la portò di nuovo contro il suo petto, avvolgendomi con le sue braccia. Posò la testa sopra la mia e mi diede un bacio sulla fronte.
«Cazzo, ti devo riaccompagnare a casa prima» disse.
«Non se ne parla» sospirai, staccandomi da lui, «sei già in ritardo, io torno con il pullman»
«No, ti accompagno io» disse tornando alla macchina ma lo fermai.
«Vai, davvero» insistetti, «o farai tardi..»
Zayn si fermò e posò di nuovo lo sguardo di me.
Mi avvicinai a lui e lo baciai con il cuore che mi batteva a mille. Restai attaccata alle sue labbra per circa un minuto, non potevo credere che quel momento fosse arrivato. 
«Ti amo, ricordatelo» disse.
«Ti amo» risposi, mentre gli occhi mi si fecero sempre più colmi di lacrime.
Portò la sua mano sul mio viso e mi asciugò le guance bagnate, mi diede un ultimo bacio poi salì in macchina.
«A presto amore» fu tutto ciò che disse.
Non riuscii a dire nulla, le lacrime continuavano a cadere nonostante cercassi di impedirlo in tutti i modi. 
Mi guardò un ultima volta per poi premere l'acceleratore e lo vidi allontanarsi sempre di più, fino a scomparire nel buio.

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